FAZIO-STRAZIO: CI PENSANO CIAMPI E LETTA - LE AMBIZIONI PATETICHE DI DINI
MATTEO COLANINNO ROMPE LA SQUADRA DI LUCHINO - INTESA, ARRIVA MELONI?
TREMONTI DI GLORIA & BORIA - POSTE ITALIANE: SARMI, C'E' AL "SILVIO" SAWIRIS
MATTEO COLANINNO ROMPE LA SQUADRA DI LUCHINO - INTESA, ARRIVA MELONI?
TREMONTI DI GLORIA & BORIA - POSTE ITALIANE: SARMI, C'E' AL "SILVIO" SAWIRIS
1 - FAZIO-STRAZIO: CI PENSANO CIAMPI E LETTA
Mentre il Cavaliere trapiantato affronta a villa Certosa il gravissimo problema dei rapporti tra l'allenatore del Milan Carlo Ancelotti e il giocatore Shevchenko, a Roma c'è un uomo che segue con trepidazione le vicende della Banca d'Italia. Si chiama Carlo Azeglio Ciampi, è stato Governatore dal 1979 al 1993, ha vissuto le drammatiche vicende dell'Ambrosiano, ed è molto preoccupato per lo spettacolo che l'Istituto di via Nazionale sta offrendo agli italiani. Dopo aver interrotto le vacanze in Sardegna, il Presidente della Repubblica vuole trovare una soluzione dignitosa e adeguata ai problemi creati dal pio Governatore.
Ieri è corsa voce di una sua telefonata con Gianni Letta dove - secondo "La Stampa" - sarebbe emersa la possibilità che il Governo chieda a Fazio di autosospendersi. "A quel punto, statuto alla mano, la guida passerebbe a Vincenzo Desario che rimarrebbe al vertice fino al voto. Una soluzione transitoria che piacerebbe a Ciampi, ma forzata". Ciò che appare comunque indispensabile agli occhi del primo cittadino della Repubblica è mettere fine a una telenovela innescata dalle spavalde telefonate della Famiglia Governatora, e che non può finire con la decapitazione dei due poveri ispettori, Clemente e Castaldi, che hanno avuto il merito di opporsi alle ardite interpretazioni di Fazio sulla solidità patrimoniale della Popolare di Lodi. Secondo il "Corriere della Sera" starebbe per scattare nei loro confronti il maglio del Governatore. L'accusa per i due poveretti è di aver fornito elementi alla magistratura senza seguire le autorizzazioni gerarchiche. Nel catalogo delle assurdità questo cavillo è destinato a occupare il primo posto.
2 - MATTEO COLANINNO ROMPE LA SQUADRA DI LUCHINO
Lunedì nero per Luchino di Montezemolo. Il suo obiettivo di "fare squadra" è andato a infrangersi tra i rottami della Ferrari e l'improvvida sortita di Matteo Colaninno, il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Il giovinotto 34enne che il 21 aprile è stato designato a capo della jeunesse dorée di viale dell'Astronomia ieri si è fatto prendere la mano dalla platea dei giovani di Rimini e ha pronunciato un'inattesa difesa del Governatore della Banca d'Italia. Tra i giovani cattolici di Comunione e Confusione qualcuno si è ricordato che il 31 maggio dopo la Relazione alla Banca d'Italia il giovane post-giacobino figlio di Roberto Colaninno andò a pranzo con Antonio e Giovanni Fazio al ristorante "Rinaldi al Quirinale", un evento che gli ha cambiato la vita anche a costo di mettersi contro Luca-Luca che cinque giorni fa a Cortina ha invocato le dimissioni del Governatore.
3 - INTESA, ARRIVA VITTORIO MELONI?
Si deciderà entro fine mese la successione di Stefano Lucchini alle Relazioni Esterne di Banca Intesa. Dopo i nomi che erano circolati sembra che in pole position ci sia Vittorio Meloni, ex-Alfa Romeo poi approdato all'Olivetti e a Telecom Italia nell'era di Colaninno. Meloni è titolare di una società di consulenza nelle pubbliche relazioni che assiste tra gli altri il giovane Matteo Colaninno e - occasionalmente - l'amministratore di Capitalia Matteo Arpe. L'eventuale arrivo di Meloni a Banca Intesa sembra aver bloccato le manovre di Stefano Lucchini che da un mese guida la comunicazione dell'Eni, per portare nella sua squadra Costanza Esclapon. Prima di decidere il suo futuro donna Costanza vuol vedere come andrà a finire per sapere se vale la pena restare nell'attuale incarico di capo ufficio stampa di Banca Intesa.
