MAGIC GEOX! - VITA, OPERE E MIRACOLI CHE RESPIRANO DI MARIO MORETTI POLEGATO, UN GENIO DELLA SCARPA CHE SOGNA DI IMPALLINARE, IN BORSA E NEI NEGOZI, L'ALTRO SCARPARO SMODATO, DIEGO DELLA VALLE - INTANTO, CON LITTLE TONY ROMBA.

Michele Sartori per l'Unità


Perché ostinarsi a chiamarlo Mister Geox? No, no, lui è decisamente oltre: «Ciao amico, sono Magic Geox!», dice Mario Moretti Polegato ai suoi piccoli clienti. Emana qualche sbuffo di vapore sospetto dai piedi, qualche altro dalle spalle, ripete entusiasta tra le nuvolette: «Sono Magic Geox, l'inventore della scarpa che respira!». Oddio, è solo un cartone animato pubblicitario sconosciuto ai più, ma il «Pol» è inconfondibile.

Mascellona prominente, ciuffo rockettaro, occhiali strambi, tutina da Nembo Kid con una grande G al posto della S: Polegato, il supereroe padano pronto a volare in soccorso dei corpi accaldati, dei piedi piagati, a combattere i cattivoni, gli odori corporei, il sudore da afa, i funghi plantari. Un genio della scarpa che sogna di sconfiggere, in Borsa e nei negozi, l'altro scarparo di moda, Diego Della Valle con le sue Tod's.

L'abito fa il monaco, a Nordest. O forse il monaco fa l'abito. Benetton colpiva le fantasie coi maglioni casual, gli occhialini rotondi, le foto desnude. Polegato, il suo vicino di casa ed omologo nel regno delle scarpe, si affida a straordinari occhialini affilati e multicolori che disegna in proprio.

Lontano dai riflettori, dicono che ami le giacche di pelle sfrangiate, per andare, in rombante supercar sportiva giallo acceso, in balera e scatenarsi nel tango. Montebelluna, dove sta, ha questa vena di bizzarria. È l'unico paese d'Italia ad aver dato la cittadinanza onoraria a Little Tony, che sale in Cadillac ogni anno, riveritissimo.

Insomma: Magic Geox una certa aura scapigliata, alternativa, ce l'ha, come tanti suoi colleghi di scarpe, jeans, maglioni da queste parti. Sarà per questo che ispira tanto, nella locale sinistra, politica e sindacale? Non c'è convegno economico a nordest in cui il «Pol» non sia citato come esempio, l'unico praticamente, di delocalizzazione «buona», il faro che potrebbe orientare il futuro, prima idee e ricerca poi produzione, fabbricazione all'estero ma cervello in Italia, perfino ricadute occupazionali dall'est sul nordest, e non viceversa.

Aggiungi che ha - o dovrebbe avere, perché qui le notizie cominciano a sfumare contorno - un «gruppo di sorveglianza morale», una pattuglia di caschi blu che si sposta continuamente tra le infinite fabbriche Geox del mondo, a verificare che siano rispettate le norme internazionali sul lavoro. E prossimamente un «comitato etico», con l'augusta presenza di Joaquin Navarro-Valls, il portavoce del Papa.

Quindi, sistema di relazioni sindacali all'avanguardia? Piano. Cosa accada, nel regno Geox, nessun sindacato lo sa. Il sindacato non c'è. Tra i cinque-seicento tecnici ed operai specializzati della sede trevigiana, dove si fanno modelli, prototipi e preserie, la Cgil conta due iscritti, Cisl e Uil siamo là. È capitato qualche sporadico caso di dipendenti rivoltisi al sindacato per contenziosi: si sono risolti tutti con dimissioni incentivate.

Ogni tanto arrivano a Treviso delegazioni di sindacalisti romeni, e qualche prete di là, a descrivere come gli imprenditori nordestini siano poco attenti - è un eufemismo - ai diritti dei lavoratori. Anche Magic Geox, maggior imprenditore di Timisoara e console onorario della Romania? Mah. Non si sa bene: perché pure là il sindacato non è riuscito a metter piede in azienda.

Ci aveva provato un operaio, a formare il consiglio di fabbrica Geox a Timisoara. È stato licenziato per «furto». Si è rivolto alla magistratura, ha perso. Adesso è in Spagna, rifugiato politico. Come funzioni la Geox rumena, dove si fa la totalità delle suole traforate e respiranti, lo ha descritto, un anno fa, una delegazione dell'università di Venezia: «Si lavora 24 ore al giorno, su due turni di 12 ore per turno (.) Le dipendenti sono tutte donne, perché più affidabili».



La Romania è uno dei pochi paesi al mondo in cui le Geox non sono vendute: neanche le paia «difettate». Che si tengano i piedi puzzolenti.

Il Pol, ai suoi piedi, deve tutto. Devono essere piedi disgustosi, da come li racconta golosamente ad ogni intervista, quanto meno problematici, pronti al sudore, alla macerazione istantanea.

È così che una dozzina di anni fa trovandosi nei bollori di Reno, Nevada, ancora nella veste di enologo dei vigneti di famiglia, con un paio di scarpe sportive addosso, i piedi gli si sono istantaneamente ribellati, piagati, boccheggianti, e lui ha dovuto praticargli una sorta di tracheotomia forando le suole con un coltello - faceva prima a cambiar scarpa, ma tant'è.

Da lì la folgorazione, le ricerche, la scoperta ed il perfezionamento delle membrane della Nasa - straordinaria l'idea di uno sconosciuto vignaiolo trevigiano che accede istantaneamente alle stanze degli scienziati spaziali Usa - e tutto il mito ormai consolidato sulla geoxgenesi.

Comunque sia andata all'origine, inventiva e caparbietà ci sono, in questa ascesa a razzo: ultimo caso, forse irripetibile, con tutti i crismi dell'imprenditorialità nordestina. Nordestino è anche il contorno, diciamo così, politico. Nei primi anni, Magic Geox passa per simpatizzante leghista, come molti suoi colleghi: tutti lo scrivono, lui non lo nega, «la Lega ha il merito storico di avere rotto col passato».

La cassaforte di famiglia si chiama «Iniziative Padane», se può essere un indizio. Protesta come tutti, per le tasse, la burocrazia, gli uffici Iva, soprattutto le strade che mancano - un pallino: adesso sta tempestando in Romania, per fare nuove arterie da Timisoara verso Treviso.

Diventa un fiero partecipe della Confindustria a gestione D'Amato, più di recente è tra i grandi sponsor di Nicola Tognana nello scontro con Montezemolo, cene su cene di Vip a Villa Sandi, e lui, il «Pol», giudica: «Tognana è un uomo da azienda, non da salotti». Salvo sprofondare negli apprezzamenti dell'uomo da salotti, dopo la sua vittoria: «Montezemolo è un professionista d'altissimo livello».

Con quelle scarpe, si casca sempre in piedi. Dev'essere un'idea fissa dei trevigiani, perché mentre Magic Geox partiva con le suole traforate, nella confinante Lotto-Stonefly inventavano la scarpa con sfogo a valvole, un metodo alternativo e ugualmente di successo. Ne sono scaturiti epici conflitti giudiziari per concorrenza sleale, il «Pol» li ha persi tutti, ma alla fine sono entrambi lanciatissimi.

Adesso Andrea Tomat, l'uomo delle scarpe a valvola, è il nuovo presidente di Unindustria trevigiana, e Magic Geox schizza verso la Borsa, con garanzie mirabolanti sulla futura crescita del suo gruppo, sarà sicuramente la borsa che respira.


Dagospia 11 Novembre 2004