POLITIKOM - RAI STOP - L'INFLUENZA DI BERLUSCONI, GLI ACCIACCHI DI COSSIGA - CASINI PER I SALESIANI - FINI PER PUTIN - SILVIO AMA CICCIO - ASPETTANDO GOTTARDO - MILANO LADRONA (COME FU SMANTELLATO LO STATO).
1 - L'appuntamento è stato fissato da tempo, ma forse salterà per colpa dell'influenza che ha colpito il Cavaliere. Comunque, da brava pacioccona, Annuzza La Rosa è fiduciosa, e attende fremente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alle 16.30, a Saxa Rubra, per registrare la trasmissione "Conferenza stampa", da mandare in onda stanotte.
2 - Francesco Cossiga era atteso oggi all'università Lumsa per presentare un volume dedicato alle poesie giovanili di Karol Wojtyla: ma problemi di salute (niente di grave) stamattina lo hanno dirottato da un'altra parte (auguri). In compenso, il presidente del Senato Marcello Pera, oggi scodellerà - nella Biblioteca della Minerva - un libro fotografico sui viaggi di Papa Giovanni Paolo II.
3 - Oggi non disturbate il presidente della Camera dei Deputati Pier Pio Casini: a Bologna deve inaugurare l'Istituto Salesiano Beata Vergine San Luca.
4 - da Il Tempo - Chiamiamola "mozione degli affetti". Ed è quella andata in scena qualche sera fa durante una cena in una casa privata fra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il candidato Cdl alla guida della Regione Lazio, l'attuale presidente Francesco Storace. "Tu non mi vuoi bene", ha detto tutto serio Storace a Berlusconi. E l'altro, preoccupato, sfoderando un largo sorriso: "Io? Ma se ti voglio un bene.". Ma la battuta deve avere ferito. Perché a fine serata Berlusconi ha avvicinato la moglie di Storace, Rita, sussurrando: "Glielo dica anche lei, che ha intimità. A Francesco voglio proprio bene."
5 - Da Giotto a Malevic, da Mussolini a Fini. Così va il mondo. Il vicepresidente del Consiglio - e ministro degli Esteri - Gianfranco Fini visita Mosca: deve incontrare il presidente alla diossina Vladimir Putin, e inaugurare al Museo Puskin la mostra da "Giotto a Malevic, la reciproca meraviglia", già esposta alle Scuderie del Quirinale, a Roma.
6 - Ultime su viale Mazzini. Negli ambienti finanziari londinesi, e anche in qualche importante merchant bank italica, si dice ormai apertamente che la privatizzazione Rai è rimandata alle calende greche, se mai si farà. Secondo i si dice, gli advisor avrebbero detto che sì la Rai è privatizzabile ma al fine di evitarne una svendita la privatizzazione dovrebbe avvenire solo dopo un percorso che ne aumenti significativamente il valore patrimoniale. Che attualmente sarebbe stimato in circa la metà di quello di Mediaset. In questo quadro, tra l'altro, c'è il grosso problema di separare formalmente le attività finanziate nel bilancio Rai dal canone che, anche per la normativa europea, è equiparato a tutti gli effetti a una forma di tassazione. Il rinvio della privatizzazione non vuol di dire che il Consiglio dei Quattro (più Kit Cat) se ne vada via subito. In realtà, il redde rationem avverrà dopo le Regionali.
7 - C'è attesa, per la prevista audizione - programmata per mercoledì alle 15 dalla Commissione Difesa del Senato - del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Luciano Gottardo, in tema di assetto funzionale e organizzativo delle Forze Armate.
8 - La benemerita Radio Radicale ha mandato in onda, ieri, un intervento di Beppe Grillo, Secondo il social-comico, per combattere la crescita economica dei cinesi, c'è un'unica possibilità: mandargli Cgil, Cisl e Uil: "Sei mesi di Pezzotta ed Epifani, e li distruggiamo."
9 - Parole del professore palindromo Alberto Asor Rosa: "Non credo che Berlinguer e Craxi appartengano alla stessa famiglia. Rappresentano due modi completamente opposti di concepire la milizia politica, l'onestà intellettuale e soprattutto quella personale nelle cariche pubbliche. Craxi è una degenerazione della famiglia socialista. È come se uno si dichiarasse cristiano e perciò fosse obbligato a considerare come un fatto positivo la persecuzione di Galileo Galilei."
