milleri caltagirone castagna nagel donnet meloni mediobanca

ABBIAMO UNA BANCA, NE VOGLIAMO DUE – L’OPERAZIONE DI MPS SU MEDIOBANCA È STATA TELEGUIDATA DA PALAZZO CHIGI: È UN TENTATIVO DI BLOCCARE LA JOINT VENTURE TRA GENERALI E LA FRANCESE NATIXIS, INVISA AL GOVERNO SOVRANISTA, E DI AIUTARE CALTAGIRONE E DELFIN SUL DOSSIER DEL LEONE (I DUE HANNO CAPITO DI NON AVERE POSSIBILITÀ DI RIBALTARE LA GOVERNANCE DELLA COMPAGNIA) . LA STESSA GIORGIA MELONI AVREBBE DATO IL VIA LIBERA ALL’OPERAZIONE, CON UNA TELEFONATA ALL'AD DEL MONTE, LOVAGLIO E UN INCONTRO CON IL SUO SECONDO EDITORE PREFERITO (DOPO ANGELUCCI), CALTAGIRONE – IL SUCCESSO DELL’OPERAZIONE È DIFFICILE, VISTO CHE IL MERCATO GIÀ SCONTA DEL 9% L’OFFERTA: LE QUOTE DI “CALTA” E DELFIN A PIAZZETTA CUCCIA VALGONO IL 25%. DOVE SI TROVA L’ALTRO 25%? O ADERISCE IL TESORO, PRIMO AZIONISTA DI MPS, RISCHIANDO L'INCAZZATURA DELLA COMMISSIONE UE E SFANCULANDO IL PIANO DI PRIVATIZZAZIONI PROMESSO, O SI CONVINCONO GLI ALTRI SOCI MINORI DI MEDIOBANCA, AL MOMENTO SCETTICI. RISULTATO? PER ORA È UN REGALO A ORCEL, CHE ORA HA LA STRADA SPIANATA PER LA CONQUISTA DI BPM

Estratto dell'articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

giorgia meloni e giancarlo giorgetti foto lapresse 1

Per avere conferma di come la pensino a Palazzo Chigi sull'offerta a sorpresa del Monte dei Paschi su Mediobanca basta sfogliare le dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza. [...] Poi ci sono le indiscrezioni sulle quali è impossibile avere conferme: un contatto telefonico giovedì fra il numero uno di Mps Luigi Lovaglio e Giorgia Meloni, un incontro a quattr'occhi della stessa premier con Francesco Gaetano Caltagirone, suo grande alleato e regista dell'operazione.

 

Che la scalata di Mediobanca fosse da tempo fra i progetti di Lovaglio è agli atti: lo ipotizzò più di due anni fa al ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti. Cosa è successo nel frattempo? E perché il governo Meloni oggi sostiene l'operazione? Due almeno le risposte.

 

LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE

La prima, quella più squisitamente politica: la premier e i suoi alleati non avrebbero voluto vendere le quote della banca senese, l'unica ancora partecipata dallo Stato, ma gli impegni presi con l'Unione europea e i vincoli di finanza pubblica lo hanno impedito. E così, mentre con una mano lo Stato cedeva quote - oggi gli resta l'11 per cento - con l'altra cercava imprenditori alleati con cui riconquistare l'istituto per decenni simbolo della finanza rossa.

 

Seconda risposta: Caltagirone e il suo alleato nella battaglia per il controllo delle Generali - la Delfin della famiglia Del Vecchio - non sono in grado di realizzare in tempi rapidi il ribaltone ai vertici del gigante assicurativo, uno dei principali acquirenti di debito pubblico italiano.

 

PHILIPPE DONNET ALBERTO NAGEL

La recente operazione di Generali con il gigante del risparmio francese Natixis è vista poi da Palazzo Chigi e da Fratelli d'Italia come un dito negli occhi agli interessi nazionali. E così, senza pensarci due volte, Meloni ha dato l'assenso alla contromossa, […] senza il coinvolgimento di Giorgetti.

 

[...] il successo dell'operazione è difficile da prevedere. In poche ore sul mercato sono passati di mano importanti pacchetti di azioni di quello che una volta era il "salotto buono" della finanza italiana. Racconta un banchiere che chiede di non essere citato: «Gli amici di Nagel (numero uno di Mediobanca, ndr) sono scesi in campo contro il governo».

 

FRANCESCO MILLERI

L'offerta che all'alba valeva un premio del cinque per cento della banca milanese, è diventata a sconto di oltre il nove. Le quote di Caltagirone e Delfin valgono il 25 per cento di Mediobanca. Per raccogliere un altro 25 per cento e vincere la partita, due le strade: o l'adesione del Tesoro all'offerta di Caltagirone e Delfin, oppure il sostegno del mercato.

 

Racconta un secondo banchiere con buoni uffici a Palazzo Chigi: «Nella prima ipotesi Palazzo Chigi e Tesoro dovrebbero presentarsi di fronte alla Commissione europea per chiedere l'autorizzazione ad un'operazione che smentirebbe quanto fatto in ossequio al piano di privatizzazioni. Difficile per ora immaginare anche il sostegno dei soci stabili minori di Mediobanca, fra cui Unipol, la famiglia Monge, Ennio Doris. Tutti investitori che guardano al vantaggio finanziario dell'operazione».

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE

Dunque, cui prodest? La risposta è in quella che a Palazzo Chigi e al Tesoro sta diventando quasi una fissazione: sostenere la nascita di un terzo polo del credito, alternativo a Intesa Sanpaolo e Unicredit, ormai lontane dalle sirene della politica e in un caso - la banca guidata da Andrea Orcel - mossa da ambizioni paneuropee. Il sostegno a Mps-Mediobanca scrive la parola fine all'ipotesi che nelle intenzioni di Giorgetti e della Lega avrebbe dovuto mandare a nozze la stessa Mps con la milanese Banco Bpm.

 

L'hanno affossata i dubbi del numero uno Giuseppe Castagna e l'offerta di acquisto da parte di Unicredit. La conseguenza (forse) inintenzionale del sostegno governativo all'operazione Mps-Mediobanca è un regalo a Orcel, che ora ha la strada spianata per la conquista della piccola rivale milanese.

 

philippe donnet 4

Per capire quale sarà il nuovo assetto della finanza italiana dopo tutto ciò, occorrerà attendere almeno maggio e le assemblee dei soci di Unicredit, Generali e Banco Bpm: allora si inizierà a capire se il cambio di strategia del governo a sostegno del terzo polo tricolore avrà avuto successo. [...]

andrea orcelANDREA ORCEL - FOTO LAPRESSEFRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!