messi

MESSI MALISSIMO - FA FINTA BENEFICENZA E NON PAGA LE TASSE: ANCORA GUAI COL FISCO PER IL FUORICLASSE DEL BARCELLONA – NEL MIRINO L’ASSOCIAZIONE IN FAVORE DEI BAMBINI CREATA DALL’ARGENTINO, GIÀ CONDANNATO PER EVASIONE - "LA PULCE" ORA CERCA UN ACCORDO CON LE AUTORITÀ PER EVITARE IL CARCERE

messi

Vittorio Malagutti e Stefano Vergine per L’Espresso

 

Leo Messi è di nuovo nei guai. Guai grossi per il fuoriclasse del Barcellona, superstar del pallone, nonché calciatore più pagato del mondo. Ancora una volta è una questione di tasse, dopo che già nel maggio dell'anno scorso la “pulce” argentina è stata condannata per evasione fiscale a 21 mesi di carcere, poi commutati in un'ammenda 455 mila euro.

 

Adesso la polizia tributaria spagnola sta indagando sulle attività della Fondazione Leo Messi che negli anni scorsi ha ricevuto contributi milionari dal Barcellona. Secondo l'accusa l'ente con sede nel capoluogo catalano ha però impiegato solo una parte trascurabile dei suoi introiti per aiutare i poveri del mondo. Il resto è rimasto nella disponibilità della famiglia Messi. Questo è quanto emerge dalle carte consultate da L'Espresso, che è in grado di raccontare nel dettaglio gli affari riservati del calciatore. L'inchiesta, pubblicata nel numero in edicola domenica 14 gennaio, è stata realizzata grazie ai documenti ottenuti dal settimanale Der Spiegel e condivisi con il consorzio EIC (European Investigative Collaborations), di cui L'Espresso è partner in esclusiva per l'Italia.

 

abidal messi

Le carte rivelano che tra il 2010 e il 2013, cioè il periodo su cui si è concentrata l'indagine, il club ha sborsato almeno 6,5 milioni di euro a favore dell'ente benefico gestito da Jorge Messi, il padre di Leo che da sempre amministra le finanze del calciatore. Questo denaro ha goduto di un doppio sconto fiscale. Il club calcistico ha potuto in parte dedurre i versamenti dai propri ricavi evitando così di pagare le tasse su queste somme. E anche la fondazione, in quanto ente senza scopo di lucro, ha sborsato imposte ridotte al minimo sui propri introiti.

 

Secondo l'accusa, però, i pagamenti del club catalano non sarebbero altro che un compenso supplementare destinato a Messi. In altre parole, grazie allo schermo della fondazione, il fuoriclasse sarebbe riuscito a dribblare le tasse. La nuova inchiesta potrebbe avere conseguenze pesanti per il campione argentino. Infatti, dopo la sentenza dell'anno scorso, che prevedeva la sospensione condizionale della pena, in caso di nuova condanna il calciatore rischia seriamente di finire in carcere.

 

messi 2

Si può quindi comprendere lo stato di estrema agitazione in cui sono piombati i dirigenti del Barcellona quando, il 28 aprile del 2016, gli ispettori del Fisco spagnolo hanno bussato alla porta del club. Nei mesi successivi, in una serie di riunioni, gli avvocati della società e i consulenti esterni hanno esaminato le possibili vie d’uscita da questo nuovo contenzioso fiscale. Messi è di gran lunga l’asset di maggior valore nel bilancio della società catalana e i vertici del club erano pronti a fare i salti mortali, sul fronte legale, pur di difendere il gioiello di famiglia.

 

LEO MESSI E BARTOMEU

Secondo quanto emerge dai documenti esaminati dal consorzio giornalistico EIC, il Barcellona ha offerto al fuoriclasse il denaro necessario per mettersi in regola con il fisco. E, secondo fonti di Madrid, il calciatore sarebbe ormai vicino a un accordo che gli eviterebbe, pagando le tasse evase e le eventuali multe, di finire un’altra volta sotto processo. Nelle prossime settimane si capirà se il Fisco deporrà le armi di fronte a una eventuale proposta di transazione. Di certo, fin d'ora si può dire che la Fondazione Leo Messi ha viaggiato per anni sul filo dell'illegalità. Fondato nel 2007, l'ente benefico si è iscritto nell'apposito registro pubblico solo sei anni dopo. E nel frattempo non ha mai pubblicato i propri bilanci, come invece prevede un preciso obbligo di legge. 

messi bartomeumessi ronaldo

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER?