“PANATTA? UN ROMPICOGLIONI TERRIBILE. SBAGLIAVA LUI ED ERA COLPA MIA” – PAOLO BERTOLUCCI E GLI SFOTTO’ SUI SOCIAL - "CI SIAMO CONOSCIUTI BAMBINI A UN TORNEO E MI E’ STATO SUBITO SULL’ANIMA. LUI, IL PARIOLINO CHE ARRIVA CON MAESTRO E STAFF, IO LI’ SOLO CON MIA ZIA - SE PARLIAMO DI IRONIA CONTRO UN TOSCANO COME ME ADRIANO NEANCHE ENTRA IN CAMPO. IO GLI RISPONDO IN UN SECONDO, LUI CI METTE VENTI GIORNI E CONSULTA SCENEGGIATORI, SCRITTORI, GIORNALISTI, PERCHÉ DA SOLO NON È CAPACE" – IL COLTELLO SUL COMODINO PER PROTEGGERE LA CHIOMA, LE DONNE, LA POLITICA...

Stefano Semeraro per La Stampa

panatta bertolucci

Domenico Procacci, regista e produttore de "La Squadra", il docufilm sui quattro moschettieri italiani della Coppa Davis anni '70, ha ragione: «Panatta e Bertolucci sarebbero stati una strepitosa coppia comica». Cinquant' anni di amicizia e sfottò, zingarate e frecciatine che ora sono ripartite via twitter esilarando l'Italia.

 

Paolo Bertolucci, pure sui social vi prendete in giro ora?

«È iniziato quando ho fatto un post per invitare tutte le nonne d'Italia a fare gli auguri al «vecchio» Panatta».

 

Adriano ha risposto dandole del pischello e pubblicando la «wish list» per il suo compleanno, che cade il 3 agosto: maxi confezione di pannoloni, apparecchio Amplifon, 10 scatole di Prostamol, salvavita Beghelli

«Sono regali che hanno fatto a lui e che vuole riciclare: una caduta di stile. Lui è romano, e magari duemila anni fa era padrone del mondo, ma se parliamo di ironia contro un toscano neanche entra in campo».

Servizio, e risposta.

panatta bertolucci barazzutti zugarelli

«Ma io gli rispondo in un secondo, lui ci mette venti giorni e consulta sceneggiatori, scrittori, giornalisti, perché da solo non è capace».

 

La vostra prima volta?

«Ad un torneo giovanile a Cesenatico, e mi è stato subito sull'anima. Sa: il pariolino che arriva dal grande circolo, con maestro e clan al seguito. Aveva 12 anni e già si parlava di lui, io 11 e venivo da Forte dei Marmi, uno sconosciuto accompagnato da mia zia perché i miei dovevano lavorare. Poi mi battè anche. Non è stato amore a prima vista».

 

Quando è scoccata la scintilla?

«È stato un matrimonio combinato, come in India. Mario Belardinelli ci convocò in quattro a Formia per il primo college tennistico: io, Adriano, Mario Caimo e Totò Bon, che poi ha giocato anche in nazionale a Rugby. Mattina scuola, pomeriggio tennis. Belardinelli ci mise in camera insieme».

 

pietrangeli bertolucci panatta 2

Immaginiamo gli scherzi.

«C'erano Ottolina, Ottoz, Mennea, Berruti, il padre di Gigi Buffon. Noi avevamo 15,16 anni, la sera i grandi facevano irruzione nelle camere e tagliavano i capelli a tutti, si figuri Panatta. Mettevamo gli armadi contro le porte e Adriano dormiva con il coltello sul comodino. Io li avvertii: se gli toccate i capelli, quello vi accoltella sul serio».

 

Risultato?

«Non sono mai entrati».

 

Che cosa non sopportava di Adriano?

«Era un rompicoglioni terribile. Sbagliava lui ed era colpa mia. Le facce, le occhiate come per dire: "guarda con chi mi tocca giocare". La verità è che io sono riuscito a vincere in doppio nonostante la palla al piede di Panatta».

 

Un pregio?

«Se hai bisogno, lui c'è. Ho avuto momenti difficili nella vita, a modo suo mi è sempre stato vicino».

 

Cosa le invidia?

«La capacità di sopportazione».

 

E lei, cosa invidia ad Adriano?

«La sicurezza. Ne "La Squadra" si racconta di quando perdemmo in doppio con l'Inghilterra perché lui voleva "dare una lezione" a David Lloyd. Roba da vaffanculo negli spogliatoi. Al suo posto avrei tenuto lo sguardo basso, Adriano invece fece uno dei suoi sorrisi: «tranquilli, domani batto Taylor». Poteva sembrare presunzione, ma in quel momento capii che avevamo già vinto».

bertolucci panatta pietrangeli 33

 

Vi sentite spesso?

