CASETTA BIANCA - LA MOGLIE DI KERRY VERA PALLA AL PIEDE IN CAMPAGNA ELETTORALE - UNA FINTA SPIA IRACHENA DIETRO LE DIMISSIONI DI TENET - MICHAEL MOORE ATTIVISTA SOLO CON I VIP.
1 - LA MOGLIE DI KERRY, TERESA, PRENDE LA PAROLA E FA FUGGIRE IL PUBBLICO - TUTTI D'ACCORDO: SARÀ UN PESO IN CAMPAGNA ELETTORALE.
Se c'è una persona che può mettere in difficoltà il candidato democratico alla Casa Bianca, John Kerry, è proprio la moglie Teresa. La multimiliardaria erede della fortuna degli Heinz del Ketchup, non sembra davvero tagliata per svolgere il ruolo di First Lady.
E non solo perché non è la moglie (almeno apparentemente) passiva e tradizionale efficacemente rappresentata da Laura Bush. Teresa Heinz Kerry, non sembra proprio in grado di arringare la folla, né di provare a mostrarsi meno dura e di poche parole di quanto non sia in realtà.
Prova ne sia il suo discorso ad una raccolta fondi newyorkese del partito democratico. Il New York Post (che, va detto, tifa per l'altra parrocchia), racconta di ospiti che lasciano la sala ancora prima che la moglie del senatore inizi a parlare. E quando prende la parola, con oltre un'ora di ritardo, fa venire voglia di scappare anche ai più convinti sostenitori del marito. Si è trattato di un "discorso vago e inconcludente - raccontano i testimoni - detto con un filo di voce, ai limiti del bisbiglio".
E dopo una morbosa chiosa sul suo defunto primo marito, il senatore repubblicano John Heinz ("se oggi fosse vivo, voterebbe per Kerry"), accolto dal gelido silenzio della platea, il commento più gentile è stato: "Non ho mai assistito ad un discorso peggiore di questo."
2 - FALSA SPIA DIETRO LE DIMISSIONI DI TENET
Da Il Messaggero
Una serie di rivelazioni in arrivo sul ruolo avuto nella preparazione della guerra in Iraq da un misterioso informatore iracheno, rivelatosi una falsa spia, avrebbero avuto un ruolo decisivo nello spingere il direttore della Cia George Tenet ad annunciare nei giorni scorsi le proprie dimissioni. Lo afferma il "New York Post", secondo il quale la vicenda della falsa spia, conosciuta solo con il nome in codice " Curveball", è destinata a esplodere con la presentazione di un imminente rapporto del Senato sugli errori d'intelligence relativi alle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Le "rivelazioni" dell'informatore, che sarebbe un ingegnere chimico di Bagdad, furono usate dal segretario di Stato Colin Powell nel presentare all'Onu, nel febbraio 2003, le "prove" delle violazioni irachene alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
3 - MICHAEL MOORE TI FILA SOLO SE SEI UNA STAR DI HOLLYWOOD. ATTIVISTI DI SINISTRA USA DELUSI. AL REGISTA NON ARRIVI PIÙ.
Pur di attaccare (magari non a torto), Michael Moore, quei Bushisti del New York Post, pubblicano anche le rimostranze di associazioni di sinistra. Come quelle che senza poter contare sull'appoggio di nomi importanti della Hollywood liberal hanno chiesto al regista di "Fahreneit 9/11" di dare il suo supporto per non meglio precisate iniziative che dal punto di vista ideologico avrebbero di certo dovuto suscitare l'interesse di Moore.
Ma a quanto pare, i volenterosi attivisti si sono trovati di fronte ad un muro fatto di addetti stampa, che rimandavano ad altri addetti stampa, che a loro volta rinviavano all'assistente personale Jason Pollack, e così via. Di arrivare a Michael non se ne parla, ammettono.
