donald trump dazi guerra commerciale unione europea

NELLA GUERRA COMMERCIALE ALL’EUROPA, TRUMP COLPIRÀ TUTTI SENZA DISTINZIONE – I DAZI AL 25% SUI PRODOTTI DELL’UE SCATTERANNO IL PROSSIMO 2 APRILE. NEL MIRINO DELLA CASA BIANCA CI SONO TUTTI I PAESI CHE APPLICANO L’IVA. UNA GRANA COLOSSALE PER L'UE, DOVE L'IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO È DIVENTATA UNA TASSA CONTINENTALE – L’ALTRO TERRENO DI SCONTRO RIGUARDA LE SPESE MILITARI. IL SEGRETARIO AMERICANO ALLA DIFESA, PETE HEGSETH: “ANCHE IL 4% DEL PIL PER LA DIFESA È TROPPO POCO, DOVREBBE ESSERE AL 5%”. UN OBIETTIVO IMPOSSIBILE DA RAGGIUNGERE PER LA MAGGIOR PARTE DEI PAESI EUROPEI…

Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri e Alberto Simoni per “La Stampa”

 

donald trump - unione europea

Il presidente Trump ribadisce la strada verso i dazi doganali che la sua Amministrazione ha imboccato. E conferma che nel mirino ci sono i Paesi europei e settori come le auto. «Abbiamo preso una decisione e la annunceremo presto», ha detto il leader Usa durante la prima riunione con il suo Gabinetto. Quindi ha precisato che le tariffe «saranno del 25%, circa». Il settore principalmente preso di mira è quello delle automobili.

 

«È un'ora buia» commenta a caldo il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini che poi si spinge oltre: «Si rischia la tenuta economica e sociale di molti stati dell'Unione e dell'Unione stessa. Questo è un attacco alle imprese e al lavoro europei. Il vero obiettivo è la deindustrializzazione del nostro continente».

 

dati del commercio tra ue e stati uniti - dazi

D'altra parte, ieri, Trump è stato particolarmente abrasivo nei confronti dei Ventisette dicendo che «la Ue è sorta per fregare gli Stati Uniti e in questo ha fatto un ottimo lavoro» poiché «se n'è approfittata in diversi modi». I dazi scatteranno – ha quindi confermato – il 2 aprile. E anche Canada e Messico sono coinvolti.

 

Nel mirino della Casa Bianca ci sono tutti i Paesi che applicano l'Iva, un problema non da poco per l'Unione europea dove l'imposta sul valore aggiunto è di fatto diventata una tassa continentale. Con l'aggravante che i dazi non solo rischiano di distruggere rapporti tra Usa e Ue, ma con l'Iva non hanno alcuna relazione perché si tratta di un'imposta neutra che paga il consumatore finale. E che per nulla incide sulle scelte degli importatori - a differenza dei dazi che sono vere e proprie tariffe doganali.

 

Marco Rubio donald trump Pete Hegseth - foto lapresse

Di più: l'importatore che paga l'Iva matura un credito che può recuperare. Per gli americani, però, si tratta di un radicale cambio di paradigma. Se in Europa l'Iva si paga all'acquisto del bene, negli Stati Uniti, dove l'imposta sul valore aggiunto non esiste, si applica un eventuale sales tax locale al consumatore finale.

 

Bruxelles, però, non ha intenzione di restare ferma: «L'Ue – dice un portavoce - reagirà in modo fermo e immediato alle barriere ingiustificate al commercio libero ed equo, anche quando i dazi vengono utilizzati per contestare politiche legittime e non discriminatorie».

 

PETE HEGSETH GUIDO CROSETTO

Oltre all'Iva, però, il terreno di scontro tra Usa e Ue riguarda le spese militari con gli americani che chiedono agli alleati di pagare di più per la Nato. Due settimane fa, il segretario americano alla Difesa Pete Hegseth aveva detto: «Anche il 4% è troppo poco, dovrebbe essere piuttosto attorno al 5% del Pil». Una soglia semplicemente improponibile per la maggior parte degli europei, alcuni dei quali (Italia inclusa) non sono riusciti ancora ad arrivare all'obiettivo precedente, il 2%.

 

Non a caso era già in discussione l'aumento delle spese per la difesa e il segretario generale Mark Rutte stava lavorando per convincere i Paesi europei ad arrivare al 3% del Pil in spese per la Difesa: un estremo tentativo di ammorbidire l'amministrazione Trump sulle tasse per le esportazioni europee negli Stati Uniti.

 

BILANCIA COMMERCIALE USA - UE

Intanto in Sudafrica i dazi paralizzano il G20 dei ministri delle Finanze con il ministro Giancarlo Giorgetti che ha lanciato l'allarme di un'economia globale con «una crescita lenta. Il protezionismo, le barriere al commercio e l'incertezza politica – ha detto - minacciano la crescita e le catene del valore globali, aumentando i costi di produzione e l'inflazione e indebolendo la resilienza economica». […]

Marco Rubio donald trump Pete Hegseth - foto lapresseDAZIFASCISMO - MEME BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!