
“IL PROBLEMA AL GOMITO È MIGLIORATO MOLTO, NON CERCO SCUSE" - JANNIK SINNER TORNA IN SEMIFINALE A WIMBLEDON, DOPO AVER DEMOLITO SHELTON: “HO SERVITO PIÙ SCIOLTO, CERCANDO LA PRECISIONE. DIMITROV MI HA FATTO CAPIRE CHE DEVO ESSERE PIÙ AGGRESSIVO: SERVIZIO E DRITTO DEVONO ANDARE PIÙ VELOCI, SENNÒ LASCIO TROPPO SPAZIO E CON DJOKOVIC NON POSSO PERMETTERMELO. ORA LA PRIORITÀ È IL RIPOSO, PERÒ IL CORPO VA TENUTO VIVO” - VIDEO
Gaia Piccardi per corriere.it - Estratti
La grande paura è passata. Anche il più serafico, sotto il cielo perturbato di Londra, è lui. «Non ho mai dubitato di poter giocare con Shelton». Jannik Sinner torna in semifinale a Wimbledon con il gomito destro fasciato («Sotto la protezione c’è un taping» conferma) ma con il braccio finalmente libero.
Lo choc della scivolata con Grigor Dimitrov, che come contraccolpo aveva generato due set da finto-Sinner, è assorbito: il dritto è di nuovo filante, il servizio l’architrave su cui edificare la sesta vittoria sul mancino americano, aggrappato alla fucilata di servizio (punte di 234 km all’ora) e a poco altro.
I depistaggi della vigilia, prenotare il campo all’aperto per poi allenarsi indoor, non hanno dato riferimenti all’avversario. «Mi conoscete, mi piace tenere le cose private — spiega —. Gli allenatori mi avevano consigliato di stare fermo, ma io un giorno senza tennis non so stare. Nessun mistero: ho deciso io di colpire qualche palla al chiuso». Il senso di Jannik per il tennis.
L’89% di punti vinti sulla prima, epicentro di una prestazione solidissima (16 su 86 i punti vinti in risposta dall’americano, uno solo nel primo set) è un asset che consente al n.1 di guadagnare altro tempo prezioso: quarantotto ore lo separano dal match con Djokovic, come nel 2023, il tesoretto verrà investito nel pieno recupero. Altro ghiaccio, altro relax. Se necessario, altri antidolorifici. «La priorità è il riposo, però il corpo va tenuto vivo».
Scaldato in mattinata dal giovane Jacopo Vasamì (nel frattempo eliminato dal torneo junior), Jannik non commette più l’errore che gli era costato i due set di svantaggio con Dimitrov: tiene in mano il gioco, manovra lo scambio, disinnesca l’obice di Shelton (14 ace) facendo il pugno già dal primo quindici. È carico, determinato a non concedere nulla.
(...) Una sentenza. «Il problema al gomito è migliorato molto — dice alla fine —, non cerco scuse. Ho servito più sciolto, cercando la precisione. Dimitrov mi ha fatto capire che devo essere più aggressivo: servizio e dritto devono andare più veloci, sennò lascio troppo spazio e con Djokovic non posso permettermelo».
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