vezzoli tv 70

"TV 70: FRANCESCO VEZZOLI GUARDA LA RAI" – IL PRIMO "SCANDALOSO" OMBELICO DELLA CARRA' E GIORGIO DE CHIRICO ALLA "DOMENICA SPORTIVA": VIDEO E OPERE ALLA FONDAZIONE PRADA - VEZZOLI: "LA RAI È STATA IL CENTRE POMPIDOU CHE L'ITALIA NON HA AVUTO"

 

raffaella carra'raffaella carra'

https://www.youtube.com/watch?v=OSA_LzKmmxM

 

Fabiana Giacomotti per ‘Il Foglio’

 

Si può cavalcare a due andature anche sulla groppa del cavallo di viale Mazzini, dunque accade che mentre quotidiani e riviste aspirano voluttuosi qualunque rigurgito di polemica affiori dalle prese d' aria antistanti l' ingresso della sede Rai, Francesco Vezzoli, artista di rilevanza mediatica prediletto di Miuccia Prada che di lui cura anche il look, si sia ricordato dei pomeriggi della propria infanzia trascorsa davanti ai programmi della tv nazionale e al momento stia apportando gli ultimi tocchi a un grande progetto espositivo che aprirà ai primi di maggio alla Fondazione Prada: "Tv 70: Francesco Vezzoli guarda la Rai".

 

schifanoschifano

Per chiunque abbia superato i quarant' anni, si tratta di un compendio gioioso, ma anche riflessivo, sui meccanismi che regolavano la più potente macchina di produzione culturale e identitaria del paese in anni difficili. Anni in cui la Rai, smesso il ruolo prettamente pedagogico degli esordi, investiva in cultura visiva e politica.

 

Per tutti gli altri la visita, che alterna video a opere d' arte di Burri, Schifano, Fontana, Boetti, Fabio Mauri con il Televisore che piange, cioè i primi grandi artisti arrivati nelle case degli italiani grazie al piccolo schermo, sarà la scoperta di una programmazione che si riteneva abbastanza forte da non aver bisogno di ricorrere ad attricette di mezza età per ballare malamente il tango perché le professioniste facevano la fila per esserci, insieme con registi da Oscar.

 

fabio maurifabio mauri

C' è dunque L' albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, caposaldo della celebrazione nostalgico-pauperista, ma anche Canzonissima con Raffaella Carrà che sfoggia il primo, scandaloso ombelico nel completo disegnato da Enrico Rufini; ci sono i documentari scomodissimi di Pier Paolo Pasolini, madre Teresa di Calcutta a Pronto Raffaella e Giorgio De Chirico alla Domenica sportiva, prima celebrazione di quella trasversalità fra generi che all' Italia riesce tuttora molto meglio che altrove e l' esposizione mostra chiaramente il come e il perché.

 

Un esempio pop: non pensate neanche per un minuto che quella simpatica presa per i fondelli del nostro agnosticismo modaiolo che è Occidentali' s Karma sarebbe potuta nascere a Gangnam-gu, il distretto di Seul dove invece si sono sviluppate le sonorità ossessive di Psy, fenomeno virale di qualche anno fa, con la sua rigida stratificazione di simboli occidentali.

 

Se le radici della nostra capacità di far cortocircuitare pensieri ed espressioni diverse del pensiero mondiale affondano in quella prima grande prova di laicità che è il Rinascimento, quella televisione sperimentale, creativa che fu la Rai negli anni Settanta è la fase di passaggio essenziale perché milioni di persone capiscano il testo di Francesco Gabbiani e ne accolgano l' ironia con un sorriso complice, saputo.

 

giosetta fioronigiosetta fioroni

Qualche settimana fa, una neo laureata cinese che sosteneva il suo primo esame specialistico in Italia mi ha detto di trovare un' unica cosa davvero incomprensibile, nella nostra università e nella nostra cultura, ed è la mania generalizzata di mettere in relazione fatti e idee lontane oltre, naturalmente, alla nostra intollerabile verbosità: perché mai non ci limitiamo a fornire schede didattiche a risposte multiple come usa dappertutto e soprattutto nel suo paese? Estremizzando e volendo semplificare un discorso complesso, perché Voltaire sbarcava il lunario vendendo calze di seta alle signore ma accompagnandole a storielle e motteggi, e perché tre secoli dopo De Chirico commentava i gol in televisione. Siamo figli allo stesso modo del panta rei eracliteo e del "singing in the rain" di Lennie Hayton e, visto che lo sappiamo, non ci irrita trovarli insieme nella stessa strofa di una canzoncina. Ci fa sorridere.

 

canzonissima carra'canzonissima carra'

La mostra della Rai, almeno sulla carta e dalla prima selezione di video comunicata, è davvero brillante, però fa sorgere un dubbio: o Vezzoli ha guardato davvero molta televisione fin dalla culla (è nato nel 1971, l' ombe lico della Carrà ha i suoi stessi anni), oppure per selezionare i video si è piazzato davanti all'"Octopus" delle Teche per un annetto, oppure i consulenti scientifici della mostra, che sono il conduttore di Tv talk Massimo Bernardini e il filosofo Marco Senaldi sono davvero bravi; e lo sono, naturalmente.

