proteste degli agricoltori - milena gabanelli trattori

MA ’STI TRATTORI HANNO RAGIONE O NO A PROTESTARE? – SUI LIMITI DELLE EMISSIONI DI CO2 E SULL’USO DEI PESTICIDI, BRUXELLES HA CEDUTO AGLI AGRICOLTORI – RESTANO I PROBLEMI DEI CEREALI UCRAINI CHE AFFOSSANO IL MERCATO E DELLA BUROCRAZIA PER OTTENERE I FONDI EUROPEI – IN ITALIA CHIEDONO PREZZI PIÙ “GIUSTI”: DAL PRODUTTORE ALLO SCAFFALE, PESA IL SISTEMA DELLE ASTE AL RIBASSO – MI-JENA GABANELLI: “È INCONFUTABILE CHE L’AGRICOLTURA È RESPONSABILE DELL’11% DELLE EMISSIONI DI CO 2 DELL’UE, E...” – VIDEO

GUARDA QUI LA VIDEO-INCHIESTA DI MILENA GABANELLI SULLE PROTESTE DEGLI AGRICOLTORI

 

Estratto dell’articolo di Francesca Basso e Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera”

 

proteste degli agricoltori milena gabanelli 9

Le proteste cominciate in gennaio in Germania si sono allargate a macchia d’olio al resto d’Europa, fino a sbarcare a Sanremo. Ci sono ragioni comuni a tutti gli agricoltori europei contro le politiche Ue, ragioni nazionali, e altre ragioni difficili da attribuire a qualcuno.

 

Il primo motivo di scontro è stato l’aggiornamento della direttiva sui limiti delle emissioni di CO 2 degli impianti industriali, compresi quelli zootecnici. Il mondo agricolo si è messo di traverso e nell’accordo finale raggiunto il 28 novembre scorso gli allevamenti intensivi di bovini sono stati stralciati dal testo.

 

agricolori e concessioni dell ue dataroom

Il secondo è la legge sul ripristino della natura che, per il comparto agricolo, chiedeva di portare dall’attuale 4% fino al 10% la superficie di terreno da non coltivare entro il 2030 (ma era a discrezione degli Stati indicare la percentuale). Lo scopo è favorire la riproduzione della fauna e degli insetti impollinatori (api, coleotteri, vespe), per garantire la crescita delle colture. Per gli agricoltori il provvedimento metteva invece a rischio la produttività dell’Ue. A novembre il provvedimento è stato stralciato.

 

proteste degli agricoltori milena gabanelli 2

Sempre a novembre il Parlamento Ue ha rigettato il regolamento che puntava a dimezzare l’uso dei pesticidi entro il 2030, a favore di metodi alternativi. Una misura necessaria a proteggere la fertilità dei terreni, la salute dei coltivatori e la salubrità dei prodotti, ma gli agricoltori l’hanno contestata in tutte le sedi, e il 6 febbraio la presidente della Commissione Ue von der Leyen ne ha annunciato il ritiro.

 

Mercosur e cereali ucraini

L’intesa tra la Ue e i principali Paesi sudamericani sugli accordi di libero scambio (Mercosur) è da sempre nel mirino del mondo agricolo europeo. Pochi giorni fa la Commissione ha ammesso che non ci sono le condizioni per chiudere la trattativa.

 

reddito medio agricoltori ue dataroom

Poi c’è la questione dei cereali ucraini diretti in Africa. Chiuso il porto di Odessa è stato aperto un corridoio di transito via terra, ma i container si fermano sui mercati polacchi, ungheresi, francesi, italiani. Basso costo e abbondanza di prodotto fanno calare i prezzi a danno dei coltivatori di cereali, ma a vantaggio degli allevatori che comprano il mangime a poco. Il 31 gennaio l’Ue ha introdotto un meccanismo di salvaguardia rafforzata sulle importazioni dall’Ucraina di prodotti a dazio zero […]

 

La burocrazia della Pac

La Politica agricola comune (Pac) nel corso degli anni ha subito molti cambiamenti, ma la svolta cruciale è del 2023: per l’erogazione dei fondi occorre una maggiore attenzione alla questione climatica, anche perché gli agricoltori sono i primi a pagarne le conseguenze. Oggi la Pac vale un terzo del bilancio dell’Ue: per il periodo 2021-2027 si tratta di 386,6 miliardi più 8 dalla Next Generation Eu per aiutare le zone rurali a realizzare la transizione verde. All’Italia ne andranno 37, alla Francia 64, alla Germania 42, alla Spagna 45.

 

Per ottenere questi fondi occorre rispettare le condizionalità, fra cui l’uso di fitofarmaci e terreni a riposo, ma la burocrazia è troppo lunga e gravosa. Critica accolta: entro il 26 febbraio si discuterà la semplificazione. È anche stato congelato per un altro anno l’obbligo di mettere a riposo almeno il 4% delle superfici coltivate.

