DAGO BUSINE$$ - MACRI', LIBIDO DA AFFARI: 6 MOGLI - SENTINELLI SMS - LA SPERANZA DI GAMBERALE - LAPO CON ASTERISCO - LUCHINO SE NE FREGA DI CONFA E TRONCHETTI - CAPUTI MI HAI? - SARMI SMANETTONE.
1 - Mentre il titolo Bnl strappava il 5% (con grande gioia dei palazzinari e di Dieghito Della Valle) e mentre Luigino Abete di "lobby-continua" sudava copiosamente, una domanda girava ieri insistente tra gli operatori di borsa: è vero che Franco Macrì ha avuto 6 mogli e l'ultima ha soli 23 anni? Abituati allo "stress da listino" che porta dritto all'impotenza sessuale, gli analisti e gli operatori erano sbalorditi dal preciso ritratto del magnate italo-argentino che Adriano Bonafede ha fatto su "Affari & Finanza". L'imprenditore calabro-romano-argentino ha 70 anni, ha frequentato il Liceo Massimo di Roma e nel '49 è tornato in Argentina per riabbracciare il padre. Guarda caso l'Argentina è lo stesso paese dove è emigrato nel dopoguerra il padre di Franco Caltagirone che, guarda caso, ieri Macrì avrebbe incontrato per affidargli il 4% dei titoli Bnl in suo possesso. Resta il dettaglio stupefacente delle 6 mogli, che lo colloca nel Guinness dei primati. Oggi Macrì sarà a Tel Aviv dove sta trattando la costruzione della metropolitana.
2 - Con una procedura inconsueta, e per tagliare qualsiasi chiacchiera, Mauro Sentinelli, il direttore generale di Tim che si è dimesso venerdì scorso dal suo incarico, ha inviato centinaia di sms agli amici e alle persone che hanno avuto con lui rapporti di lavoro. Il testo dice testualmente: "Testimonianza in prima persona. A fine mese lascerò ogni ruolo operativo in Tim, dove viene abolita la posizione di Direttore Generale. Manterrò una consulenza per 3 anni a riporto del Presidente dr. Tronchetti e il posto di membro del CdA di Tim Hellas. Manterrò il ruolo di rappresentante Tim presso la GSM Association con la carica di Deputy Chairman. Mauro Sentinelli". Un esempio di tecnologia "fredda".
3 - Ha uno stipendio annuo di quasi 3 milioni di euro, una pensione da 70 milioni di vecchie lire al mese, ma non dimentica la beneficenza. E anche se i fratelli Benetton gli impediscono di imitare Bill Gates e di destinare gli utili di "Autostrade" ai bisognosi, Vito Gamberale vuole lasciare un segno di bontà. Così ieri sera un centinaio di persone ha partecipato alla cena dell'Associazione "Amici della Speranza" che il manager ha organizzato a Roma per combattere la leucemìa.
4 - Alfredo Ambrosetti non è solo un consulente e un gran maestro di cerimonie, ma anche un gran furbacchione. Ogni anno organizza il Meeting di Cernobbio dove sbarcano i soliti potenti della terra (Shimon Peres, Soros, Chicco Testa) e qualche star (Naomi Campbell, Monica Bellucci). L'ultima edizione è andata male: il premier iracheno Allawi ha dato forfait e colmo della sfiga, la sua kermesse ha coinciso con il matrimonio di Jaki Elkann. Ma lui, Ambrosetti, agli Elkann non rinuncia ed eccolo preparare per il 16 febbraio all'Hotel Melia di Milano, un workshop dal titolo così ficcante che più generico non si può: "Le nuove frontiere del marketing". Relatore: Lapo Elkann, il biondo responsabile del brand promotion Fiat che ieri ha avuto l'ardire di affermare: "sto pensando a come salvare l'azienda". Negli inviti che sono partiti in questi giorni, accanto al nome di Lapo c'è un asterisco che rimanda a una conferma definitiva. Non i sa mai, può darsi che per quella data la Fiat non ci sia più.
5 - Noi beviamo e lui fa i soldi. A palate e con le bollicine. Il suo nome è Franco Ziliani, è nato a Brescia nel 1931, e la sua fortuna comincia nel 1954 quando incontra Guido Berlucchi che con il metodo champenois ha inventato lo champagne italiano. Adesso Ziliani governa un impero di bottiglie a Borgonato di Corte Franca dove con 106 dipendenti riesce a fatturare quasi 45 milioni di euro. Un imprenditore che nella crisi riesce ad arricchirsi. Prosit!
