DAGO BUSINE$$ - I SUCCESSI DI VODAFONE-GUINDANI E IL CORRIERE DI MUCCHETTI - ALITALIA, SOLITUDINE DI BANDIERA - LERNER, REGIA PER TELECOM - PELLICCIOLI BATTE CASSA - CISNETTO FAZIOSO - ABETE SUDA - DE BENEDETTI A BOCCONI - FINMATICA TRAGEDY.

1 - Senza fare troppo rumore Pietro Guindani, successore di Colao Meravigliao al vertice di Vodafone, colleziona incarichi e risultati. Ieri è stato nominato presidente di Asstel, l'associazione di Confindustria che riunisce tutte le grandi imprese di telecomunicazioni e di cui Paolo Mazzanti, è direttore generale. Candidato alla poltrona era Tommaso Pompei di Wind, ma i veti incrociati dei big del telefono hanno abbattuto la sua candidatura. Sul fronte della sua azienda, Vodafone, il manager bocconiano ha aumentato dell'8% i ricavi, mentre la clientela è a quota 21,7 milioni. Colao Meravigliao guarda con distacco i successi del suo delfino, e ne parla nelle gite del sabato in bicicletta con il suo amico Massimo Mucchetti. Tra una pedalata e l'altra il giornalista spiega con pazienza perché ha scritto due settimane fa un pesante articolo sulle problematiche fiscali di Vodafone e delle grandi aziende.

2 - Nel palazzo semivuoto dell'Alitalia alla Magliana, Giancarlo Cimoli è furibondo. Chi lo ha visto in queste ore lo paragona a un leone in gabbia. Il manager ce l'ha con due persone: Maurizio Prato di Fintecna che è sempre più riluttante di fronte alla prospettiva di rilevare il 49% di AZ Service, e Giovanni Sebastiani, il capo di Meridiana che ieri ha chiuso la porta a qualsiasi alleanza. "Ognuno per conto suo", ha detto Sebastiani che da profondo conoscitore dell'Alitalia (da cui è entrato e uscito più volte con beneficio) comincia a sentire puzza di bruciato intorno alla Compagnia di bandiera.

3 - Sono entrati alla spicciolata in un albergo dietro la Stazione Termini, i 60 manager di Telecom Italia che ieri hanno ascoltato compunti per un paio d'ore. Jeremy Rifkin il guru di Washington che partorisce un libro ogni nove mesi. L'appuntamento era per le 17 e l'incontro-dibattito sul "sogno europeo" si è svolto in una sala del "Radisson SAS Hotel" di Roma con l'astuta regìa di Gad Lerner.

4 - Torniamo indietro alle care, vecchie lire: 168 miliardi, cioè 168 mila milioni! È questa la cifra che nel luglio 2004 la Telecom pagò come premio a Lorenzo Pelliccioli prima della fusione Seat-Tin.it. Ebbene, quei 168 mila milioni in ex-lire che gli consentono di vivere in un castello della Provenza e di produrre vino di qualità, all'ex-manager non bastano: vuole altri 3.000 milioni come danno per gli impegni mancati dall'azienda con il piano di stock-option 1999-2003. Per adesso ha perso la causa di lavoro, ma la sentenza è appellabile e le migliaia di azionisti che si sono bruciate le mani per aver acquistato le Seat, sperano vivamente che Pelliccioli possa recuperare quegli spiccioli.



5 - È un gioco facile, facile. Chi era il giornalista più amato dall'Avvocato? Barbara Spinelli; il più apprezzato da De Benedetti? Federico Rampini; da Berlusconi? Carlo Rossella; da Tronchetti Provera? Antonio Calabrò; da Antonio Fazio? Qui la risposta si complica perché i rapporti del Governatore con la stampa sono riservati e discreti. Un indizio forte viene dalla lettura di un articolo del "Messaggero" che ha per titolo "Sei banche fasulle in cerca di tanti gonzi.". Le sei banche "fasulle" (Banca Magnolia, Fincredit e Eusign Union, Avatar, Development & Holding Bank of Belize, Banca internazionale di credito) sono indicate in modo preciso per la loro attività "fantasma". L'articolo porta la firma di Enrico Cisnetto, il giornalista che organizza gli Incontri di Cortina per le vedove e gli intellettuali, e che sembra piacere al Governatore.

6 - Per Luigino Abete di "lobby-continua" la gloria è come un cerchio nell'acqua che non smette mai di allargarsi fino a che non si disperde nel nulla (Shakespeare, Re Enrico VI, Atto I). Oggi è il giorno del suo insediamento all'Unione Industriali di Roma, la poltrona conquistata con il sudore a luglio contro Alberto Tripi, candidato di Tronchetti Provera. Ci saranno tutti, ci saranno i soliti: il fratello Giancarlo, Pippo Marra, Mauro Miccio, Caltagirone senior e junior, Toti, Tini e un grappolo di politici. Ma non è vera gloria. In queste ore Luigino suda perché quelli del "contropatto" in BNL non mollano la presa e anzi comprano azioni a piene mani (ieri è passato di mano il 4,3% del capitale), La festa di oggi è rovinata, mentre riaffiorano le polemiche sull'incompatibilità tra la carica di banchiere e quella di presidente degli imprenditori. Luigino suda, copiosamente.

7 - Reduce dalla festa dei 70 anni di St. Moritz dove ha appreso che la nomina di De Bortoli al "Sole 24 Ore" sarà "faticosa"(in Confindustria gli ultimi due direttivi- che devono designare il nuovo direttore - sono stati "mancati" sia da Tronchetti che da Confalonieri), Carletto De Benedetti incontra alle 16.30 gli studenti della Bocconi per una dotta lezione. Ai giovinotti che non vedono l'ora di essere assunti da una McKinsey qualunque o da Corrado Passera, l'Ingegnere dirà che "in Italia vengono coltivate ancora molte nicchie protette". Pensiero stupendo che riguarda l'Italia di oggi, non quella di ieri dove aziende come Olivetti e Fiat erano lasciate allo sbaraglio della concorrenza, senza cassa integrazione, senza l'aiuto del "salotto buono di Cuccia", senza pudore.

8 - Tre banche milanesi fanno il conto alla rovescia. Per Banca Intesa, Unicredit e Popolari di Lodi, il tempo massimo per evitare il fallimento definitivo di Finmatica scade il 2 dicembre. Se entro quella data non arriva il cavaliere bianco, i crediti che le tre banche hanno concesso alla società di Pierluigi Crudele se ne vanno in fumo. Intanto, come Dagospia aveva annunciato a fine ottobre, l'offerta di acquisto di "Opera 21" per rilevare Finmatica si è dissolta come la neve al sole.


Dagospia 18 Novembre 2004