
MELONI, GIU’ LE MANI DAL TENNIS – DOPO L'INGERENZA DEL GOVERNO, TRAMITE “SPORT E SALUTE” GUIDATA DAL MELONIANO MEZZAROMA, NELLA GESTIONE DELLE ATP FINALS DI TORINO (UNA VERA MINIERA D’ORO DA 503 MILIONI DI EURO) E LA MINACCIA DELL’ATP DI CAMBIARE SEDE, L’ESECUTIVO E LA FEDERTENNIS DI BINAGHI MEDIANO PER EVITARE LO STRAPPO – L'ACCORDO DA TROVARE È SULLA QUOTA DI CONTRIBUTO PUBBLICO (15-20 MILIONI) CHE LA FITP È DISPOSTA A CEDERE A "SPORT E SALUTE" PER LA PROMOZIONE DELL'EVENTO – NEL MIRINO DEI MELONIANI ANCHE IL RUOLO DELLA GRILLINA CHIARA APPENDINO, ORA VICE-PRESIDENTE DELLA FITP…
Federico Capurso e Stefano Semeraro per "la Stampa" - Estratti
Torino e le Atp Finals trattengono il fiato. Il decreto Sport del governo, che prevede un "controllo politico" sulla gestione e i conti del grande appuntamento tennistico di fine anno, ha provocato un terremoto: l'Atp ha inviato da Londra una richiesta di spiegazioni che contiene una velata minaccia di cambiare sede, e Matteo Renzi pochi giorni fa ha accusato il governo di voler rompere un giocattolo che funziona benissimo da quasi cinque anni.
Rimettere insieme i pezzi è diventata operazione complessa, ma non impossibile, tanto che le trattative fervono fra le parti in attesa della presentazione del Master Plan delle Finals, in programma domani al Grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino, dove a parlare sarà il presidente della Fitp Angelo Binaghi.
andrea abodi foto mezzelani gmt028
Il decreto, che interessa non solo le Finals ma tutti i grandi eventi che l'Italia si appresta ad ospitare nei prossimi anni, compresa l'America's Cup di Napoli, impone di fatto una co-gestione della Finals fra la Fitp, - che dal 2021 le ha sempre organizzate autonomamente -, le istituzioni (governo, regione, comune) e soprattutto Sport e Salute, la società governativa presieduta da Marco Mezzaroma.
In altre parole: il governo Meloni vuole mettere gli occhi e magari anche altro su conti, appalti e ricchi contratti delle Finals, che peraltro da sempre beneficiano di un contributo pubblico di 80 milioni.
Una copertura economica fondamentale per l'acquisizione del torneo, garantita nel 2019 dal governo gialloverde, in particolare dall'allora sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, e per cui si era spesa molto l'ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Il presidente Binaghi mal tollera le "invasioni di campo" e ha sempre avuto il pieno controllo delle operazioni (anche bancarie). Però i governi cambiano, le amicizie si modificano o addirittura si rompono.
angelo binaghi e chiara appendino foto mezzelani gmt514
Così capita che proprio la spalla di Binaghi nell'ultimo rilancio degli Internazionali, Marco Mezzaroma, rischi di diventare l'inquisitore (e il riscossore) più temuto. Per altro, anche il ruolo di Appendino, ora vice-presidente della Fitp, è visto di pessimo occhio dai meloniani. In ballo, insomma, ci sono questioni sia economiche sia politiche.
Secondo fonti governative si sta però cercando un punto di equilibrio che accontenti tutti ed eviti il disastro. Il decreto deve infatti ancora andare in Aula alla Camera e può essere ampiamente modificato. L'accordo da trovare è sulla quota di contributo pubblico - 15, 20 milioni?- che la Fitp è disposta a cedere a Sport e Salute per la promozione dell'evento. Una percentuale che riguarderà anche tutti gli altri grandi eventi sportivi, sopra una certa soglia di finanziamento. I negoziati starebbero procedendo bene.
marco mezzaroma giorgia meloni
L'Atp, nel frattempo, è alla finestra. A chi gestisce il circuito internazionale in fondo non interessa troppo il litigio tra istituzioni nazionali, l'importante è che la tassa d'iscrizione alle Finals - originariamente di 18 milioni di dollari, ma che dovrebbe a salire a 30 per il prolungamento del contratto fino al 2030 - arrivi nelle casse.
L'unico timore è che l'intrusione di un player pubblico complichi le operazioni. La minaccia di uno spostamento, invece, sembra una cartuccia a salve. A Torino, che all'Atp piace molto, per ora non ci sono vere alternative. L'Arabia è sazia del Masters 1000 in arrivo a Riad nel 2027/28 e Milano, che potrebbe fare da staffetta a Torino grazie al nuovo palazzo di Santa Giulia, non sta manifestando grande interesse.
Binaghi, sull'altro fronte, da una rottura con Sport e Salute ha soprattutto da perdere
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