 

La selezione che verrà proposta al pubblico forzatamente supercilioso e molto internazionale che frequenta l' ex distilleria nei pressi della vecchia stazione di Porta Romana è del genere che, come dire, non limita né invettive né apprezzamenti al confine di Chiasso.

 

Resterà molto colpito, e dunque ci sono altissime probabilità che, grazie al patrimonio di video e di informazioni contenute nelle Teche, l' Italia aggiunga un tassellino al credito di cui gode nel settore "stile di vivere" come lo definiva il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pochi giorni fa alla cerimonia di apertura del Salone del mobile, non volendo cedere alla scorciatoia dell' inglese lifestyle, e ne tolga due al discredito sul tema burocrazia e flessibilità, che sono invece i motivi per i quali precipitiamo al posto cinquantasei nella più recente classifica della Banca Mondiale sui paesi migliori per fare business.

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Le due cose, talvolta, in Italia riescono a non essere in contraddizione: la Rai è stata fin dalla fondazione opera pubblica, politicizzata, farraginosa, è fondata sul patto fra partiti e paese sul tema dell' infor mazione eppure, la mostra è lì a renderlo evidente, guarda che meraviglia di programmi ha mandato in onda.

 

A chi dovesse fare boccuccia osservando che quarant' anni fa la televisione "era un' altra cosa" rispetto a oggi (gli altrocosisti, declinazione perniciosa del "panta rei -singing in the rain", in Italia sono diffusissimi), si potrà sempre ribattere che il patrimonio delle Teche, testimonianza di quella potente macchina culturale e identitaria della Rai, rappresenta non solo la coscienza culturale del paese, un deposito totemico e fascinoso di memoria trasversale, colta e popolare, ma anche la migliore prova delle origini della nostra eccellenza nel design, nella moda, in generale nel gusto, come ha osservato il presidente della Rai, Monica Maggioni, qualche sera fa alla presentazione di un libro a Roma.

 

OSSESSIONE VEZZOLI 3OSSESSIONE VEZZOLI 3

"La Rai è stata il Centre Pompidou che l' Italia non ha avuto", ha detto invece Vezzoli durante la presentazione della mostra, felice e molto veritiera battuta. Di questo progetto culturale che continua a svolgersi e ad arricchirsi, quasi invisibile sotto le polemiche, le Teche sono il cuore. Legioni di registi, ma anche di stilisti, si abbeverano tuttora a quel blob, quel collage di spezzoni storici su un tema dato che è Techetecheté, senza dubbio la miglior programmazione estiva di tutte le reti, private comprese.

 

Qualche anno fa riuscii a trascinare a Roma per un convegno una coppia di maghi dell' ago e filo, Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, menti creative di Fay, solo dietro promessa che avrei fatto loro schiudere le porte dell' archivio costumi storici della Rai che fra l' altro, fra qualche tempo e grazie al prossimo lancio del nuovo sistema di catalogazione e ricerca, sarà finalmente collegato all' archivio generale, insieme con quello degli arredi.

 

VEZZOLIVEZZOLI

Pochissimi ricordano che il ragionier Fantozzi sedeva, o per meglio dire tentava di farlo, su una poltrona "Sacco" di Zanotta, e quasi nessuno sa che la sede Rai di Napoli venne arredata con mobili Cassi na: il settore, affidato a un gruppo di architetti, è ricco di pezzi importanti, almeno quanto il reparto costumi, che ammontano a circa centomila e sono dislocati fra i quattro centri produttivi Rai, di cui un piccolo ma significativo nucleo di qualità museale e grandissima firma: alla mostra per i sessant' anni della Rai che si tenne nel 2014, Silvia Venturini Fendi si soffermò a lungo sulla linea di un costume di Sandra Mondaini, che in realtà era un abito da gran sera perché la trasversalità della Rai e di questo paese si è espressa anche in questo.

 

Rai Teche è figlia della "Rai dei professori", cioè dell' inizio degli anni Novanta: Claudio Dematté e il cda di allora la vollero "fortemente", come usa dire quando bisogna metaforizzare la lotta contro forze avverse, ma l' anno di costituzione che si ritrova anche su Wikipedia è il 1995, quando la Rai dei bocconiani era una stagione già tramontata sotto la spinta dell' Ita lia che aveva votato Berlusconi.

 

Venne affidata a Barbara Scaramucci, già responsabile dei Tg regionali, prima donna a ricoprire un incarico di direzione giornalistica alla Rai, affiancata da Roberto Rossetto, e già nel 1999 metteva in linea sul catalogo multimediale, poi ribattezzato "Octopus" et pour cause perché è davvero tentacolare, centinaia di migliaia di ore di trasmissione.

 

biagi guttusobiagi guttuso

Vennero archiviate secondo un numero davvero notevole di chiavi di ricerca, comunque superiori a quello della Bbc che sarebbe il primo e più grande archivio televisivo europeo ma, vogliamo dirlo, in tema di ricchezza di contenuti e di servizi risulta parecchio arretrato, senza considerare la multimedialità, inesistente, e la scarsa se non nulla propensione per il genere popolare e informativo.

