gli azzurri cantano notti magiche

"MA QUALI 'NOTTI MAGICHE', L'ITALIA NON HA ANCORA VINTO NIENTE, I GIOCATORI PENSINO SOLO ALL'AUSTRIA" – IL FRANCESCANESIMO PALLONARO DI GIANCARLO PADOVAN: “VORREI UNA NAZIONALE CON IL SAIO SULLE SPALLE, MOLTO SPETTACOLARE IN CAMPO (E CON IL GALLES, SENZA OFFESA, NON LO SIAMO STATI) E PER NULLA APPARISCENTE FUORI. CON I GIOCATORI CHE MAGARI DICANO QUALCHE BANALITÀ MA CON QUALCHE ECCESSO DI PROTAGONISMO IN MENO" - VIDEO

 

Giancarlo Padovan per calciomercato.com

 

gli azzurri cantano notti magiche

Scusate il predicozzo, ma a me le immagini dei calciatori azzurri che cantano in coro e davanti alle telecamere “Notti magiche”, peraltro dopo aver fatto la doccia ed essersi rimessi l’abito di ordinanza, sono sembrate fuori luogo.

 

Primo, perché passare il girone rappresentava il minimo sindacale e averlo fatto da primi (anzi da “primissimi” come ha titolato un’incontenibile Gazzetta dello Sport) aggiunge poco in rapporto al valore modesto degli avversari. Secondo, perché non si è ancora vinto niente di niente e perché fin dagli ottavi comincia una competizione totalmente diversa e, per certi versi, assai anomala. Partita secca che esige un vincitore: sia esso entro i 90 o 120 minuti, eventualmente si va ai rigori.

 

gli azzurri cantano notti magiche

Difficile che l’Austria, nostro prossimo avversario, migliori tecnicamente e diventi più pericoloso del poco che sembra, ma questi sono discorsi da giornalisti. I calciatori sono obbligati a pensare che qualsiasi avversario è il più forte del mondo e che per batterlo serve il massimo dello sforzo fisico e mentale. Chi pecca di hybris (superbia) finisce per pagare con la Nemesi (il nome della Dea distributrice di giustizia) e l’Italia che canta e che balla non può permettersi né euforia, né festeggiamenti anticipati.

 

Ovviamente da questo discorso sono esclusi tifosi e affini che hanno tutto il diritto di scendere in piazza e sventolare le bandiere ora che perfino il Covid sembra - dico sembra - darci una tregua e c’è bisogno, più che voglia, di stare insieme. Per ora si festeggia e si brinda davanti ai maxi schermi, i caroselli con le auto verranno dopo, se andremo avanti e magari arriveremo ad alzare la coppa.

 

IL COLPO DI TACCO DI ROBERTO MANCINI DURANTE ITALIA GALLES

Tuttavia, da italiano e da tifoso, non vorrei che il crescente entusiasmo che ha accompagnato le tre partite venisse azzerato da un’eliminazione che, se non ci sta con l’Austria, potrebbe benissimo arrivare dal Belgio, non a caso numero 1 del ranking Fifa.

 

Quale ricordo resterebbe di una nazionale estromessa ai quarti di finale, esattamente come accadde a quella di Conte nel 2016, complici i calci di rigore meglio tirati dalla Germania? Temo che anche chi oggi inneggia a Mancini e ai suoi ragazzi sarebbe pronto a scatenare il sarcasmo, magari ricordando che siamo stati troppo frettolosi nel cantare una vittoria che ancora non c’è.

 

matteo pessina esulta dopo il gol al galles 2

Sarò scomodo, ma io vorrei una Nazionale con il saio sulle spalle, molto spettacolare in campo (e con il Galles, senza offesa, non lo siamo stati) e pur nulla appariscente fuori. Con i giocatori che magari dicano qualche banalità in più se serve a schermare i fremiti e la voglia di vincere, ma con qualche eccesso di protagonismo in meno.

 

Finora - va detto con chiarezza - a parte quell’esibizione davanti alle tv, tutti sono stati inappuntabili, ma i problemi possono arrivare adesso che uno tra Locatelli, Barella e Verratti dovrà stare fuori o, magari, se qualcuno pronto si sentirà messo da parte dal c.t.

roberto mancini

 

In questo, però, Mancini è una certezza. Non sonda solo i valori, sonda anche gli umori. E sa toccare le corde giuste. Siano quelle del cuore o della mente, finora non ha mai sbagliato. 

italia galles 1matteo pessina esulta davanti a roberto mancini

 

italia gallesitalia gallesmatteo pessina esulta dopo il gol al galles

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