legend of zelda tears of the kingdom

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - COMINCIARE A VIAGGIARE NELL’IMMENSITÀ ANTICA E NUOVA DI "LEGEND OF ZELDA TEARS OF THE KINGDOM" PER NINTENDO SWITCH, CHE RISULTA GIÀ RADICALE E DEFINITIVO DOPO POCHE ORE. PRIMA DEL VENTURO GIUDIZIO FINALE, LE IMPRESSIONI INIZIALI SU UN GIOCO CHE COME RARE E GRANDI OPERE DELL’’INGEGNO CI ILLUDE SUBITO CON LA PROPRIA E UNICA MALIA CHE OGNI VIDEOGAME PRIMA DI QUESTO SIA SUPERFLUO… - VIDEO

legend of zelda tears of the kingdom. 12

Federico Ercole per Dagospia

C’è un breve preludio, un evento drammatico introduttivo che si scatena laggiù nel profondo. Poi camminiamo per una soffocante, stretta caverna, miserabili e depotenziati con il passo degli sconfitti, in cerca di un’uscita e del bagliore di una luce che ad un certo punto intravediamo esile, poi fissiamo quasi accecante. La superficie è vicina, pensiamo, dopo tutte quelle sotterrane tenebre.

 

legend of zelda tears of the kingdom. 11

Ma quando usciamo non c’è la concretezza vitale della terra sotto i nostri piedi, si spalanca invece un abisso, una vertiginosa vastità aerea che  dapprima ci terrorizza con il suo vuoto troppo lucente e dopo ci meraviglia così che proprio in questo momento, di fronte ad un’immensa e ingannevole vacuità, si attua quella riconoscibile ma sempre sconvolgente malia dell’identificazione implicita nel nome di Link, il nostro contenitore in questa incipiente avventura nell’altrove, il “Legame” è ancora una volta stabilito stordendoci con rara potenza tanto da farci sostare a lungo  mirando quelle vastità celesti prima di saltare verso il basso, di cadere giù, laddove cominceremo davvero a scrivere la nostra nuova leggenda di Zelda.

legend of zelda tears of the kingdom. 1

 

Abbiamo giocato solo una ventina di ore a Legend of Zelda Tears of the Kingdom appena uscito per Nintendo Switch, tuttavia si è trattato di un tempo ludico così saturo di suggestioni, gioco e contemplazione da ispirare questi  primi e necessari pensieri  prima di portare a termine un’avventura (altre parole giungeranno qui allora) che si sta rivelando vasta e intima, tanto da illuderci nell’arco favoloso della sua durata, che ogni altro videogioco passato o venturo, anche il più bello e ispirato, possa essere superfluo cosa assai rara nella storia del medium.

legend of zelda tears of the kingdom. 14

 

 Non si tratta appunto che di un’illusione, ma è la stessa che è possibile abbia provato il pubblico presente alla prima rappresentazione di Tristano e Isotta, il pensiero magnifico e transitorio che, dopo, nulla sarà più lo stesso e ciò che era prima appare sfocato, accessorio. La magia, il bellissimo inganno delle grandi opere d’ingegno. Anche Legend of Zelda Breath of the Wild, del quale Tears of the Kingdom è lo smisurato seguito, ha posseduto il carattere rivoluzionario e definitivo di quell’opera di Wagner, ma è cosa sconvolgente come quest’ultima Leggenda, ispirandosi comunque alla sua origine, risulti un gioco ancora più radicale e avveniristico di quel capolavoro.

legend of zelda tears of the kingdom. 13

 

Legend of Zelda Tears of the Kingdom non inventa una nuova forma del videogioco e neppure un nuovo linguaggio ma sublima e  raffina un idioma tanto da indurci a vedervi un nuovo vocabolario, un’origine con la stessa solo apparente semplicità di un tema mozartiano.  

legend of zelda tears of the kingdom. 2

 

L’ARTE DI INSEGNARE (A GIOCARE)

Le prime ore nei panni ancora poveri di Link percorrendo terre fluttuanti non sono che un prolungato “tutorial”, ma non lo sembra affatto, mimetizzando la spiegazione delle nuove regole del gioco in un tessuto già avventuroso, dissimulando la sua lezione per il novizio. Ci sono così tante idee -che nel giocatore smuovono altre idee senza imporsi ma per ispirarlo- da potere riempire con una sola di queste un intero videogioco di decine di ore.

 

legend of zelda tears of the kingdom. 7

Così cominciamo ad esplorare queste lande sospese con la lentezza e lo sgomento di naufraghi su un’isola deserta e apprendiamo come costruire oggetti assemblandoli con una verde colla magica, a unire due armi insieme o a sperimentare che risultato ludico determinerà quel fungo se applicato alla punta della freccia o allo scudo. Costruire è un’attività che risulta immediata e funzionale nelle sue dinamiche, ma da subito rivela la sua profondità e le possibilità innumerevoli,  un vettore eccezionale per la creatività e per il desiderio di sperimentare del giocatore. Inoltre tutto ciò che si assembla, piccolo o enorme che sia, è sottoposto a quelle realistiche leggi della fisica già implementate in Breath of the Wild, ed è quindi soggetto alla gravità, all’attrito del vento, alla corrente delle acque.

legend of zelda tears of the kingdom. 9

 

Ci sono già i primi combattimenti, ma sono rarefatti (anche quando scenderemo su Hyrule) e mai intrusivi, non turbano l’esplorazione, la quiete del pensiero inventivo ed estroso o il rapimento provocato dalla bellezza di panorami che rimandano ai disegni di un “anime”, Laputa soprattutto e dopo la Principessa Mononoke ma con qualcosa di inspiegabilmente ellenico.

 

legend of zelda tears of the kingdom. 4

Più avanti ci saranno persino corrispondenze con Death Stranding di Hideo Kojima che con Breath of the Wild è stata la grande produzione (si tratta comunque di colossal, non di piccole ma seminali opere indipendenti) più innovativa degli ultimi anni e non solo perché mani oscure e pericolose si alzano dal suolo intossicato provocando quei brividi aptofobici già sperimentati nel gioco di Kojima ma per le qualità di Link come messaggero e viaggiatore, per il suo muovere gravi carichi sempre a rischio di squilibrio.

legend of zelda tears of the kingdom. 6

 

Una volta finita quest’educazione pratica (e sentimentale) scenderemo a Hyrule, così diversa e simile da quella navigata in Breath of the Wild che un’immediata nostalgia per il passato e un vago déjà-vu  cedono alla sorpresa, al piacevole sconcerto di fronte a qualcosa di nuovo e immenso.

 

legend of zelda tears of the kingdom. 5

Così come in Breath of the Wild è lo sguardo che determina la direzione, tanto che la mappa risulta opzionale; dirigetevi dove vi spingono i vostri occhi, verso la direzione indicata dalla volontà di avventura, perché ci saranno sempre una scoperta, un’emozione, un’occasione di inventare e di mettervi in gioco secondo delle regole che non vi imprigionano ma liberano la fantasia di ciascuno senza che le ore risultino perdute e sprecate ma espanse e arricchite in un sublime “ralenti” verticale che si eleva dall’implacabile scorrere orizzontale del tempo, fino quasi ad astrarre dalla dittatura di Chronos come solo l’arte o l’amore possono. 

 

 

 

 

legend of zelda tears of the kingdom. 3legend of zelda tears of the kingdom. 10

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?