messa dino viola 9

QUANDO IL CALCIO PARLAVA “IL VIOLESE” - DA BRUNO CONTI AL LAZIALE PULICI: A 25 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA, ROMA RICORDA DINO VIOLA, IL PRESIDENTE DEL 2° SCUDETTO GIALLOROSSO - IL FIGLIO RICCARDO: “SE CI FOSSE STATO MIO PADRE, LA CURVA SUD NON SAREBBE MAI STATA VUOTA”

riccardo viola saluta tonino tempestilliriccardo viola saluta tonino tempestilli

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

Francesco Persili per Dagospia

 

Era il sogno di Dino Viola. Uno stadio di proprietà con i cinema, i negozi, da vivere sette giorni su sette. Una società di calcio avrebbe dovuto svincolarsi dall'alea dei risultati sportivi e puntare forte sugli asset patrimoniali: l’Ingegnere, che regalò alla Roma il secondo scudetto della sua storia, lo diceva con 30 anni di anticipo.

 

stendardo dell unione tifosi romanististendardo dell unione tifosi romanisti

«All’inizio si era pensato all’ipotesi Magliana - ricorda il figlio dell’ex presidente giallorosso Riccardo Viola, presidente del Coni Lazio, a Dagospia - poi venne fuori l’idea Romanina. Dopo le iniziali diffidenze anche il Coni si era convinto della bontà del progetto che incontrò fortissime resistenze nell’opinione pubblica».

 

vincenzo malagovincenzo malago

Viola fu il primo presidente a comprendere la trasformazione del calcio e la sua progressiva integrazione nell’industria mondiale dell’entertainment.  Portò il club giallorosso fuori dal Raccordo Anulare attraverso politiche di valorizzazione del marchio e di commercializzazione dell’immagine innovative, sfruttò la nuova frontiera delle sponsorizzazioni per legarsi a un noto marchio alimentare (Barilla). “L’obrigado” di Falcao e lo spot celebrativo sulla Roma campione vista hanno fatto epoca. L’abbinamento viene ancora oggi ricordato dagli specialisti del marketing come una delle forme di pubblicità più efficaci.  

 

tifosi giallorossi alla messa per dino violatifosi giallorossi alla messa per dino viola

Viola non aveva grandi gruppi industriali alle spalle ma mise in campo cento milioni di idee per lanciare la sfida alle grandi del Nord: tesserò il “secondo straniero”, Cerezo e poi, sfruttando un cavillo regolamentare, Sven Goran Eriksson, lanciò la “Polisportiva Roma”. Cancello la Rometta e restituì dignità alla Roma. Il suo rimpianto fu lo stadio di proprietà per il quale dovette subire uno «stillicidio di accuse» - ricorda il figlio Riccardo - si parlò di rischi di speculazione, «mio padre fu equiparato a un palazzinaro e dovette chiarire che era ingegnere meccanico ...».

lo striscione dei ragazzi della sud per dino violalo striscione dei ragazzi della sud per dino viola

 

A 25 anni dalla sua morte nessuno ha dimenticato l’Ingegnere che liberò la Roma dalla «prigionia del sogno» e la condusse a 11 metri dalla Coppa Campioni. Ex calciatori (tra cui anche il “rivale” Felice Pulici, il portiere della Lazio campione d’Italia) dirigenti storici, vecchi consiglieri di amministrazione del club (dal senatore Pd Raffaele Ranucci a Vincenzo Malagò, padre dell’attuale presidente del Coni), Luca Di Bartolomei, il figlio di Ago, capitano della Roma del secondo scudetto, non hanno voluto far mancare la loro presenza alla messa in suffragio dell’ex presidente giallorosso.

 

raffaele ranucci  riccardo violaraffaele ranucci riccardo viola

Il sentimento di un’appartenenza, la memoria di uno stile. Lo striscione dei tifosi rievoca “il violese”, il linguaggio tipico dell’Ingegnere che correva lungo un crinale di eleganza, diplomazia, allusioni, sottintesi, ironia. Un segno di distinzione e riconoscibilità che trovava la sua sublimazione nella rivalità sportiva con la Juventus e nelle dispute con Boniperti. Il gol di Turone annullato per fuorigioco.

 

Questione di centimetri, di righelli e di duelli in punta di penna con lo scrittore juventino Mario Soldati per difendere Roma, «la città che dà un senso alla civiltà a cui tutti apparteniamo». Lo striscione della curva ha commosso il figlio Riccardo: «Se ci fosse stato Dino Viola, la curva non sarebbe mai stata vuota. Bisognava evitare che lo stadio si presentasse in quella veste...»

 

mario pescantemario pescante

Si parla delle barriere e della curva divisa: «Stiamo facendo un regalo a tutte le altre squadre. È come giocare a porte chiuse. Pallotta non ha colpe ma la curva vuota è una sconfitta per tutti. Si può trovare ancora una soluzione. Auspico la costituzione di un tavolo fra il Comune, il Prefetto, la Questura e i rappresentanti del tifo. E poi mi chiedo: è solo la Curva Sud fuorilegge?» Riccardo Viola parla anche dei Giochi olimpici di Roma 2024: «Una grandissima opportunità di rilancio per la città. Come nel 1960 quando la Capitale grazie ai Giochi ha vissuto un momento magico.»

 

raffaele ranucci e giorgio perinettiraffaele ranucci e giorgio perinetti

La Storia e le storie. L’onore e il privilegio di chi ha lavorato per la Roma in quel periodo. Viola era il primo ad arrivare a Trigoria e l’ultimo a spegnere la luce.  E’ stato un secondo padre per molti calciatori di quella squadra. A Ubaldo Righetti provò ad organizzare, addirittura, il matrimonio. Confusi nella folla anche l’ex ds Giorgio Perinetti e l’ex dg della Figc, Antonello Valentini. La Roma di ieri e quella di domani.

 

mauro baldissoni saluta riccardo violamauro baldissoni saluta riccardo viola

A rappresentare il club di Pallotta, c’è il dg Baldissoni, che smentisce ipotesi di vendita del club. Ma il nuovo stadio si fa o non si fa? I ritardi nella consegna del dossier alla Regione,gli investitori privati che chiedono stabilità politica. Nonostante tutto da Trigoria filtra ottimismo: «Lo stadio si farà». 30 anni dopo riuscirà il sogno di Dino Viola a diventare realtà?

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