sgarbi palazzo dei diamanti ferrara

LA DISFIDA DI FERRARA – “NO ALL'AMPLIAMENTO DI PALAZZO DIAMANTI”, VITTORIO E ELISABETTA SGARBI GUIDANO IL FRONTE DI ARTISTI E INTELLETTUALI CONTRO LA DECISIONE DEL COMUNE (DE’ SINISTRA): “SCEMPIO DA IMPEDIRE. QUANDO UNA COSA SEMBRA COSÌ IDIOTA DA NON POTER SUCCEDERE, A FERRARA SUCCEDE”- POLEMICHE AL CALOR BIANCO TRA IL CRITICO E IL SINDACO… - L'APPELLO E LE FIRME

Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”

 

palazzo dei diamanti ferrara

«Al dì ad San Mai», per dirla in ferrarese. Cioè il giorno di San Mai. Ecco la data in cui, per una moltitudine di architetti, amministratori, docenti, critici e difensori del patrimonio dovrebbero iniziare i lavori per «rilanciare» Palazzo dei Diamanti di Ferrara, capolavoro del Rinascimento, appiccicandoci un vistoso supplemento edilizio in vetro e acciaio.

 

Mai e poi mai, inorridiscono i duecento e passa firmatari dell' appello lanciato da Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, uniti nel lanciare «un grido di dolore contro la mortificazione» dell' aggiunta: «L' intervento soffoca il rapporto dell' edificio con lo spazio aperto della città. E assume lo stesso assurdo significato che avrebbe aggiungere un canto alla Divina Commedia o all' Orlando Furioso ». E «ciò che vale per Dante e per Ariosto vale per Biagio Rossetti». L' architetto ferrarese autore appunto di quel magnifico edificio che ospita la Pinacoteca nazionale e la Galleria d' arte moderna.

sgarbi

 

Ma partiamo dall' inizio. Cioè dall' idea del Comune emiliano, da decenni amministrato dalla sinistra, di recuperare nuovi spazi dal palazzo cui rese onore anche Giosuè Carducci: «Lampeggia, palazzo spirtal de' dïamanti,/ e tu, fatta ad accôrre sol poeti e duchesse,/ o porta de' Sacrati, sorridi nel florido arco!». Troppo successo delle mostre temporanee, troppo poche le stanze dove concentrare, secondo Maria Luisa Pacelli, direttrice delle Gallerie d' Arte Moderna e Contemporanea, «servizi di base per la didattica, un punto ristoro, un percorso coperto, servizi igienici adeguati...».

vittorio sgarbi con elisabetta sgarbi

 

Febbraio 2017: ecco il «Concorso di progettazione per ampliamento della galleria d' arte moderna di Palazzo dei Diamanti a Ferrara». Soldi in palio: tre milioni e mezzo di euro. Tre settimane e salta su, furente, Italia Nostra: «Il bando prevede la progettazione di un ampliamento di quasi 500 metri quadri verso il giardino e invita ad "immaginare come questo elemento di collegamento possa essere declinato come una nuova area espositiva e/o polifunzionale"».

 

Alla larga: «Si decide di manomettere Palazzo dei Diamanti per continuare a svolgere il più a lungo possibile le grandi mostre della città negli angusti locali del piano terra dell' edificio, la cui inadeguatezza è evidente da decenni». Meglio recuperare, piuttosto, uno degli «edifici monumentali di grande pregio non utilizzati, sotto-utilizzati» presenti lì vicino «in enorme quantità».

 

palazzo dei diamanti ferrara progetto di ampliamento

La polemica, per qualche mese, galleggia localmente. Tra gli addetti ai lavori. Finché, un bel giorno, alla fine di maggio, presentano a Ferrara l' ultimo libro di Giorgio Bassani. C' è anche Vittorio Sgarbi. Giorgio Malacarne, presidente di Italia nostra, torna alla carica. Il critico d' arte si infiamma come un cerino. Dice che non ne sapeva niente, che è una idea da pazzi, che «quando una cosa sembra così idiota da non poter succedere, a Ferrara succede», che il Palazzo dei Diamanti è sacro, che gli spazi necessari possono essere trovati a Palazzo Prosperi Sacrati «che sta di là della strada» e che il sindaco Tiziano Tagliani andrebbe arrestato con tutti quelli che hanno avuto la pensata.