 

Richieste nazionali

richieste degli agricoltori ai governi nazionali dataroom

Ci sono poi le proteste contro i governi nazionali. In Germania è stato lo stop al «diesel calmierato» per i trattori (su cui il governo ha fatto una parziale marcia indietro). In Francia non vogliono gli aumenti delle imposte sul gasolio agricolo e sanzioni alle imprese che non rispettano la legge che regola il guadagno degli agricoltori nei confronti della grande distribuzione (Gdo), e niente accordo con il Mercosur. Il nuovo premier Attal ha promesso dieci misure con effetto immediato.[…]

 

In Italia

proteste degli agricoltori milena gabanelli 5

Gli agricoltori italiani, oltre alle questioni che riguardano le politiche Ue, in gran parte superate, chiedono prezzi più giusti all’origine. L’ortofrutta per esempio quando arriva sullo scaffale del supermercato ha avuto un ricarico del 300% rispetto alla miseria pagata al produttore.

 

Questo succede perché fra l’agricoltore e la Gdo c’è in mezzo una lunga filiera: l’intermediario, il grossista, il trasportatore, l’imballaggio. Per ridurla i produttori dovrebbero essere meno frammentati e aggregarsi fra loro, conquistando così maggior potere contrattuale. […]

 

proteste degli agricoltori milena gabanelli 1

 Altro discorso sono le aste al ribasso: la Gdo decide il prezzo iniziale, e chi fa il ribasso maggiore entra sullo scaffale. Una pratica sleale stoppata da una nuova direttiva europea, ma che andrebbe potenziata. Un altro tema caldo sono i fondi Pac destinati ai campi coltivati: devono essere assegnati equamente. In Italia invece un ettaro di terreno seminato in Sicilia riceve meno fondi rispetto a quello della Lombardia. Ma dare più al Sud vuol dire togliere al Nord, che non ne vuole sapere.  Infine il coro che da ogni parte si leva: «Tasse troppo alte». Vediamo.

 

L’Irpef

proteste degli agricoltori milena gabanelli 7

Le imprese agricole individuali e a conduzione familiare hanno sempre pagato l’Irpef sui redditi dominicali e agrari definiti dal catasto in base alla superficie e al tipo di coltura dichiarata. Nel 2016 il governo Renzi, con la legge n. 232 decide l’esenzione totale dell’Irpef. Prorogata poi dai governi successivi fino al 31 dicembre 2023.

 

A partire da quest’anno il governo Meloni ha deciso di non prorogare, scatenando la rabbia degli agricoltori. Ma quanto pesa sulle loro tasche? Dalla relazione tecnica alla Legge di bilancio 2022 sappiamo che un anno di esenzione Irpef e addizionali regionali e comunali valgono 140,7 milioni di euro.

 

produzione agricola in italia dataroom

Considerando che dai dati Istat le imprese agricole individuali e a conduzione familiare sono 1.059.204, vuol dire che in media dovrebbero pagare di tasse ognuna all’anno 132,9 euro. Dal loro punto di vista sono troppi. E infatti la premier ci ha ripensato. In tutti i Paesi Ue gli agricoltori pagano le tasse in base ai redditi reali.

 

Cresce il reddito agricolo

A partire dal 2013 il reddito medio per agricoltore nella Ue è cresciuto. Nel 2021, secondo i dati della Rica (Rete d’informazione contabile agricola), ammontava a 28.800 euro. Dentro c’è un 10% con un reddito superiore a 61.500 euro, e un 10% che fatica a pareggiare le spese.

fondi ue all agricoltura dataroom

 

Tra i Paesi Ue ci sono differenze significative: Danimarca, Germania, Olanda e Francia settentrionale vantano i redditi per lavoratore più elevati, mentre Romania, Slovenia, Croazia e Polonia sono più bassi. Per quel che riguarda l’Italia la media arriva a 36 mila, con le regioni del Nord a quota 40 mila.

 

Nel periodo 2014-2023 Bruxelles ha stanziato 2,5 miliardi per aiutare i produttori di frutta e verdura colpiti dal divieto russo sulle importazioni Ue, per stabilizzare il mercato lattiero-caseario, per sostenere il settore vitivinicolo, per gli agricoltori di 22 Paesi che hanno visto aumentare i costi di produzione e subito eventi meteorologici estremi.

 

Insomma le ragioni del malcontento sono tante e complesse, ma ci sono anche verità inconfutabili: il settore agricolo è messo sotto pressione dai cambiamenti climatici. L’agricoltura è responsabile dell’11% delle emissioni di CO 2 dell’Ue, e partecipare alla transizione verde è nel suo stesso interesse. La politica dovrebbe mettere in campo le competenze migliori per trovare soluzioni praticabili. Lo ha riconosciuto anche la presidente von der Leyen: «Per andare avanti sono necessari più dialogo e un approccio diverso». Poi però tutti devono fare la loro parte e non dire solo dei «no».

proteste degli agricoltori milena gabanelli 8protesta dei trattori a roma PROTESTA DEGLI AGRICOLTORIPROTESTA DEGLI AGRICOLTORIproteste degli agricoltori milena gabanelli 6

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO