CAFONALINO - ODISSEA NEL 2014, IL FUTURO CHE CI ASPETTA: BACIARE LA PANTOFOLINA TOD'S DI MONTEPREZZEMOLO, PLEASE - "ANGELUCCI, PARDON, ANGELETTI: COME OSA PARAGONARE L'ALITALIA ALLA FIAT?".

Reportage di Umberto Pizzi

L'ora scelta per la presentazione romana del libro di Roberto Ippolito (titolo futuribile, "2014") è disastrosa: le 16, tra una convocazione a Palazzo Chigi per le parti sociali, e la votazione della fiducia sulle pensioni. Il padrone di casa (l'incontro si svolge nel Tempio di Adriano della Camera di Commercio), Andrea Mondello, è a Milano. Luchino di Monteparioli, arriverà: di Antonio Marzano, nessuna traccia. C'è Enrico Letta.

Ippolito sceglie di iniziare, comunque. Pierluigi Magnaschi si è portato, direttamente dall'Ansa, il numero due Carlo Gambalonga e l'amministratore delegato Mario Rosso. La polposa Raffaella Alibrandi si è posizionata in prima fila, con la cugina dressed-to-kill Nicoletta Fiorucci, la "regina del cotechino". C'è il braccio destro di Giancarlo Elia Valori, Vincenzo Latorraca, "ma senza il Professore" impegnato con Confindustria Lazio.

Ecco Luchino di Monteparioli. Sbuca dall'ingresso riservato: anche se è meno basso del Nano di Arcore di qualche centimetro, sembra un'apparizione. E' seguito da Maurizio Beretta, e si materializza anche Alfonso Dell'Erario, addetto alle relazioni esterne. Angela Riccio, la badante di Kit-Cat (al secolo Flavio Cattaneo) punta subito a Beretta: i due si nascondono in un angolo, per parlare a lungo. Subito dopo, la Riccio cede il passo a Antonio Calabrò: anche in questo caso, dialogo-fiume.

Ferruccio De Bortoli parla con tutti. Ma la conversazione più fitta la dedica a Carlo Fornaro, ex Vodafone, e incaricato di ricoprire il posto fino ad oggi occupato da Toni Concina. Fornaro dice che sarà a Milano dal primo settembre, e passerà il mese di agosto a Fregene, dove ci sono la moglie e la sua bambina, Ginevra, che il prossimo 8 novembre compirà un anno. Strano, comunque: pochi riconoscono Fornaro.

E' un occasione per incontrarsi, questa presentazione. Il bla bla di Luchino lo conoscono tutti a memoria, ormai: il made in Italy, innanzitutto. E allora Alain Elkann vede Innocenzo Cipolletta, Gian Maria Gros Pietro saluta Nicoletta Picchio, Arturo Artom scruta Lorenzo Pallesi, Alessandro Laterza conversa con Tito Boeri, Giancarlo Santalmassi vaga qua e là, nella sala.

IL LUCA CHE CI ASPETTA
Costanza Rizzacasa D'Orsogna per Il Riformista




"Mi raccomando la puntualità - aveva detto la pierre -. Il presidente comincia a parlare alle quattro in punto". Ma sono le quattro e mezza, e al Tempio di Adriano, in Piazza Pietra, del n.1 di Confindustria & C. neanche l'ombra. In compenso, a celebrare l'ultima fatica di Roberto Ippolito, "2014 - Il futuro che ci aspetta", c'è il who's who della Roma che conta.

Pierluigi Magnaschi è il primo ad arrivare. Il direttore dell'Ansa, con Pecora al seguito, sfodera il suo proverbiale aplomb. Ma deve aver preso qualche chiletto perché la giacca quasi non gli s'abbottona. Se si mettesse di tre quarti quelle foto verrebbero senz'altro meglio.

C'è De Bortoli, che qualche settimana fa aveva snobbato il libro della Sotis, ma non si perde certo la convention editoriale dell'estate. Il patron di Rcs Libri ha la classe di sempre, ma quelle maniche non saranno un po' cortine? L'On. Enrico Letta, dal canto suo, rimane abbagliato da una splendida ragazza in abito lungo a fiori. E il colpo di fulmine dev'essere reciproco, perché lei, dopo avergli stretto molto calorosamente la mano, inciampa e quasi cade all'indietro.

Imperdonabile l'assenza di Andrea Mondello, presidente della Camera di Commercio e padrone di casa. Più giustificato il ministro Marzano, rinchiuso a Palazzo Chigi per il Dpef. Il solito corteo di spasimanti accompagna in prima fila un gioviale Pier Luigi Vigna. Accanto a lui, Innocenzo Cipolletta sfoggia la solita giacca marrone oversize, alla quale questa volta ha abbinato una cravatta rosa frou frou. Mentre al povero Igor Man non hanno riservato neanche un posto.

In mezzo lui, Ippolito, che abbraccia tutti come se partissero per il K2 e si dà più da fare delle hostess, saltellando, scavalcando e promettendo impossibili posti a sedere. Poi inizia la presentazione, e il povero Magnaschi come moderatore è un po' soporifero. Ma finalmente arriva Montezemolo, che balza sul palco e dà a tutti una sferzata di energia.

Il Signore dell'agenzia rimane basito, ma poi si riprende e tenta la battuta: "Il presidente è l'uomo più fotografato d'Italia, ma i nostri fotografi sono incontentabili". Abbronzato ma un po' smagrito, in abito blu elettrico e cravatta bordeaux, il leader degli industriali ringrazia quelli della Laterza per l'ospitalità, sottolineando che per la seconda volta si sono dimenticati di mandargli una copia del libro in questione.

"Dev'essere una casa editrice molto attenta ai bilanci - dice -. Ma anche questa è efficienza aziendale. Mi piace". Poi chiama in causa il segretario della Uil, "Angelucci, pardon, Angeletti", che alla presenza del premier aveva osato "paragonare l'Alitalia alla Fiat". Lucidissimo e brillante come sempre, il leader degli industriali parla delle "opportunità che ci riserva il futuro", e dice che vorrebbe "che l'Italia si guidasse come la Ferrari".

Intanto Ippolito aiuta i fotografi, spostando via via le bottigliette d'acqua che impediscono i primi piani dei relatori. Quando Montezemolo accenna a fuggire, vorrebbe andare con lui, e quasi si butta giù dal palco. Poi fa una piroetta e torna al suo posto. Il presidente stringe la mano a tutta la prima fila e fa persino il baciamano a una donna in tailleur arancio. Anche se il sorriso di convenienza gli si spegne sulle labbra halfwaythrough. Poi guadagna l'uscita, e la sala si svuota. Magnaschi riprende a parlare e Letta leva gli occhi al cielo.


Dagospia 29 Luglio 2004