4 - TREMONTI DI GLORIA & BORIA
Cinque giorni fa Giulietto Tremonti ha festeggiato in famiglia il suo compleanno. Il superfiscalista di Sondrio è nato infatti il 18 agosto del '47 e ieri si è regalato una giornata di gloria davanti ai giovani di Rimini e alle vecchie contesse di Cortina d'Ampezzo che partecipano agli incontri organizzati dalla coppia Cisnetto. Giulietto ha soffiato sulla platea di "Comunione e Confusione" il vento del suo orgoglio e ha urlato con grande foga: "Basta con i tecnocrati, a casa tutti. Mario Monti abbia la coerenza e la logica di ammettere che ha fallito e di tacere". Più tardi il vice Premier, caricato a palla dagli applausi di mille giovani eccitati dal suo rossore verginale più che dall'incomprensibile atto d'accusa, si è corretto precipitosamente: "Non mi riferivo a Mario Monti, ma a Romano Prodi". Qualcuno ha commentato che in realtà si è trattato di una gaffe tautologica.
5 - POSTE ITALIANE, C'E' AL "SILVIO" SAWIRIS
Mentre Massimo Sarmi sta rileggendo davanti allo specchio il fondamentale intervento che pronuncerà al meeting di Rimini, decine di tecnici e di avvocati stanno preparando in tutta Italia le offerte che dovranno pervenire entro le 13 del 2 settembre negli uffici di Poste Italiane. Per quella data infatti i big delle telecomunicazioni dovranno indicare in busta chiusa l'offerta per mettere le mani sull'appalto da 340 milioni che il manager dalle orecchie generose ha indetto per la rete di telefonia fissa e l'Internet di Poste Italiane. La sfida è all'ultimo euro e Wind del faraone egizio-berluscone Sawiris vuole portare a casa questa importante commessa per piantare la prima grossa grassa bandierina della nuova gestione.
6 - LE AMBIZIONI SBAGLIATE DI LAMBERTO DINI
È patetica l'insistenza con cui Lamberto Dini ritorna a parlare oggi della Banca d'Italia dove è stato Direttore Generale per quindici anni e dove ritornerebbe con immensa gioia. Nello spazio di venti giorni Lambertuccio ha sparato tre interviste piene di nostalgia e di distinguo sottili nei confronti del Governatore che gli soffiò il posto tredici anni fa per una "congiura cattolica" mai digerita. Raggiunto al telefono mentre si trova in vacanza sull'Atlantico con la moglie Donatella (che sarebbe un'ottima Governatora), Dini ricorda con nostalgia il periodo 1979-1994 quando ogni giorno, alle sei del pomeriggio, c'era una riunione del Governatore con i membri del Direttorio. "Quel Governatore era Carlo Azeglio Ciampi". Purtroppo per lui la lista dei candidati è lunga, l'accordo tra i poteri politici difficile, e Fazio resta a galla. Una lista che comincia con il ciampissimo-Ds Padoa Schioppa, e continua con Quadro Curzio, quindi il pupillo del Vaticano Pellegrino Capaldo e (forse) con il centrista-doc Mario Monti.
Dagospia 23 Agosto 2005
Mentre il Cavaliere trapiantato affronta a villa Certosa il gravissimo problema dei rapporti tra l'allenatore del Milan Carlo Ancelotti e il giocatore Shevchenko, a Roma c'è un uomo che segue con trepidazione le vicende della Banca d'Italia. Si chiama Carlo Azeglio Ciampi, è stato Governatore dal 1979 al 1993, ha vissuto le drammatiche vicende dell'Ambrosiano, ed è molto preoccupato per lo spettacolo che l'Istituto di via Nazionale sta offrendo agli italiani. Dopo aver interrotto le vacanze in Sardegna, il Presidente della Repubblica vuole trovare una soluzione dignitosa e adeguata ai problemi creati dal pio Governatore.