6 - L'hanno studiata insieme a tavolino e ce l'hanno fatta. Innocenzo Cipolletta e Luchino di Montezemolo hanno deciso per la prima volta nella storia di Confindustria, di arrivare alla nomina di De Bortoli seguendo una strada diversa. In passato il direttivo di Confindustria (editore del Sole 24 Ore) designava il direttore del quotidiano e il consiglio di amministrazione ne ratificava la nomina. Ieri è avvenuto il contrario e oggi il direttivo degli industriali che si riunisce a viale dell'Astronomia, prenderà atto della designazione di Ferruccio De Bortoli. Era l'unica strada per smontare le ultime barricate di Fedele Confalonieri e l'ostilità di Tronchetti Provera. La riunione di ieri a Milano dei 7 consiglieri del "Sole 24 Ore" (Beretta, Draghi, De Rita, Cerutti, Bonomi, Cerbone, Scaroni) ha spiazzato Palazzo Chigi e dintorni. Auguri.
7 - Il più colpito dalla nomina del dentista padano Calderoli a commissario per la Calabria, è Massimo Caputi, il volitivo amministratore di "Sviluppo Italia" che ha messo i soldi dello Stato in 161 società. Con un coraggio paragonabile soltanto a quello che ebbe il ventinovenne Pietro Micca nell'assedio di Torino del 1706, il boiardo postmoderno strilla dalle colonne del "Sole 24 Ore": "Manca una politica industriale, alle imprese servono certezze. bisogna scegliere.". Epico Caputi!, con sommo sprezzo del pericolo e totale disprezzo della memoria così continua ". se vogliamo puntare su investimenti veri non dobbiamo sostenere la creazione di nuovi alberghetti con i fondi pubblici". La giornalista che lo interroga a questo punto drizza la schiena (come ha chiesto ieri Ciampi) e chiede: "ma il turismo non era un suo chiodo fisso?". La risposta di Caputi, preoccupato dal "mangiaterroni" Calderoli, è talmente confusa che non vale la pena riprenderla.
8 - In un'intervista che appare oggi su "MF", Massimo Sarmi affronta i temi della tecnologia applicata all'efficienza aziendale. "Massimo Sarmi, ovvero la tecnocrazia", così l'esordio dell'articolo che ripercorre la vita del manager delle Poste dalle orecchie generose. Ed ecco la prima domanda enunciata con raffinata eleganza: "lei si considera uno smanettone, uno che ha grande dimestichezza con pc, telefoni e gadget elettronici?". Invece di alzarsi e andarsene sdegnato per questo linguaggio da taverna, l'ex-ufficiale dell'Aeronautica, ancora per poco tempo alle Poste, risponde: "smanettone, io? No, piuttosto che alla tecnologia in sé, sono interessato alle sue applicazioni". E giù con una pagina intera di chiacchiere promopubblicitarie.
Dagospia 14 Dicembre 2004
2 - Con una procedura inconsueta, e per tagliare qualsiasi chiacchiera, Mauro Sentinelli, il direttore generale di Tim che si è dimesso venerdì scorso dal suo incarico, ha inviato centinaia di sms agli amici e alle persone che hanno avuto con lui rapporti di lavoro. Il testo dice testualmente: "Testimonianza in prima persona. A fine mese lascerò ogni ruolo operativo in Tim, dove viene abolita la posizione di Direttore Generale. Manterrò una consulenza per 3 anni a riporto del Presidente dr. Tronchetti e il posto di membro del CdA di Tim Hellas. Manterrò il ruolo di rappresentante Tim presso la GSM Association con la carica di Deputy Chairman. Mauro Sentinelli". Un esempio di tecnologia "fredda".
3 - Ha uno stipendio annuo di quasi 3 milioni di euro, una pensione da 70 milioni di vecchie lire al mese, ma non dimentica la beneficenza. E anche se i fratelli Benetton gli impediscono di imitare Bill Gates e di destinare gli utili di "Autostrade" ai bisognosi, Vito Gamberale vuole lasciare un segno di bontà. Così ieri sera un centinaio di persone ha partecipato alla cena dell'Associazione "Amici della Speranza" che il manager ha organizzato a Roma per combattere la leucemìa.
