1. “VINCEREMOOOO/VINCEREMOOOOO/VINCEREMO IL TRICOLOR”. A FIUMICINO CANTAVANO IN CINQUECENTO LA NONA VITTORIA A UDINE. PER LA ROMA DI RUDI GARCIA LA PIÙ SOFFERTA, LA PIÙ DIFFICILE, OTTENUTA IN DIECI (ESPULSO MAICON), SENZA GLI INFORTUNATI TOTTI E GERVINHO, DA SQUADRA VERA CHE HA RAGGIUNTO UN’AUTOSTIMA IMPRESSIONANTE 2. DIETRO LA ROMA SI VINCE. MA CON LA SAGRA DEI RIGORI INESISTENTI PER JUVE E NAPOLI 3. DOMENICA PROSSIMA FIORENTINA-NAPOLI, DARA’ LA CIFRA DEL REALE PESO DEI CIUCCI 4. KLOSE SALVA PEKTOVIC. L’EX CASSANO NON SALVA IL MILAN DECEREBRATO DI ALLEGRI

DAGOREPORT

«Vinceremoooo/vinceremooooo/vinceremo il tricolor». A Fiumicino cantavano in cinquecento. Quelli arrivati col tam tam di internet e tutti gli altri, immersi nel sogno di una notte di fine estate, con Roma mite intorno, ancora così dolce e la Roma, dolcissima sorpresa dei suoi tifosi, assediata dall'affetto, dalla fama dei record sgretolati, dalla gloria del suo attaccante di riserva, Bradley (e se segna proprio lui, americano allergico ai tabellini marcatori qualcosa vorrà dire) e del suo portiere anziano Morgan De Santis, illibato e imbattuto da quasi 600 minuti.

Nona vittoria in quel di Udine. La più sofferta (Muriel prende un clamoroso palo) la più difficile, ottenuta in dieci (espulso Maicon), da squadra vera che ha ormai raggiunto un'autostima impressionante, con alcuni pilastri e un fortissimo senso di solidarietà collettiva. Senza Totti e Gervinho, la Roma c'è e continua a essere prima con 5 punti di vantaggio. È un segnale chiaro, mentre il 25% del torneo è già alle spalle.

Dietro si vince.

Non sbagliano l'approccio mentale ed evitano il rischio di ritrovarsi persino più lontane, Juventus e Napoli. La prima affronta il Genoa come tirasse all'orsetto del luna park. Costringe Perin a una domenica magica, ma per sbloccare lo 0-0, prima del 2-0 di un gran Tevez, ha bisogno di un rigore totalmente inventato poi trasformato da Vidal. Le ferite della Champions e le fatiche dell'inseguimento inatteso alla Roma pulsano e ci sono. Però rigore a parte la Juventus stramerita e vista all'opera con gli sparring partner di Gasperini sembra anche star bene atleticamente. Discorso simile per il Napoli che batte il Torino con due rigori inesistenti (ritorno al gol di Higuain), ma complessivamente non ruba nulla complice un Torino inspiegabilmente remissivo che a disturbare Benitez non prova neanche.

Viola bacia tutti.

Vince anche la Fiorentina. Una vittoria che dimostra un oggettivo stato di salute e un equilibrio psicologico senza contraccolpi dopo l'abbuffata europea e la sbornia dovuta alle glorie postjuventine. A Verona con il Chievo, la squadra di Montella va sotto a causa di una zuccata di Cesar, ma risale la corrente per imporsi nella ripresa con quella fenomenale ala vecchio stampo che risponde al nome di Cuadrado, due gol e applausi. Se la Roma in vista del Chievo ora ultimo può nutrire ragionevoli speranze di cogliere il decimo fiore di stagione e il Catania del neotecnico De Canio difficilmente farà paura alla Juventus, sarà Fiorentina-Napoli, domenica prossima, a dare la cifra del reale peso della terza invitata al tavolo scudetto.

Klose salva Pektovic.

Difficilmente prova sedervi l'Inter, quarta dopo i 4 gol al Verona, ma ancora troppo incostante e fragile in difesa per puntare realmente al titolo. Nessuno d'altra parte aveva avuto la faccia tosta di chiederlo a Mazzarri che sta facendo un ottimo lavoro e sugli esterni, con Jonathan e Nagatomo, ha riscoperto due calciatori da buttare, solo 4 mesi fa.

Vince 2-0 la Lazio con Candreva e il demiurgo Klose (esultanza rabbiosa) e si riappacifica parzialmente con uno stadio ostile che dopo lo 0-0 del primo tempo con il Cagliari fischia a più non posso. Nel gruppone centrale, si rialzano la Sampdoria che piega immeritatamente l'Atalanta per 1-0 e soprattutto il Parma che con Cassano si toglie una soddisfazione e piega a un soffio dalla fine con un gol di un Parolo da nazionale il povero Milan di Allegri.

Sempre in sofferenza e sempre indietro fino al 3-2 finale che regala all'ex Donadoni una significativa affermazione che conoscendo Berlusconi, farà curriculum in futuro. Salva infine la panca Pioli (1-0 al Livorno in una sfida con vista sulla B) e pareggiano 0-0 il già citato, irriconoscibile Catania demaranizzato e il Sassuolo di Di Francesco. Catenaccio vecchissimo stampo e tante, tantissime parate di San Pegolo.

 

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