10 - MILANO LADRONA (COME FU SMANTELLATO LO STATO)
Franco Bechis per Il Tempo
Ricordo bene quando iniziò. Fra il 1996 e il 1998, due anni chiave per l'opera di smantellamento dello Stato italiano. A palazzo Chigi Romano Prodi, un manager pubblico che della consulenza aveva fatto un'arte. L'uomo della Goldman Sachs, una delle più importanti banche d'affari internazionali, in Europa. L'ex grand commis di Stato richiesto da comitati, consigli, assemblee di cervelli di mezzo mondo. Uno dei padri nobili di Nomisma, fra le principali società di consulenza in Italia.
Fu sotto il governo Prodi, come ricorda nell'intervista esclusiva concessa a "Il Tempo" il procuratore generale della Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, che iniziò «consulentopoli». Fuori dalla macchina decisionale i dipendenti pubblici, per quanto preparati. E dentro, nei ministeri, società private, professori, amici degli amici. Pagati profumatamente per sedere in un comitato consultivo, in un consiglio ad hoc, per fornire un parere di cui magari nessuno avrebbe poi tenuto conto.
Fra il 1996 e il 1998 la spesa per gettoni di presenza e collaboratori di questo tipo raddoppiò, superò i 150 milioni di euro solo per le strutture centrali del governo. E la moda si è presto allargata a macchia d'olio, investendo comuni, regioni, province.
Per la Corte dei Conti lì dentro c'è il germe della nuova Tangentopoli. Un tempo ci si divideva posti in consiglio di amministrazione delle società pubbliche e relativi appalti. Negli ultimi anni si assegnano comitati, ricerche, studi, ricerche a go-go. Una torta da miliardi di euro divisa senza alcun tipo di controllo reale, senza dovere spiegare a nessuno. Fette piccole, è vero, ma numerose.
E non è particolare da poco conto quel che sottolinea Apicella: sprecopoli è fenomeno che pervade soprattutto gli enti locali del Nord, quelli che più hanno spinto per la devolution. Come dire che la battaglia contro «Roma ladrona» aveva ben poco di ideale: a un presunto malcostume se ne è subito sostituito un altro diverso solo dal punto di vista geografico.
Invece di Roma abbiamo oggi «Milano ladrona», e non c'è davvero da rallegrarsene. Perché in un caso e nell'altro la vittima è la stessa: l'esercito paziente dei milioni di italiani onesti che alla fine sono chiamati a pagare il conto per tutti.
Dagospia 07 Febbraio 2005
2 - Francesco Cossiga era atteso oggi all'università Lumsa per presentare un volume dedicato alle poesie giovanili di Karol Wojtyla: ma problemi di salute (niente di grave) stamattina lo hanno dirottato da un'altra parte (auguri). In compenso, il presidente del Senato Marcello Pera, oggi scodellerà - nella Biblioteca della Minerva - un libro fotografico sui viaggi di Papa Giovanni Paolo II.
3 - Oggi non disturbate il presidente della Camera dei Deputati Pier Pio Casini: a Bologna deve inaugurare l'Istituto Salesiano Beata Vergine San Luca.
4 - da Il Tempo - Chiamiamola "mozione degli affetti". Ed è quella andata in scena qualche sera fa durante una cena in una casa privata fra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e il candidato Cdl alla guida della Regione Lazio, l'attuale presidente Francesco Storace. "Tu non mi vuoi bene", ha detto tutto serio Storace a Berlusconi. E l'altro, preoccupato, sfoderando un largo sorriso: "Io? Ma se ti voglio un bene.". Ma la battuta deve avere ferito. Perché a fine serata Berlusconi ha avvicinato la moglie di Storace, Rita, sussurrando: "Glielo dica anche lei, che ha intimità. A Francesco voglio proprio bene."
5 - Da Giotto a Malevic, da Mussolini a Fini. Così va il mondo. Il vicepresidente del Consiglio - e ministro degli Esteri - Gianfranco Fini visita Mosca: deve incontrare il presidente alla diossina Vladimir Putin, e inaugurare al Museo Puskin la mostra da "Giotto a Malevic, la reciproca meraviglia", già esposta alle Scuderie del Quirinale, a Roma.