4 - Alfredo Ambrosetti non è solo un consulente e un gran maestro di cerimonie, ma anche un gran furbacchione. Ogni anno organizza il Meeting di Cernobbio dove sbarcano i soliti potenti della terra (Shimon Peres, Soros, Chicco Testa) e qualche star (Naomi Campbell, Monica Bellucci). L'ultima edizione è andata male: il premier iracheno Allawi ha dato forfait e colmo della sfiga, la sua kermesse ha coinciso con il matrimonio di Jaki Elkann. Ma lui, Ambrosetti, agli Elkann non rinuncia ed eccolo preparare per il 16 febbraio all'Hotel Melia di Milano, un workshop dal titolo così ficcante che più generico non si può: "Le nuove frontiere del marketing". Relatore: Lapo Elkann, il biondo responsabile del brand promotion Fiat che ieri ha avuto l'ardire di affermare: "sto pensando a come salvare l'azienda". Negli inviti che sono partiti in questi giorni, accanto al nome di Lapo c'è un asterisco che rimanda a una conferma definitiva. Non i sa mai, può darsi che per quella data la Fiat non ci sia più.
5 - Noi beviamo e lui fa i soldi. A palate e con le bollicine. Il suo nome è Franco Ziliani, è nato a Brescia nel 1931, e la sua fortuna comincia nel 1954 quando incontra Guido Berlucchi che con il metodo champenois ha inventato lo champagne italiano. Adesso Ziliani governa un impero di bottiglie a Borgonato di Corte Franca dove con 106 dipendenti riesce a fatturare quasi 45 milioni di euro. Un imprenditore che nella crisi riesce ad arricchirsi. Prosit!
6 - L'hanno studiata insieme a tavolino e ce l'hanno fatta. Innocenzo Cipolletta e Luchino di Montezemolo hanno deciso per la prima volta nella storia di Confindustria, di arrivare alla nomina di De Bortoli seguendo una strada diversa. In passato il direttivo di Confindustria (editore del Sole 24 Ore) designava il direttore del quotidiano e il consiglio di amministrazione ne ratificava la nomina. Ieri è avvenuto il contrario e oggi il direttivo degli industriali che si riunisce a viale dell'Astronomia, prenderà atto della designazione di Ferruccio De Bortoli. Era l'unica strada per smontare le ultime barricate di Fedele Confalonieri e l'ostilità di Tronchetti Provera. La riunione di ieri a Milano dei 7 consiglieri del "Sole 24 Ore" (Beretta, Draghi, De Rita, Cerutti, Bonomi, Cerbone, Scaroni) ha spiazzato Palazzo Chigi e dintorni. Auguri.
7 - Il più colpito dalla nomina del dentista padano Calderoli a commissario per la Calabria, è Massimo Caputi, il volitivo amministratore di "Sviluppo Italia" che ha messo i soldi dello Stato in 161 società. Con un coraggio paragonabile soltanto a quello che ebbe il ventinovenne Pietro Micca nell'assedio di Torino del 1706, il boiardo postmoderno strilla dalle colonne del "Sole 24 Ore": "Manca una politica industriale, alle imprese servono certezze. bisogna scegliere.". Epico Caputi!, con sommo sprezzo del pericolo e totale disprezzo della memoria così continua ". se vogliamo puntare su investimenti veri non dobbiamo sostenere la creazione di nuovi alberghetti con i fondi pubblici". La giornalista che lo interroga a questo punto drizza la schiena (come ha chiesto ieri Ciampi) e chiede: "ma il turismo non era un suo chiodo fisso?". La risposta di Caputi, preoccupato dal "mangiaterroni" Calderoli, è talmente confusa che non vale la pena riprenderla.
8 - In un'intervista che appare oggi su "MF", Massimo Sarmi affronta i temi della tecnologia applicata all'efficienza aziendale. "Massimo Sarmi, ovvero la tecnocrazia", così l'esordio dell'articolo che ripercorre la vita del manager delle Poste dalle orecchie generose. Ed ecco la prima domanda enunciata con raffinata eleganza: "lei si considera uno smanettone, uno che ha grande dimestichezza con pc, telefoni e gadget elettronici?". Invece di alzarsi e andarsene sdegnato per questo linguaggio da taverna, l'ex-ufficiale dell'Aeronautica, ancora per poco tempo alle Poste, risponde: "smanettone, io? No, piuttosto che alla tecnologia in sé, sono interessato alle sue applicazioni". E giù con una pagina intera di chiacchiere promopubblicitarie.
Dagospia 14 Dicembre 2004