jannik sinner australian open

COMINCIA L’OPERAZIONE-RIENTRO DI SINNER CHE RIPRENDE A LAVORARE IN PALESTRA! IL N.1 DEL MONDO, SQUALIFICATO TRE MESI, VALUTA LE SOLUZIONI DEI CAMPI PRIVATI ALL’ESTERO DOVE ALLENARSI (DUBAI, MIAMI O MONTECARLO E DINTORNI) – IL PROBLEMA E’ CHE JANNIK AVRÀ BISOGNO DI SIMULARE PARTITE, SCHEMI E SITUAZIONI DI GIOCO, A INIZIARE DALLA RISPOSTA CHE VA ALLENATA CON UNO SPARRING PARTNER CHE SERVA SOPRA I 200 KM ALL’ORA. ATTENZIONE AL SERVIZIO, FERMO DALLA FINALE DI MELBOURNE (26 GENNAIO): IL GESTO VA TENUTO OLIATO PIÙ DI OGNI ALTRO COLPO…

Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

Oggi comincia l’operazione-rientro.

 

jannik sinner sfilata gucci milano fashion week

A tre settimane dall’inizio della sospensione di tre mesi patteggiata con la Wada (9 febbraio), a 63 giorni dal ritorno alla normalità (le 23.59 del 4 maggio), Jannik Sinner ricomincia a lavorare insieme alla metà del team che dovrà accompagnarlo alla ripresa dell’attività in perfetta forma. Non è difficile trovare una palestra privata a Montecarlo: è tra panca e attrezzi che il n.1, con la testa sgombra dopo la vacanza (seppure forzata), può iniziare una preparazione mirata agli obiettivi che ha in mente.

 

Marco Panichi, ex saltatore in lungo, viene dall’atletica e ha già lavorato in coppia con Ulises Badio ai recuperi post-infortunio di Djokovic. Ha tutti gli strumenti per gestire la situazione («Avere così tanto tempo, quasi una preparazione da atletica leggera, ci consentirà di andare a toccare profondamente le caratteristiche e le condizioni che vogliamo migliorare» ha spiegato) mentre il coach Simone Vagnozzi, atteso a Montecarlo la settimana prossima, valuta le opzioni del ritorno al tennis.

sinner anna wintour

 

Esclusa l’Italia, la ricerca di un campo fuori dall’egida delle federazioni (il Montecarlo Country Club, preso subito in considerazione anche per una massima economia dei costi, non ha i requisiti) conduce all’estero. Dubai (la ripresa dell’attività può avvenire anche sul veloce, per poi passare alla terra battuta), Miami (lì però la terra è soprattutto verde, più veloce di quella rossa europea) o Montecarlo e dintorni, per sfruttare l’effetto-casa.

 

La sensazione è che a decidere il luogo sarà lo sparring partner (no professionisti, no junior, no tesserati), in questo momento il rebus più complicato da risolvere.

 

jannik sinner foto mezzelani gmt 10

«Sinner ha il margine per potersi permettere tre settimane di carico e una di scarico, come quando si prepara un Mondiale di atletica — spiega Barbara Rossi, direttore tecnico della Sg Sport Arese, coach e talent di Sky —. Forza, velocità, resistenza per non avere più cali al quinto set, elasticità: il momento è da sfruttare per lavori mirati, che lo restituiscano al tennis, a Roma sulla superficie che gradisce meno, al top».

 

Più avanti, certo, avrà bisogno di simulare partite, schemi e situazioni di gioco: «Il cesto va bene per pulire i colpi, ma poi dovrà ritrovare la palla viva. La risposta, per dire, la curi con uno sparring che serva sopra i 200 km all’ora». E né Vagnozzi né Cahill, che potrebbe aspettarlo negli Usa, bastano a riprodurre le dinamiche del match. Attenzione al servizio, fermo dalla finale di Melbourne (26 gennaio): «Il gesto va tenuto oliato più di ogni altro colpo, simulando il movimento con palla ovale o racchetta appesantita» è l’avvertimento. 

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