Diverso è il discorso se a presenziare eventi c'è la crema della Hollywood progressista, dicono al "Post". Crema che si raccoglierà domani sera a Los Angeles per l'anteprima ad inviti del film vincitore della Palma d'oro a Cannes. Direttamente dalla prima fila della partita di pallacanestro dei Lakers, non mancheranno Leo DiCaprio, Jack Nicholson e i signori Miramax: Harvey e Bob Weinstein.
Dagospia 07 Giugno 2004
Se c'è una persona che può mettere in difficoltà il candidato democratico alla Casa Bianca, John Kerry, è proprio la moglie Teresa. La multimiliardaria erede della fortuna degli Heinz del Ketchup, non sembra davvero tagliata per svolgere il ruolo di First Lady.
E non solo perché non è la moglie (almeno apparentemente) passiva e tradizionale efficacemente rappresentata da Laura Bush. Teresa Heinz Kerry, non sembra proprio in grado di arringare la folla, né di provare a mostrarsi meno dura e di poche parole di quanto non sia in realtà.
Prova ne sia il suo discorso ad una raccolta fondi newyorkese del partito democratico. Il New York Post (che, va detto, tifa per l'altra parrocchia), racconta di ospiti che lasciano la sala ancora prima che la moglie del senatore inizi a parlare. E quando prende la parola, con oltre un'ora di ritardo, fa venire voglia di scappare anche ai più convinti sostenitori del marito. Si è trattato di un "discorso vago e inconcludente - raccontano i testimoni - detto con un filo di voce, ai limiti del bisbiglio".
E dopo una morbosa chiosa sul suo defunto primo marito, il senatore repubblicano John Heinz ("se oggi fosse vivo, voterebbe per Kerry"), accolto dal gelido silenzio della platea, il commento più gentile è stato: "Non ho mai assistito ad un discorso peggiore di questo."
2 - FALSA SPIA DIETRO LE DIMISSIONI DI TENET
Da Il Messaggero
Una serie di rivelazioni in arrivo sul ruolo avuto nella preparazione della guerra in Iraq da un misterioso informatore iracheno, rivelatosi una falsa spia, avrebbero avuto un ruolo decisivo nello spingere il direttore della Cia George Tenet ad annunciare nei giorni scorsi le proprie dimissioni. Lo afferma il "New York Post", secondo il quale la vicenda della falsa spia, conosciuta solo con il nome in codice " Curveball", è destinata a esplodere con la presentazione di un imminente rapporto del Senato sugli errori d'intelligence relativi alle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. Le "rivelazioni" dell'informatore, che sarebbe un ingegnere chimico di Bagdad, furono usate dal segretario di Stato Colin Powell nel presentare all'Onu, nel febbraio 2003, le "prove" delle violazioni irachene alle risoluzioni delle Nazioni Unite.
3 - MICHAEL MOORE TI FILA SOLO SE SEI UNA STAR DI HOLLYWOOD. ATTIVISTI DI SINISTRA USA DELUSI. AL REGISTA NON ARRIVI PIÙ.
Pur di attaccare (magari non a torto), Michael Moore, quei Bushisti del New York Post, pubblicano anche le rimostranze di associazioni di sinistra. Come quelle che senza poter contare sull'appoggio di nomi importanti della Hollywood liberal hanno chiesto al regista di "Fahreneit 9/11" di dare il suo supporto per non meglio precisate iniziative che dal punto di vista ideologico avrebbero di certo dovuto suscitare l'interesse di Moore.
Ma a quanto pare, i volenterosi attivisti si sono trovati di fronte ad un muro fatto di addetti stampa, che rimandavano ad altri addetti stampa, che a loro volta rinviavano all'assistente personale Jason Pollack, e così via. Di arrivare a Michael non se ne parla, ammettono.
Diverso è il discorso se a presenziare eventi c'è la crema della Hollywood progressista, dicono al "Post". Crema che si raccoglierà domani sera a Los Angeles per l'anteprima ad inviti del film vincitore della Palma d'oro a Cannes. Direttamente dalla prima fila della partita di pallacanestro dei Lakers, non mancheranno Leo DiCaprio, Jack Nicholson e i signori Miramax: Harvey e Bob Weinstein.
Dagospia 07 Giugno 2004