INFILTRATI DI SADDAM NELLE FORZE DEL NUOVO IRAQ, TROVATA LA LISTA - LA RICERCA DELLE ARMI PROIBITE SI FERMA - ABUSI AI PRESUNTI TERRORISTI NELL'AMERICA POST 11 SETTEMBRE.

1 - DALLE CARTE DI SADDAM DECINE DI NOMI DI INFILTRATI NELLE NUOVE FORZE IRACHENE. IL GOVERNO PROVVISORIO TREMA.
Dalla cattura di Saddam finora erano arrivate solo buone notizie. D'accordo, la guerriglia e gli attentati non erano certo diminuiti, ma questo nessuno se l'aspettava, almeno nel breve periodo. Inoltre, le carte trovate nel rifugio del Rais, secondo quanto riportato in questi giorni, soprattutto da Fox news, avrebbero consentito alle forze della coalizione di assestare colpi durissimi ai fedeli dell'ex dittatore, attraverso arresti, perquisizioni e soprattutto il taglio della catena dei finanziamenti. Ma secondo ABC News, dalle stesse carte sequestrate a Saddam, si è scoperto che un numero non indifferente di iracheni chiamati a lavorare con il governo provvisorio, avrebbero fatto (e farebbero tuttora) il doppio gioco. Sarebbero in sostanza degli infiltrati al servizio degli uomini del Rais.
D'altra parte, per cercare di coinvolgere il maggior numero di iracheni nello sforzo di ricostruzione del paese, gli americani hanno assunto circa 162 mila uomini dallo scorso maggio, con ruoli di polizia, ma anche impiegati civili al servizio del governo provvisorio. E lo stesso ministro della difesa Rumsfeld aveva saputo dal comando militare che ogni due o tre settimane, le forze USA trovavano qualche Saddamita che era riuscito a superare i controlli di reclutamento.
Ma secondo l'alto ufficiale che ha parlato con i giornalisti della ABC, se è vero che sapere di avere tutti questi infiltrati è uno shock, aver trovato la lista dei nomi può rappresentare una miniera d'oro.
La minaccia che questi infiltrati può creare alla forze della coalizione preoccupa il Pentagono, che però non appare troppo sorpreso dalla rivelazione. Aver trovato queste informazioni è un'ottima notizia, dicono ma "quello che ci preoccupa sono i nomi non compresi nella lista.".

2 - ARMI PROIBITE ADDIO. L'IRAQ SURVEY GROUP PERDE FONDI, PEZZI E FORSE PERSINO IL SUO CAPO.
Nel frattempo, la questione armi di distruzione di massa sembra non essere più all'ordine del giorno per l'amministrazione americana. Secondo quanto pubblicato dal Washington Post e ripreso da molti giornali, David Kay, l'ex ispettore dell'ONU messo a capo dell'Iraq Survey Group, un gruppo di ricerca che in questi mesi ha trovato poco o niente, avrebbe deciso di lasciare il suo incarico con largo anticipo rispetto al previsto.
E se le solite dichiarazioni ufficiali parlano di problemi familiari, la moglie trascurata, ecc., la verità sarebbe che all'ISG sono stati tolti progressivamente uomini (soprattutto traduttori) e fondi, stornati e utilizzati per contrastare e interrogare gli uomini della guerriglia.
Il prossimo rapporto sulle armi proibite, dovrebbe essere depositato da Kay il prossimo febbraio, ma c'è ci dice che prima ancora di quella data, potrebbe aver già fatto le valigie.
L'impressione che ne traggono gli osservatori più accreditati è che l'amministrazione americana abbia deciso che il problema può passare in cavalleria, e che è inutile battere l'Iraq palmo a palmo senza informazioni credibili.
Tanto vale fare finta di niente, aspettare una botta di fortuna, o una inaspettata rivelazione di Saddam Hussein.



3 - ABUSI AI PRESUNTI TERRORISTI NELL'AMERICA POST 11 SETTEMBRE. IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA PREANNUNCIA SANZIONI.
Tutte brutte notizie per gli americani oggi, e tutte dalla loro stampa. Il Washington Post, rivela i risultati di un'inchiesta del Dipartimento di Giustizia sugli abusi subiti da alcuni detenuti legati o sospettati di avere legami con il terrorismo internazionale. Centinaia di registrazioni video, provano brutalità fisiche e verbali, la detenzione usata come mezzo di punizione, ecc.
Il tutto sarebbe avvenuto al Metropolitan Detention Center (MDC) di Brooklyn a New York e sarebbero coinvolte una ventina di guardie e di agenti che ora potranno subire dei provvedimenti disciplinari e persino un processo.
La notizia fa ovviamente il paio con la decisione della Corte di Appello Federale di ieri che mette in discussione il trattamento che dopo l'undici settembre hanno subito diversi sospettati, soprattutto quelli chiusi nella base militare di Guantanamo.
Sembra l'inizio di un ripensamento generale sugli abusi al sistema giudiziario e le parziali soppressioni dei diritti civili seguiti in America all'undici settembre.


Dagospia 19 Dicembre 2003