VIDEO-CAFONALINO DA PSYCO-TV - SE NON SAI INVENTARE, COPIA
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Il giorno in cui sapremo inventare un format come «In Treatment» («Be Tipul» di Hagai Levi, Israele) suoneremo le campane a distesa per festeggiare l'uscita della fiction italiana dal suo provincialismo. Per adesso ci dobbiamo accontentare, persino rallegrarci dello scampato pericolo. L'idea di rifare la versione italiana della strepitosa versione HBO, con Gabriel Byrne nelle vesti del terapeuta (idea a lungo coltivata da Carlo Freccero per Rai4), metteva i brividi. Non avendo grandi mercati a disposizione saremmo stati in grado di essere all'altezza di questa scommessa qualitativa?
Con Sergio Castellitto e con Kasia Smutniak, Guido Caprino, Irene Casagrande, Adriano Giannini, Barbora Bobulova, Licia Maglietta? Lo spettatore che non ha seguito la versione americana (ma dubito ce ne sia uno) è più fortunato, si sottrae al confronto (Sky Cinema 1, ore 20.30).
Anzi, i confronti bisogna proprio dimenticarseli, altrimenti si perde concentrazione. L'operazione degli sceneggiatori italiani (Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo, Alessandro Fabbri, Ilaria Bernardini e Giacomo Durzi, supervisione di Nicola Lusuardi) è stata quella di rifare la versione americana adattandola al contesto italiano: si chiama «localizzazione».
Lo psicoterapeuta romano Giovanni Mari incontra i suoi pazienti un giorno a settimana, mentre il quinto giorno, il venerdì, è lui stesso a confrontarsi con la propria terapista (per un totale di 35 incontri di circa 45 minuti). Attraverso il dialogo con i pazienti, si aprono inferni, smarrimenti, l'abisso della psiche.
Dalla vita, ci pare di ottenere quasi tutto, salvo ciò che speriamo in segreto. E all'analista si chiede proprio di scoprire questo segreto.
Realizzato da Wildside, «In Treatment» made in Italy è diretto da Saverio Costanzo. Il grazie, comunque, va a Hagai Levi.