6 - Ultime su viale Mazzini. Negli ambienti finanziari londinesi, e anche in qualche importante merchant bank italica, si dice ormai apertamente che la privatizzazione Rai è rimandata alle calende greche, se mai si farà. Secondo i si dice, gli advisor avrebbero detto che sì la Rai è privatizzabile ma al fine di evitarne una svendita la privatizzazione dovrebbe avvenire solo dopo un percorso che ne aumenti significativamente il valore patrimoniale. Che attualmente sarebbe stimato in circa la metà di quello di Mediaset. In questo quadro, tra l'altro, c'è il grosso problema di separare formalmente le attività finanziate nel bilancio Rai dal canone che, anche per la normativa europea, è equiparato a tutti gli effetti a una forma di tassazione. Il rinvio della privatizzazione non vuol di dire che il Consiglio dei Quattro (più Kit Cat) se ne vada via subito. In realtà, il redde rationem avverrà dopo le Regionali.
7 - C'è attesa, per la prevista audizione - programmata per mercoledì alle 15 dalla Commissione Difesa del Senato - del comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Luciano Gottardo, in tema di assetto funzionale e organizzativo delle Forze Armate.
8 - La benemerita Radio Radicale ha mandato in onda, ieri, un intervento di Beppe Grillo, Secondo il social-comico, per combattere la crescita economica dei cinesi, c'è un'unica possibilità: mandargli Cgil, Cisl e Uil: "Sei mesi di Pezzotta ed Epifani, e li distruggiamo."
9 - Parole del professore palindromo Alberto Asor Rosa: "Non credo che Berlinguer e Craxi appartengano alla stessa famiglia. Rappresentano due modi completamente opposti di concepire la milizia politica, l'onestà intellettuale e soprattutto quella personale nelle cariche pubbliche. Craxi è una degenerazione della famiglia socialista. È come se uno si dichiarasse cristiano e perciò fosse obbligato a considerare come un fatto positivo la persecuzione di Galileo Galilei."
10 - MILANO LADRONA (COME FU SMANTELLATO LO STATO)
Franco Bechis per Il Tempo
Ricordo bene quando iniziò. Fra il 1996 e il 1998, due anni chiave per l'opera di smantellamento dello Stato italiano. A palazzo Chigi Romano Prodi, un manager pubblico che della consulenza aveva fatto un'arte. L'uomo della Goldman Sachs, una delle più importanti banche d'affari internazionali, in Europa. L'ex grand commis di Stato richiesto da comitati, consigli, assemblee di cervelli di mezzo mondo. Uno dei padri nobili di Nomisma, fra le principali società di consulenza in Italia.
Fu sotto il governo Prodi, come ricorda nell'intervista esclusiva concessa a "Il Tempo" il procuratore generale della Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, che iniziò «consulentopoli». Fuori dalla macchina decisionale i dipendenti pubblici, per quanto preparati. E dentro, nei ministeri, società private, professori, amici degli amici. Pagati profumatamente per sedere in un comitato consultivo, in un consiglio ad hoc, per fornire un parere di cui magari nessuno avrebbe poi tenuto conto.
Fra il 1996 e il 1998 la spesa per gettoni di presenza e collaboratori di questo tipo raddoppiò, superò i 150 milioni di euro solo per le strutture centrali del governo. E la moda si è presto allargata a macchia d'olio, investendo comuni, regioni, province.
Per la Corte dei Conti lì dentro c'è il germe della nuova Tangentopoli. Un tempo ci si divideva posti in consiglio di amministrazione delle società pubbliche e relativi appalti. Negli ultimi anni si assegnano comitati, ricerche, studi, ricerche a go-go. Una torta da miliardi di euro divisa senza alcun tipo di controllo reale, senza dovere spiegare a nessuno. Fette piccole, è vero, ma numerose.
E non è particolare da poco conto quel che sottolinea Apicella: sprecopoli è fenomeno che pervade soprattutto gli enti locali del Nord, quelli che più hanno spinto per la devolution. Come dire che la battaglia contro «Roma ladrona» aveva ben poco di ideale: a un presunto malcostume se ne è subito sostituito un altro diverso solo dal punto di vista geografico.
Invece di Roma abbiamo oggi «Milano ladrona», e non c'è davvero da rallegrarsene. Perché in un caso e nell'altro la vittima è la stessa: l'esercito paziente dei milioni di italiani onesti che alla fine sono chiamati a pagare il conto per tutti.
Dagospia 07 Febbraio 2005