 

Per fare una prova, ho inserito sul catalogo aperto online il metadato di ricerca più facile e popolare che mi venisse in mente, "Top of the pops", cioè il più storico programma musicale della televisione inglese che cui prese le mosse il nostro Discoring, e "George Michael": su oltre seicentomila risultati usciti, ma ovviamente non tutti apparenti, la prima referenza è stato il regista Michael Winterbottom, e zero video. La controprova su Rai Teche, soggetto "Caterina Caselli", è stata di centosei risultati, di cui una buona parte in video scaricabili in bassa qualità ma scaricabili, tutti indicati per programma e data.

 

Ne ho guardati un paio, compreso quello della finora introvabile prima esibizione a Sanremo 1966 con il celeberrimo Nessuno mi può giudicare, appena caricato. Non ricordavo che, caschetto dei Vergottini a parte, vestisse anche così bene, e dire che per la curate la della sezione costumi della mostra Rai trascorsi mesi interi davanti a quei filmati, anche perché, esattamente come accade con Techetecheté, uno spezzone solo di quella televisione magnifica e di quegli attori strepitosi non basta e se si cerca per esempio un certo sketch della Canzonissima di Dario Fo si finisce per vederne tutte le puntate fino alla censura. Insomma, rispetto alla Bbc c' è un universo di informazioni che superano la diarchia di George Orwell e dei serial tratti dai romanzi di Jane Austen e di William Thackeray (segue un collage storico evolutivo di costumi).

OSSESSIONE VEZZOLIOSSESSIONE VEZZOLI

 

C' è la trasversalità di cui si scriveva prima, la volontà di aprirsi a chiunque faccia ricerca o voglia anche e semplicemente rivedersi nell' unica comparsata televisiva della propria vita (per farlo, una volta alla settimana le Teche sono aperte al pubblico, ma ogni giorno si può accedere alle biblioteche multi mediali sparse in tutta Italia, la Mediateca di Santa Teresa di Milano è frequentatissima).

 

E' per questo che Maria Pia Ammirati, nominata direttore delle Teche con la Rai di Luigi Gubitosi, nel 2014, sta preparando per giugno il lancio di un progetto di "catalogo velocissimo e portatile" a cui lavora sostanzialmente dal giorno successivo alla nomina. Chi lavora in Rai potrà accedervi anche da smartphone, gli esterni attraverso i consueti canali, ma più velocemente grazie alle nuove modalità di ricerca.

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Tutti potranno scaricare i video in bassa risoluzione, ma con definizione digitale. Da quando è arrivata nella sede in via Col di Lana dopo anni ai vertici di RaiUno e una ricca carriera parallela come scrittrice (è stata finalista al Campiello nel 2011), Ammirati si è trovata all' improvviso nell' invidiabile situazione di chi passa dal rigoverno della cucina allo sfoglio dei volumi della biblioteca di casa da titolare. Da inseguitrice di ospiti, di programmi, di informazioni, si è trasformata in inseguita.

 

La cercano tutti: Giorgio Armani per l' archivio del suo museo, dove figura giovanissimo e, va detto, davvero bello nella sua prima lunga intervista datata 1980, ma anche la piccola scuola di provincia per i Promessi sposi di Sandro Bolchi, che qualche insegnante vecchio stile ricorda ancora come la versione più fedele del romanzo, e chissà che impressione faranno agli adolescenti di oggi quelle scenografie essenziali e quella recitazione ancora teatrale.

 

Tre milioni di ore tra radio e televisione. Circa ottocentomila pellicole e più di un milione di supporti magnetici, oltre a copioni, spartiti delle orchestre sinfoniche, contratti, il celeberrimo Radiocorriere Tv, i palinsesti: servizio pubblico, eventuali diritti terzi e costi di riversamento e trasporto esclusi, che però con il nuovo sistema digitalizzato dovrebbero essere quasi azzerati: i file verranno inviati in alta risoluzione, basta dvd e supporti vari.

 

vezzoli portrait of sophia (after de chirico)vezzoli portrait of sophia (after de chirico)

Se gli archivi sono la nuova mania internazionale di griffe a caccia di ancoraggi solidi per vendere i propri maglioncini e, per esteso, di un continente che cerca di vendere il meglio che possiede, cioè la propria storia e la propria cultura, Rai Teche è l' archivio degli archivi, alter ego del sistema delle biblioteche nazionali con le quali, naturalmente, è collegato. Ammirati dice che, grazie al nuovo progetto digitale, verranno azzerati anche i costi di trasporto e l' uso dei supporti plastici e magnetici.

 

GIORGIO DE CHIRICOGIORGIO DE CHIRICO

Rai Teche ecobio, per così dire. Comunque, se mai dovesse capitarmi di nuovo a tiro la studentessa cinese con il problema delle griglie e delle interconnessioni, devo proprio parlarle di Kant.

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