all blacks haka

VALEVA LA PENA ROVINARE ANCORA DI PIU’ IL PRATO DELL’OLIMPICO PER LA SOLITA LEZIONE DEGLI ALL BLACKS ALL’ITALRUGBY? BUONA PROVA DEGLI AZZURRI CHE REGGONO 60 MINUTI, POI I NEOZELANDESI DILAGANO E SI IMPONGONO 9-47 (CON SETTE METE A ZERO) - APPLAUSI DEL PUBBLICO ALLA GIOVANE ITALIA DEL RUGBY MA L’OLIMPICO NON ERA AFFATTO PIENO, IL DATO UFFICIALE È DI CIRCA 30.000 SPETTATORI MA SEMBRAVANO ANCHE MENO…

Simone Battaggia per gazzetta.it

 

italia all blacks

Gli All Blacks sono gli All Blacks, ma l’Italia per lo meno ha un futuro davanti a sé. La sfida dell’Olimpico finisce 9-47, sette mete a zero. La Nuova Zelanda firma la sedicesima vittoria in sedici scontri diretti ed è logico che finisca così. Però alla fine della partita i ragazzi di Crowley si vanno a prendere gli applausi dell’Olimpico e sono meritati, perché una squadra nuova, con un nuovo giovane leader - Michele Lamaro ha 23 anni - con tanti ventenni nei posti chiave - Varney, Garbisi - combatte e si merita il rispetto degli avversari, esattamente ciò che le veniva chiesto alla vigilia.

 

italia all blacks

Per sessanta minuti, finché ne hanno, gli azzurri difendono con voglia e perizia, impongono in avanti e falli ai migliori al mondo, pongono loro dei problemi. Poi si spegne la luce, finiscono le forze e il punteggio si allarga. Ma in attesa dei due test veramente probanti di questo novembre- sabato 13 a Treviso con l’Argentina e sabato 20 a Parma contro l’Uruguay -, la sensazione è quella di un gruppo vero, con dei leader, dei giocatori di livello - Lamaro, Garbisi, Varney ma anche Ioane, Brex, le prime linee - e un’identità su cui si può costruire.

 

PRIMO TEMPO

italia all blacks

L’Olimpico non è affatto pieno, il dato ufficiale è di circa 30.000 spettatori ma sembrano meno. L’inizio è struggente, con la chitarra di Jacopo Matrangelo - il ragazzo che commosse il mondo durante il lockdown suonando dai tetti di una piazza Navona deserta - in campo, a riproporre il Debora’s Theme di Morricone.

 

Dopo l’attesissima haka, guidata da Dane Coles, si comincia. Nei primi venti minuti gli All Blacks subiscono sei calci contro, la maggior parte nel gioco a terra, e perdono sei possessi nel gioco aperto. Non succede per caso, ma perché la diga difensiva pensata da Goosen e tradotta in campo dagli azzurri funziona come si deve: due uomini al placcaggio, pressione costante e continua. Brex, Lamaro, Riccioni, Sisi, Zanon e tanti altri si esaltano negli impatti, nel gioco a terra gli azzurri sono presenti e così gli All Blacks perdono possessi. Lamaro “sente” il flusso della partita e per due volte decide di mandare in touche calci piazzabili, ma dentro i 22 la maul azzurra non avanza di un centimetro e al largo si indietreggia; nel secondo caso, poi, viene persa la touche. È un’Italia sicuramente imperfetta, imprecisa nella rimessa laterale (tre perse), ma ha fame. C’è anche l’illusione della meta, con Ioane che su una situazione di vantaggio sfrutta una palla di recupero, ma un in avanti di Minozzi sulla raccolta al volo del pallone vanifica tutto. E così al 27’ il punteggio è ancora 0-0: pochi ci avrebbero creduto. La prima crepa si apre al 28’: Riccioni deve uscire per una ferita e in chiusa deve dare spazio a Ceccarelli, che entra freddo. La chiusa azzurra a 10 metri dalla meta è travolta, Christie raccoglie il pallone e firma la prima meta. La seconda arriva pochi attimi più tardi con il tallonatore Coles, uno dei veterani, che sfonda dalla maul.

italia all blacks

 

Siamo 0-14 e si vede una prima azione offensiva significativa degli azzurri, con Minozzi che mette pressione a McKenzie, non si fa ubriacare e alla fine impone il tenuto, per il calcio che Garbisi manda tra i pali. Il tempo potrebbe finire così, ma Giammarioli poco fuori dai 22 difensivi ha un momento di timidezza e si fa imporre il fallo. Gli All Blacks vanno in touche e dalla maul è ancora Coles che si fionda in meta: 3-21. C’è ancora un minuto e l’Italia ha il merito di sfruttarlo: pressione a terra dentro i 22, Coles fa fallo, Garbisi può firmare il calcio del 6-21 con cui si chiude il tempo.

 

LA GRANDINATA

  La ripresa inizia con gli All Blacks che iniziano a schiacciare sull’acceleratore. Per venti minuti la diga tiene ancora, al 4’ si conquista un calcio per fuorigioco degli All Blacks che viene sprecato da una touche “furba” giocata male dentro i 22 d’attacco. Ioane si esalta in difesa (tiene alto Coles al 10’, evitando la meta) e riesce a trovare anche qualche break.

 

Al 16’, quando l’Italia ferma una lunghissima azione multifase e alla fine forza anche il tenuto del calcio, l’Olimpico si spella le mani e Garbisi centra anche il calcio del 9-21. Ma è il canto del cigno. Perché lo stesso Garbisi, sfinito, esce per crampi sostituito da Canna, e anche Varney deve lasciare il posto a Braley. In generale gli azzurri, che non hanno la stessa panchina lunga, patiscono un calo fisico evidente.

ALL BLACKS

 

Lamaro sprona i compagni che però, semplicemente, dopo una partita di enorme sacrificio non ne hanno più. E allora si aprono le cateratte, dal cielo e in campo: volano in meta il tallonatore di riserva Aumua per due volte, ma anche Reece e Sotutu. Il divario inevitabilmente si allarga a proporzioni più attese alla vigilia, fino al finale di 9-47. Una lezione pesante per un’Italia giovane, che però si è guadagnata il rispetto

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)