LA STRATEGIA DELLA PENSIONE DI MACRON - IL PREMIER LECORNU ANNUNCIA LA "SOSPENSIONE COMPLETA E TOTALE" DELLA LEGGE CHE AVEVA INNALZATO L'ETÀ PENSIONABILE DA 62 A 64 ANNI. UNA RESA CHE FA TRAMONTARE LA RIFORMA SIMBOLO DI MACRON CHE AVEVA PUNTATO SULL'INNALZAMENTO DELL'ETÀ SFIDANDO SCIOPERI, CORTEI E BLOCCHI (I FRANCESI, A DIFFERENZA DEGLI ITALIANI, SANNO SCENDERE IN PIAZZA PER DIFENDERE I LORO DIRITTI E NON PER VELLEITARIE BATTAGLIE PER LE FLOTILLE) – LA SOSPENSIONE DELLA RIFORMA PREVIDENZIALE PUO’ DARE UNA MAZZATA AI DISASTRATI CONTI ECONOMICI DELLA FRANCIA…
A.G. per "la Repubblica" - Estratti
Due anni dopo aver incendiato la Francia, la riforma delle pensioni finisce nel cassetto. Sébastien Lecornu ha annunciato ieri sera la "sospensione completa e totale" della legge che aveva innalzato l'età pensionabile da 62 a 64 anni. Un colpo di scena che chiude, almeno per ora, una delle battaglie sociali e politiche più feroci da quando Emmanuel Macron è entrato all'Eliseo. Una resa che ha il sapore di un crepuscolo politico. Tramonta così la riforma simbolo del macronismo, la più controversa, la più odiata, ma anche la più difesa con ostinazione dal capo dello Stato.
sebastien lecornu emmanuel macron
Scioperi, cortei, blocchi dei trasporti, scuole chiuse, cumuli di immondizia nei boulevard parigini. Nella primavera 2023 il paese si era fermato. Milioni di persone in piazza, un'ondata di rabbia che aveva unito tutti i sindacati.
Macron l'aveva presentata come un atto di responsabilità per scongiurare "rischi finanziari troppo grandi". Dopo mesi di battaglie in parlamento e in piazza, l'allora premier Élisabeth Borne riuscì a farla approvare senza voto, utilizzando l'articolo 49.3 della Costituzione. L'arma istituzionale che aggira il voto dei deputati da allora è diventato il simbolo dell'arroganza del potere e non a caso Lecornu, nel rinunciare alla riforma delle pensioni, ha anche promesso di non usare l'articolo 49.3 per far approvare la Finanziaria.
(...) Adesso il lusso della sospensione rischia di costare caro al già fragile equilibrio finanziario. Pierre Moscovici, presidente della Corte dei conti, ha avvertito: «Oggi abbiamo un disavanzo dei regimi pensionistici pari a 6,6 miliardi di euro nel 2025». La piena attuazione della riforma avrebbe consentito una stabilizzazione fino al 2030 per riprendere a crescere «fino a raggiungere i 31,6 miliardi nel 2045».
EMMANUEL MACRON ALLE PRESE CON LECORNU - MEME BY EMILIANO CARLI
Ora che la riforma è sospesa, il sistema dovrà essere completamente ripensato. «La riforma del 2023 avrebbe avuto un impatto positivo di circa 10 miliardi di euro entro il 2030», ha ricordato Moscovici, lasciando intendere che la Francia dovrà presto trovare nuove entrate o tagli dolorosi. Tutti i governi francesi che hanno osato toccare le pensioni hanno pagato un prezzo altissimo.
Nel 1995, il piano di Alain Juppé paralizzò il Paese per tre settimane e alla fine fu costretto a ritirarlo. «Con Macron il rigetto è stato ancora più forte — ricorda il politologo Frédéric Dabi, direttore dell'Ifop – Più il governo difendeva la riforma, più cresceva l'opposizione nei sondaggi. Da allora questa ostilità è rimasta costante». Il capo dello Stato è ai minimi storici, al 14 per cento dei consensi, e quella «madre di tutte le riforme» ha scavato un solco.