«Sono passati anche mesi senza un messaggio, ad esempio durante la pandemia. Un giorno squilla il telefono: "Che fai?". "Sto in casa, come tutti". "Io mi rompo le scatole. Cosa potremmo fare? Cuciniamo qualcosa, dai". Lui a Treviso, io a Verona, capisce? Al telefono. Bisogna prenderlo com' è».

 

Però in cucina è bravo.

«Sì ma sembra un chirurgo: "Passami l'olio, passami il sale". Non muove un passo. E io faccio da sguattero».

 

Sui vini è l'opposto.

«Lasciamo perdere. Se viene a cena si presenta con due bottiglie di vino, ma si vede chiaramente che è alle elementari».

Il momento più intenso della vostra carriera?

«L'ultima partita. Perdiamo in Davis contro l'Argentina di Vilas e Clerc a Roma, nell'83.

'"Paolo - mi fa - Io smetto". "Bene - gli rispondo - così smetto anch' io perché mi sono rotto le palle". Andando verso gli spogliatoi, ci siamo scambiati un sorriso di liberazione e di complicità che voleva dire: "Oh, è finita. Ma quanto ci siamo divertiti"».

 

Vi inseguite anche nella vita.

bertolucci panatta 44

«Lui, mi insegue. Romano, sposa una toscana e viene a vivere a Forte dei Marmi. Io divorzio e mi sposto a Verona, lui dopo un po' divorzia e si risposa a Treviso. Uno stalker».

 

Mai litigato per la politica?

«No, anche se mi fa ridere, si professa di sinistra e vive nella regione più leghista d'Italia.

Mi diceva: "Ma che vai a fare a Verona, che c'entri tu con i veneti". Ora gli piace Zaia: "È uno giusto". Un uomo di sinistra che vive come uno di destra. Anche adesso».

 

In che senso?

«Quasi tutti i weekend è a Cortina. Me lo immagino che va per i boschi, con il bastone, a cercare funghi».

 

Chi sta invecchiando peggio?

«Non c'è gara. Io esco tutte le sere, vado alle feste, in discoteca. Gli mando dei video e mi risponde: "Guarda con chi sono riuscito a vincere delle partite". Un vecchio».

 

Mai stati concorrenti in amore?

«Mai. Ho raccolto qualcosa, per dire così, di sponda: pensavano che flirtando con me avrei convinto Adriano ad andare con loro. Però ultimamente in una occasione c'è rimasto malissimo».

PANATTA BERTOLUCCI 44

Racconti.

«Ci ha scritto una signora: "Con Barazzutti andrei volentieri a cena, con Zugarelli potrei avere un flirt, per Panatta una piccola sbandata. Ma mi innamorerei follemente di Bertolucci". Come gli è bruciato: "Il mondo si è rovesciato". A me viene da ridere, lui rosica».

 

Cos' è l'amicizia?

«Non è la frequentazione, quella viene per caso, per opportunità. È fare una telefonata e sapere che l'altro arriva, non importa se sta a 100 metri o 500 chilometri».

Chi è più bravo a commentare in tv?

«Se la partita è interessante, Adriano regge. Ma appena cala si abbiocca. Io resisto di più».

 

Perché non fate una trasmissione insieme?

«Di proposte ne abbiamo parecchie, vedremo. Mi piacerebbe un seguito del docufilm di Procacci».

 

Non farete più coppia in campo?

bertolucci panatta

«Le racconto le ultime due. La prima per un doppio per beneficenza, con la moglie di Ancelotti e una ex modella. La moglie di Carlo dice: "Io gioco con Panatta". Ovviamente abbiamo vinto io e la ex modella. A rete, la signora Ancelotti mi fa: "L'anno prossimo gioco con te". L'aveva già scaricato».

 

La seconda?

«Doppio vecchie glorie a Parigi. La sera prima usciamo, facciamo tardi. La mattina dopo arriviamo al Roland Garros e ci sono i nostri avversari che si stavano allenando da un'ora e mezza. "Qui si mette male", gli dico. Pensavo di essere lì per divertirmi, ci hanno rovinato. No, capitolo chiuso». Gli faccia un augurio di cuore.

«Spero che a Cortina trovi tanti funghi».

Poi magari cucina un risotto e la invita.

PANATTA BERTOLUCCI PIETRANGELIpanatta pietrangeli bertolucci

«Il vino però lo porto io».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”