basquiat

“SAMO” TUTTI BASQUIAT – LA VITA BRUCIATA DEL GENIO NERO DEI GRAFFITI MORTO 30 ANNI FA PER UN’OVERDOSE DI EROINA: LA SCOPERTA DELL’ARTE A 4 ANNI, LA DEGENZA IN OSPEDALE DOVE SCOPRE “GRAY’S ANATOMY” (IL LIBRO) – E POI LA FUGA DAL PADRE, LA DROGA E I PRIMI GRAFFITI ILLEGALI FIRMATI “SAMO” PRIMA DI CONOSCERE WARHOL – UN OTTOVOLANTE CHE LO PORTA FINO AL PRECIPIZIO, E LO FA OSCILLARE CONTINUAMENTE TRA DEPRESSIONE ED ESALTAZIONE, AMBIZIONE E MARGINALITÀ

 

Paolo Di Stefano per il “Corriere della Sera”

 

basquiat

Quanto a vite bruciate, Jean-Michel Basquiat, il genio nero dei graffiti, non ha eguali. Fu chiamato il James Dean dell' arte e come l' attore «ribelle» bruciò la sua vita a una velocità folle.

 

Morì esattamente trent' anni fa, il 12 agosto 1988, non ancora ventottenne, divorato dal mito precoce e dall' eccesso di tutto, anche di disperazione. Il «genio bambino», nato a Brooklyn, è figlio di Gérard, un distinto (e manesco) contabile haitiano originario di Port-au-Prince, e di una madre statunitense di famiglia portoricana, Matilde, donna severa e imprevedibile, spesso preda di attacchi violenti che scatena sulla prole e sul marito.

 

basquiat con warhol

«Mia madre - ricordava Jean-Michel - diventò pazza per via del pessimo matrimonio con mio padre. Da giovane era bella, ma ora ha una ruga per ogni dispiacere che ha dovuto sopportare».

 

La separazione dei genitori, tra litigi anche sanguinosi, fughe e ricoveri in casa di cura, sarà inevitabile. Ma è Matilde che accompagna il figlio verso l' arte sin da quando, a tre-quattro anni, il bambino comincia a disegnare ispirato dai cartoon televisivi. È il padre, invece, a trasmettergli la passione per la musica jazz che circolava già nella famiglia dei nonni.

samo basquiat 3

 

Un giorno, a sette anni, mentre gioca per strada Jean-Michel viene investito da un' auto: la degenza in ospedale, dopo l' asportazione della milza, gli permette di conoscere l'«Anatomia del Gray», un libro, donatogli dalla madre, che diventerà fondamentale nel suo immaginario di pittore ossessionato dalle visioni anatomiche.

 

BASQUIAT

Affidato al padre, che va a vivere in una nuova casa distratto da donne sempre diverse, Jean-Michel deve fare da baby sitter alle due sorelle nelle frequenti assenze del genitore. La vita «lucente e breve» di Basquiat viene raccontata in una bella, ricca biografia di Phoebe Hoban che Castelvecchio riproporrà a settembre.

 

Breve, d' accordo, ma a parte le luci della ribalta che ben si conoscono, sulla luminosità della vita di Basquiat ci sarebbe da discutere. Con la fuga da casa (e da scuola) nel 1975, per Jean-Michel sarà come salire su un ottovolante: «Ero nella mia stanza che fumavo erba, - raccontò - entrò mio padre e mi ferì al culo con un coltello. Pensai che era meglio andar via prima che mi uccidesse, sai com' è».

andy warhol e keith haring

 

Da ragazzino dolce e allegro diventa diffidente e ostile al mondo. Con due valigie di cibo in scatola si sistema in un parco, poi alloggia in un ricovero per ragazzi sbandati, conosce spacciatori, ubriaconi e scippatori di vecchiette, cammina per giorni senza dormire e senza mangiare altro che croccantini al formaggio, meditando di fare il barbone per sempre, va a vivere in una baracca di Washington Square Park, dove rimane seduto per mesi a farsi di acido circondato da gang di ogni genere, hippy, hooligan e graffitisti di strada.

Quando la polizia, mobilitata dal padre, riesce a rintracciarlo, si trova di fronte a una specie di straccione con la testa rasata a zero che già consuma eroina. L' inserimento in una scuola alternativa per adolescenti problematici, collocata dentro una chiesa greco ortodossa, serve a poco: si tratta in realtà di una specie di parco giochi del sesso e della droga.

madonna and jean michel basquiat

 

È lì che conosce Al Diaz, il suo futuro compagno di graffiti con il quale matura per scherzo l' idea SAMO, l' acronimo di «The Same Old Shit» (la solita vecchia merda) con cui firmeranno, per le strade di New York, i loro interventi strampalati ed ermetici con bombolette spray e pennarelli indelebili: «SAMO è tutto, tutto è SAMO, SAMO la religione che non ti fa sentire in colpa».

 

Il concetto, vestito di surrealtà, che tutto è sempre la stessa cosa e che la società ti intrappola nella sua ripetizione, piace e fa rumore. I due amici, che nel frattempo frequentano attivamente la scena musicale, si divertono con bravate selvagge capaci di attrarre la critica oltre che la polizia.

 

BASQUIAT NEW YORK TIMES MAGAZINE

Il resto è la storia «lucente» (si fa per dire) ben nota. L' incontro con Andy Warhol in un ristorante di Soho, dove Basquiat era entrato per vendere delle cartoline illustrate da lui, l' ingresso nella Factory del re della pop art, l' accoglienza nei club più esclusivi dell' arte newyorkese, la breve relazione con Madonna, l' amicizia con Keith Haring, il successo delle sue opere popolate di figure infantili, di teschi e scheletri, segni primitivi, geroglifici, scritte, scarabocchi, la partecipazione a collettive e retrospettive «new wave», le interviste, le apparizioni in tv, la prima mostra personale nel 1981 a Modena nella galleria d' arte di Emilio Mazzoli.

Bruno Bischofberger con Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat e Francesco Clemente (New York,1984)

 

Poi la Svizzera, Rotterdam, di nuovo Zurigo, Tokyo, Londra, Parigi, Lisbona, Abidjan, nel 1985 la copertina del «New York Times Magazine»: seduto nel suo studio di Great Jones Street, il pennello in mano, il piede nudo posato su una sedia rovesciata, il completo Armani.

 

E ancora l' establishment dei galleristi, dei mercanti, degli agenti, i capricci del mercato, la bella vita, la limousine con autista, le ragazze, l' ottovolante della tossicodipendenza e della depressione, dell' esaltazione, dell' ambizione, della improvvisa marginalità e del precipizio.

WARHOL BASQUIAT HARING

 

La biografa lo descrive come un astronauta hip hop venuto da un altro pianeta, l' artista che mangiava, dormiva e camminava sui suoi dipinti. Gli amici lo trovarono agonizzante sul pavimento della sua stanza per un' overdose di eroina, provarono a scuoterlo ma non ci fu nulla da fare.

 

 La settimana dopo i periti di Christie' s fecero l' inventario di quel che Basquiat aveva lasciato nel suo loft: 917 disegni, 25 album di schizzi, 85 litografie, 171 dipinti. Oggi le sue opere vengono vendute all' asta per milioni di dollari.

air power di basquiatwarhol e basquiat 1985 by michael halsbandBASQUIAT 1BASQUIATandy warhol e grace jonesbasquiatsamo basquiat 2basquiat3john lurie e basquiatBASQUIAT 8

Ultimi Dagoreport

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…