CI VUOLE IL ROMANO E ROMANISTA ALESSIO CERCI PER FERMARE LA ROMA DEI RECORD - ALLEGRI MANCO PE’ GNENTE: IL MILAN SPROFONDA

DAGOREPORT.

È il minuto sessantatre. Benatia sembra in vantaggio, ma è solo un'impressione. Si fa fregare, dopo dieci partite da mostro, dalla punta di riserva del Torino Riccardo Meggiorini. De Santis, vestito di nero, con una parata alla Banks gli aveva negato il pareggio qualche minuto prima. Qui Meggio (che è uno che non segna mai) sgomita, spintona, conquista lo spazio e serve la vendetta all'ex ribelle che tra un vizio e una mattana a Trigoria non venne capito.

Ora è cambiato, ha la faccia pasoliniana e si chiama come ieri, sempre Alessio Cerci, romano e romanista, ala vecchio stampo cresciuta nelle giovanili giallorosse, pupillo di Ventura e vero colpo di mercato di Cairo che lo ha riscattato a meno di 5 milioni di euro. È lui con un tocco sotto a fermare la corsa geometrica di Rudi Garcia e interrompere il record di De Santis (744 minuti) quando a meno di mezz'ora dalla fine, sembrava che dopo aver battuto ogni record in patria, anche quello europeo del Tottenham dovesse cadere.

Dieci vittorie quindi e non undici, come pure dopo lo spavento firmato El Kaddouri e il gol di Strootman al ventottesimo pareva dovesse accadere. Pareggio giusto, con un buon Toro, qualche lieve distonia arbitrale (fallo non sanzionato di Bellomo su Maicon) e che in attesa di dare ascolto a De Rossi: «Se vinciamo con il Sassuolo guadagnamo punti comunque» e di vedere come sia affronteranno nel prossimo turno prima della sosta Napoli e Juventus lascia la Roma a 31, a più tre dalla coppia formata da Conte e Benitez.

Le altre due.
Il campionato diviso per settori aveva detto quasi tutto già sabato notte. La determinata convinzione della Juventus a Parma. Molto Tevez, un po' di culo nel prodigio del geniale e sottovalutato Quagliarella poi finalizzato da Pogba, tre punti su un campo difficile. E tre punti anche per l'altra inseguitrice, il Napoli di Benitez, alle prese con un povero Catania, penultimo, domato ben oltre il 2-1 finale. Se la Roma fino a Torino è stata di un altro pianeta, Napoli e Juve non hanno dormito. Ora sono a tre punti, ma si devono sfidare. Vincere è fondamentale, non perdere importante, il torneo ancora molto lungo.

Belle storie.
Lo sta onorando in maniera impressionante il Verona di Mandorlini, il successo con il Cagliari per 2-1 mette in seri guai Diego Lopez, il tecnico di Cellino, e continua a mettere in vetrina l'eterno Toni e lascia i veneti in piena zona Champions a 22 punti insieme all'Inter comodamente vittoriosa con un bella prova e un super Palacio per 3-0 in quel di Udine. Forse come dice Thohir servono le ali, ma ieri al Friuli funzionavano e funzionava il progetto di Mazzarri che potrà finire quinto o terzo e di certo non è simpatico come Benitez o affascinante come Garcia, ma la cui mano, sul campo ha un'impronta chiarissima.

Sprofondo Milan.
Chiarissima come la crisi senza fine del Milan. Delirio in società dopo il tonfo interno con la Fiorentina (ora quinta a 21 punti) e deciso cambio societario preteso da Barbara Berlusconi. Pagherà l'ex geometra Galliani? È possibile, anche se la figlia di Silvio, già fidanzata di Pato smentisce: «Non ho mai chiesto il cambiamento dell'ad Adriano Galliani: nei numerosi colloqui telefonici con mio padre dopo la sconfitta con la Fiorentina ho chiesto semplicemente un cambio di filosofia aziendale per il Milan».

Sarà. Intanto la squadra dei Costant, dei Gabriel, dei Birsa, dei Niang e dei Balotelli in sconfinata involuzione è con il suo allenatore a tempo, Max Allegri, in ritiro. In programma il Barcellona e in bilico tra Seedorf e Inzaghi l'estrema unzione per una storia arrivata al termine. Il Sassuolo è tre punti. Meditare non basta più.

Striscioni di solidarietà pro Alba Dorata ai martiri dell'Acca Larentia greca all'Olimpico nel tracollo laziale (0-2 con il Genoa di Gilardino) e panchine in bilico (in attesa dell'ultima chiamata bolognese per Sannino del Chievo) a Genova (dove il Sassuolo vince incredibilmente su una Sampdoria distrutta per 4-3) e Delio Rossi trema ma il ds Osti lo tranquillizza in serata e a Cagliari, Lopez non sta meglio. Come sempre, si vedrà domani.

 

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