UN NUOVO PASTICCIO A REGOLA D’ARTE PER I REALI INGLESI – LA GALLERIA D'ARTE LONDINESE HAUSER & WIRTH È STATA INCRIMINATA PER AVER “FORNITO BENI DI LUSSO A PERSONE CONNESSE CON LA RUSSIA”: HA VENDUTO UN DIPINTO DELL'ARTISTA GEORGE CONDO AL COLLEZIONISTA RUSSO, ALEXANDER POPOV. IL CASO È FINITO SUI TABLOID PERCHÉ NELLA GALLERIA LAVORA LA PRINCIPESSA EUGENIA, FIGLIA DI ANDREA, IL “DUCA DI PORK” CHE HA PERSO I TITOLI REALI PER LO SCANDALO EPSTEIN – RIELLO: “LA RESPONSABILITÀ È INDIVIDUALE, MA CERTE EREDITÀ PARTICOLARMENTE DISGUSTOSE ‘SPORCANO’ ANCHE I DISCENDENTI. NEI ‘SALOTTI BUONI’ LONDINESI IN TANTI SI CHIEDONO: PER QUANTO TEMPO ANCORA HAUSER & WIRTH CONTINUERÀ A TENERE NELLO STAFF LA INNOCENTE-MA-ORMAI-INGOMBRANTE ARISTOCRATICA?”
Antonio Riello per Dagospia
“REPUTATION, REPUTATION, REPUTATION, I HAVE LOST MY REPUTATION!” (Cassio, Atto secondo, Scena terza, dell'Otello di Shakespeare)
george condo escape from humanity
Un noto mercante d'Arte italiano circa quarant'anni fa - scherzando - raccontava con accenti coloriti che la vendita dei quadri (ne aveva sempre qualcuno nel bagagliaio della sua auto) avveniva spesso negli stessi luoghi dove si scambiavano droga e (più raramente) armi. Ovvero negli angoli più nascosti dei parcheggi. Al tempo le telecamere erano molto rare, oggi quel tipo di privacy naturalmente non c'è più. Adesso 'ste cose si gestiscono sul Dark-Web.
Il corollario della storiella era semplice: il commercio dell'Arte, in qualche occasione, si trasforma in traffico dell'Arte. Situazione che naturalmente richiede discrezione, cautela e luoghi appartati.
Alcune motivazioni del traffico sono ovvie: l'evasione fiscale oppure la cessione di opere rubate/false. Altre ragioni sono più complesse e riguardano i cicli della geopolitica. L'Arte talvolta può diventare, come si dice in gergo, un "materiale sensibile".
A quest'ultimo caso riporta una notizia comparsa sulla stampa britannica. La nota galleria d'Arte Hauser & Wirth ha ricevuto, da parte degli inquirenti di Sua Maestà, la formale accusa di aver infranto le sanzioni che il Regno Unito ha imposto alla Federazione Russa e ai suoi cittadini. L'imputazione è di "aver fornito beni di lusso a persone connesse con la Russia". In pratica: ogni bene di valore superiore alle 250 sterline non può essere venduto (direttamente o indirettamente) a cittadini russi. La pena relativa viene applicata con draconiano rigore: la legge letteralmente usa la terrificante frase "multe di importo illimitato".
Nello specifico si tratta di un dipinto su carta dell'artista americano George Condo, "Escape From Humanity" che risulta essere stato venduto al Signor Alexander Popov. Alexander Popov e la moglie Evgeniya Popova sono dei rispettabili e noti collezionisti d'arte russi (tra i loro artisti preferiti Andy Warhol, Basquiat e Banksy). Non sono direttamente connessi con il cerchio magico di Putin e non sono personalmente stati sanzionati. Ma rimangono comunque dei cittadini russi.
Le accuse riguardano solo il venditore (che ha sede nel Regno Unito) e la compagnia di spedizione londinese (per prevenire ulteriori guai è già stata chiusa) che non ha fatto correttamente le obbligatorie procedure doganali.
La galleria ha prontamente dichiarato per bocca dei suoi legali la propria innocenza. La colpa sembra essere effettivamente del trasportatore. In effetti Hauser & Wirth è contraddistinta da un codice etico piuttosto stringente. Inoltre gode di robuste possibilità finanziarie. E' molto improbabile, anche a fronte di importi rilevanti, che possa essere caduta nella tentazione di infrangere la legge.
Ricordiamo che si tratta di una società con 3 importanti sedi in Inghilterra, 6 in Svizzera, 3 a New York, 2 in California, 2 in Spagna (più degli spazi minori ad Hong Kong e a Parigi). Non avrebbe nessun senso infangare la propria reputazione per un affaruccio del genere. H&W non ne ha bisogno.
Il motivo per cui la stampa parla con una certa enfasi di questa faccenda è anche un altro (più mediatico): nella sede londinese di Hauser & Wirth ci lavora (fin dal 2015) la Principessa Eugenie.
hauser wirth london saville row
Lei può ancora legittimamente fregiarsi del titolo, a differenza del padre e della madre che sono stati "degradati" con ignominia a semplici sudditi (almeno in questo caso il cattivo di turno sembra sia stato finalmente punito, con grande plauso pubblico). Il fatto che un componente della sciagurata famiglia di Mr Andrew Mountbatten Windsor sia - seppure in maniera assolutamente indiretta - associato ad un (altro) reato è comunque una succosa notizia.
Come è noto, una profonda incertezza economica e politica sta tormentando gli abitanti del Regno Unito. Una crisi che diventa sempre più questione di identità nazionale. C'è urgente bisogno di capri espiatori: i migranti-chiedenti-asilo sono ovviamente il bersaglio principale.
Ma i media, in certi momenti, devono servire alla gente anche un po' di gustosa distrazione: lo stigma esteso delle solenni porcate dell'antipatico ex-principe può benissimo servire allo scopo. La responsabilità è individuale, ma certe eredità particolarmente disgustose "sporcano" in qualche modo anche i discendenti dei malandrini. Certo non è giusto, ma spesso funziona così.
Nei "salotti buoni" londinesi in tanti si stanno facendo una domanda: per quanto tempo ancora gli attenti strateghi di Hauser & Wirth continueranno a tenere nel loro staff la innocente-ma-ormai-ingombrante aristocratica?

eugenia di york, sarah ferguson, principe andrea e la sorella beatrice
la principessa eugenia in u abito di vivienne westwood al matrimonio di kate e william
principessa eugenia
hauser wirth in saville row
andrea, william, camilla e eugenia


