POGBA, UN BALOTELLI CON LA TESTA SULLE SPALLE CHE FERGUSON HA “BUCATO” LASCIANDOLO A CONTE

Gabriele Romagnoli per "La Repubblica"

Pogba è un calciatore improbabile che fa cose impossibili. Il che lo rende più che un campione, un potenziale fuoriclasse, uno di quelli per cui paghi il biglietto allo stadio o l'abbonamento alla pay per view. Vuoi vederlo in diretta, senza che nessuno te l'abbia raccontato prima, perché non sai mai aspettartelo e questo, di una persona o di un giocatore, è una delle cose più belle che si possano dire. A un certo punto accade l'imprevedibile, ma quello che ti stupisce in positivo: la neve d'agosto, Bruce Springsteen seduto al bancone di fianco a te, un'invenzione di Pogba.

L'arcobaleno si accende sul prato all'ottantesimo di Juventus- Napoli. A dieci minuti dalla fine sul 2 a 0 si può anche osare, ma Pogba lo aveva fatto pure a dieci secondi dall'inizio. Il rischio è il suo mestiere di calciatore. Accade spesso che veda passare sfere ad altezze che consiglierebbero uno stop di petto se non addirittura un colpo di testa e lui, semplicemente, alzi il piede e lo domi.

Porta giù palloni a un metro da terra con un movimento tentacolare che ha un solo memorabile precedente: Marcel Desailly. Quel che ne fa dopo, però, è molto più esplosivo, come se subentrasse un altro riflesso: Georges Weah. Stop impossibile + tiro fulminante = a nessuno, se non a se stesso. Con quel che gli arriva al limite dell'area napoletana che cosa potrebbe mai fare? Fermarlo sotto la suola e guadagnare tempo prezioso. Troppo facile. Smistarlo di prima intenzione.

Non c'è nessuno smarcato. Tirare al volo. Quella sarebbe la prima opzione del campione: fare la cosa più difficile, il tiro a giro di Giuseppe Rossi contro la Sampdoria, la punizione imparabile di Andrea "Tre Dita" Pirlo pochi minuti prima. Cose per pochi. Pogba sceglie la soluzione del fuoriclasse: la cosa che può fare soltanto lui e che nessuno, in campo, sugli spalti, nella cabina del telecronista, può prevedere, immaginare o fermare.

Quando, in Atalanta-Bologna Brivio avanza palla al piede (e in lontananza vede Curci) il telecronista dice: «Occhio, che questo tira». E così va. Mentre Pogba riceve il passaggio a nessuno verrebbe in mente di dire: «E adesso questo se la alza poi spara». Come si fa? Bisogna essere ancora in cortile, avere la stessa incorrotta fiducia nel futuro e nelle proprie capacità. Sentirsi tranquillo, forte, unico. Alzarsi quel pallone è la mossa del matto compiuta dal saggio. Perché è talmente inattesa da non consentire contromisure. Allo scoccar del tiro i difensori fanno muro.

Al palleggio rimangono sconcertati a guardare: «Che fa questo? ». Aspetta che il pallone ricada (giacché non di poco l'ha sollevato) e lo colpisce in pieno dove l'impatto è più potente. Se esistesse la formula geometrica di un'operazione del genere, non sbaglierebbe di un centimetro: il punto di convergenza è perfetto, la potenza calibrata, l'angolazione massima. Ma non esiste: nel paese dell'inedito Pogba abita solo e felice. Il suo gesto è quello del cowboy che lancia in aria la bottiglia, estrae la pistola e con un colpo la frantuma.

Quello era cinema, ma è sempre fantasia quel che ci vuole. Il telecronista di Sky si lascia andare: «E' Pogba il satellite che cade sull'Italia». Quello non è pervenuto, questo è arrivato davvero. Più che un ammasso di ferraglia rottamato ricorda "L'uomo che cadde sulla terra", il film tratto da romanzo di Tevis. Non assomiglia a David Bowie, ma ne condivide la natura aliena. Custodisce il segreto delle traiettorie e la possibilità di un altro mondo, forse semplicemente quello a cui abbiamo rinunciato crescendo.

Pogba sta ancora crescendo e questa prospettiva è affascinante e spaventosa. Dopo quel tiro è rimasto fermo a guardare, ma aveva l'esito negli occhi. Il campione che fa la rovesciata o il colpo di testa in tuffo rimane a terra e intuisce di aver segnato dal boato della folla. Il fuoriclasse cambia espressione un attimo prima che la telecamera riprenda e il tabellino registri.

Pogba lo sapeva. Questo lo rende alieno rispetto a quanti, quasi tutti noi, vagano senza un indizio di quel che avverrà. Merito del suo crescendo è gran parte di mister Conte, che nella circostanza ha visto più lontano di sir Ferguson (e quanti possono dirlo), l'ha preso, l'ha inserito, l'ha dosato, l'ha sguinzagliato e ora se lo gode.

Ma se c'è una cosa per la quale pagherei oro è vedere l'allenatore che spiega i movimenti a questa piovra venuta dello spazio e gli dice: «Ascoltami, perché vedi, anch'io giocavo come te. Voglio dire, nello stesso ruolo. Insomma, pressappoco. Voglio dire, so che cosa succede quando... Vabbè: fa' un po' come ti viene».

 

POGBApogba duello tra Pogba e Guarin Pogba pogbapogbapogbapogbaPogba CAM resize

Ultimi Dagoreport

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

orazio schillaci gemmato meloni ministero salute

DAGOREPORT – ALLA SALUTE DI GIORGIA! IL FEDELISSIMO DELLA MELONI, IL SOTTOSEGRETARIO MARCELLO GEMMATO, È DESTINATO A ESSERE PROMOSSO A VICEMINISTRO DELLA SALUTE – MA A FRENARE LA SUA NOMINA È IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI, CHE NUTRE DUBBI SUL POSSIBILE CONFLITTO D’INTERESSI DEL SOTTOSEGRETARIO, TITOLARE DI UNA FARMACIA IN PUGLIA – BASTA VEDERE IL PROVVEDIMENTO CHE HA FATTO FELICI I FARMACISTI: ORA POSSONO VENDERE CON RICCHI MARGINI DI GUADAGNO UNA SERIE DI FARMACI CHE PRIMA ERANO NELLA CATEGORIA “ASSISTENZA DIRETTA” ED ERANO DISTRIBUITI DAGLI OSPEDALI – LA DUCETTA HA CAPITO CHE ANCHE MATTARELLA POTREBBE STORCERE IL NASO DAVANTI ALLA NOMINA DI GEMMATO, E PER ORA PRENDE TEMPO…

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…