 

elisabetta sgarbi

Ma la guerra, quella vera, deve ancora arrivare. E si riaccende, incandescente, nell' autunno 2018. Man mano che si allargano le perplessità sul progetto che, tra 70 concorrenti, ha vinto la gara. Presentato da un team composto da 3TI progetti, dallo studio Labics, dall' architetto Elisabetta Fabbri e dalla società Vitruvio. Progetto che prevede, si legge in un elegante servizio illustrato di professionearchitetto.it, un «nuovo edificio, che si estende su 660 metri quadri, ridotto all' essenziale, caratterizzato da pilastri che sorreggono una copertura piana orizzontale. Le tamponature verticali sono formate quasi interamente da vetrate...».

 

Seicentosessanta metri quadri? I rendering, piacciano o no, dicono tutto. E spaccano la città. Di qua i possibilisti che dicono si, forse, chissà Di là gli apocalittici: mai! Il conflitto, va da sé, sfocia in una rissa tra i due galli. Di qua Sgarbi, che si candida alle prossime comunali con la lista «Rinascimento» ed è pronto a allearsi coi leghisti che anni fa bollò come «deficienti, egoisti, stronzi, unti, razzisti» ma ora saluta dichiarandosi «oltre Salvini» e proponendosi come «assessore alla Cultura, direttore dei Diamanti, semplice consulente o persino nulla pur di cacciare» le sinistre. Di là il sindaco Tagliani che gli risponde beffardo: «Magari! Purtroppo non sarà Sgarbi il candidato della destra, se così fosse, come è successo in passato, potrei andare finalmente in ferie» perché ha già fatto «l' amministratore in mezza Italia senza mai terminare un incarico».

 

palazzo dei diamanti ferrara progetto di ampliamento

E via così. Uno ad accusare il critico d' arte di non aver detto una parola su Palazzo dei Diamanti («So che a Vittorio non interessa un bel nulla per avermelo detto lui stesso») finché era aperta la «collezione Cavallini Sgarbi» nelle sale del Castello Estense. L' altro a ribattere che è tutto falso e rivendicare: «Io e la mia famiglia a Ferrara abbiamo dato ben più di quanto abbiamo avuto. Tagliani non ha dato niente e nulla resterà dei suoi mandati».

 

salvatore settis

Botte da orbi. Che rischierebbero di ridurre il tema a una baruffa da cortile se non ci fosse in ballo, appunto, uno dei palazzi più belli, più celebri e più importanti del Rinascimento. In difesa del quale Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, editrice e fondatrice con Umberto Eco e altri di La nave di Teseo, sono riusciti a mobilitare un coro di persone battagliere e trasversali se non addirittura spesso ostili l' uno all' altro. Dagli architetti Pier Luigi Cervellati, Mario Bellini e Amos Gitai al direttore della Treccani ed ex ministro della cultura Massimo Bray, dagli scrittori Pietro Citati, Claudio Magris e Dacia Maraini a storici dell' arte come David Ekserdjian, Andrea Carandini, Marc Fumaroli, Christoph L. Frommel e perfino Andrea Emiliani, al quale in tempi lontani il fumantino Vittorio augurò addirittura la morte. Non bastasse, si sono già apertamente schierati contro il nuovo edificio «leggero» storici mai teneri col critico ferrarese come Salvatore Settis e Tomaso Montanari: «Stavolta ha ragione lui. Piena. Siamo alle solite: l' evento che si mangia il monumento».

 

Certo, mancano ancora il via libera definitivo della soprintendenza e del ministero dei Beni culturali. La voglia di aprire il cantiere, però, è lì. Incombe. E ti chiedi: ma se i giudizi sono così pesanti e così corali da compattare tanti amici e nemici di Vittorio Sgarbi, che si è giustamente intestato questa battaglia, che senso ha ripetere che con il «no» si rischiano di perdere tre milioni e mezzo di euro di lavori? Mah.

 

palazzo dei diamanti ferrara progetto di ampliamento

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...