Ieri è corsa voce di una sua telefonata con Gianni Letta dove - secondo "La Stampa" - sarebbe emersa la possibilità che il Governo chieda a Fazio di autosospendersi. "A quel punto, statuto alla mano, la guida passerebbe a Vincenzo Desario che rimarrebbe al vertice fino al voto. Una soluzione transitoria che piacerebbe a Ciampi, ma forzata". Ciò che appare comunque indispensabile agli occhi del primo cittadino della Repubblica è mettere fine a una telenovela innescata dalle spavalde telefonate della Famiglia Governatora, e che non può finire con la decapitazione dei due poveri ispettori, Clemente e Castaldi, che hanno avuto il merito di opporsi alle ardite interpretazioni di Fazio sulla solidità patrimoniale della Popolare di Lodi. Secondo il "Corriere della Sera" starebbe per scattare nei loro confronti il maglio del Governatore. L'accusa per i due poveretti è di aver fornito elementi alla magistratura senza seguire le autorizzazioni gerarchiche. Nel catalogo delle assurdità questo cavillo è destinato a occupare il primo posto.
2 - MATTEO COLANINNO ROMPE LA SQUADRA DI LUCHINO
Lunedì nero per Luchino di Montezemolo. Il suo obiettivo di "fare squadra" è andato a infrangersi tra i rottami della Ferrari e l'improvvida sortita di Matteo Colaninno, il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Il giovinotto 34enne che il 21 aprile è stato designato a capo della jeunesse dorée di viale dell'Astronomia ieri si è fatto prendere la mano dalla platea dei giovani di Rimini e ha pronunciato un'inattesa difesa del Governatore della Banca d'Italia. Tra i giovani cattolici di Comunione e Confusione qualcuno si è ricordato che il 31 maggio dopo la Relazione alla Banca d'Italia il giovane post-giacobino figlio di Roberto Colaninno andò a pranzo con Antonio e Giovanni Fazio al ristorante "Rinaldi al Quirinale", un evento che gli ha cambiato la vita anche a costo di mettersi contro Luca-Luca che cinque giorni fa a Cortina ha invocato le dimissioni del Governatore.
3 - INTESA, ARRIVA VITTORIO MELONI?
Si deciderà entro fine mese la successione di Stefano Lucchini alle Relazioni Esterne di Banca Intesa. Dopo i nomi che erano circolati sembra che in pole position ci sia Vittorio Meloni, ex-Alfa Romeo poi approdato all'Olivetti e a Telecom Italia nell'era di Colaninno. Meloni è titolare di una società di consulenza nelle pubbliche relazioni che assiste tra gli altri il giovane Matteo Colaninno e - occasionalmente - l'amministratore di Capitalia Matteo Arpe. L'eventuale arrivo di Meloni a Banca Intesa sembra aver bloccato le manovre di Stefano Lucchini che da un mese guida la comunicazione dell'Eni, per portare nella sua squadra Costanza Esclapon. Prima di decidere il suo futuro donna Costanza vuol vedere come andrà a finire per sapere se vale la pena restare nell'attuale incarico di capo ufficio stampa di Banca Intesa.
4 - TREMONTI DI GLORIA & BORIA
Cinque giorni fa Giulietto Tremonti ha festeggiato in famiglia il suo compleanno. Il superfiscalista di Sondrio è nato infatti il 18 agosto del '47 e ieri si è regalato una giornata di gloria davanti ai giovani di Rimini e alle vecchie contesse di Cortina d'Ampezzo che partecipano agli incontri organizzati dalla coppia Cisnetto. Giulietto ha soffiato sulla platea di "Comunione e Confusione" il vento del suo orgoglio e ha urlato con grande foga: "Basta con i tecnocrati, a casa tutti. Mario Monti abbia la coerenza e la logica di ammettere che ha fallito e di tacere". Più tardi il vice Premier, caricato a palla dagli applausi di mille giovani eccitati dal suo rossore verginale più che dall'incomprensibile atto d'accusa, si è corretto precipitosamente: "Non mi riferivo a Mario Monti, ma a Romano Prodi". Qualcuno ha commentato che in realtà si è trattato di una gaffe tautologica.
5 - POSTE ITALIANE, C'E' AL "SILVIO" SAWIRIS
Mentre Massimo Sarmi sta rileggendo davanti allo specchio il fondamentale intervento che pronuncerà al meeting di Rimini, decine di tecnici e di avvocati stanno preparando in tutta Italia le offerte che dovranno pervenire entro le 13 del 2 settembre negli uffici di Poste Italiane. Per quella data infatti i big delle telecomunicazioni dovranno indicare in busta chiusa l'offerta per mettere le mani sull'appalto da 340 milioni che il manager dalle orecchie generose ha indetto per la rete di telefonia fissa e l'Internet di Poste Italiane. La sfida è all'ultimo euro e Wind del faraone egizio-berluscone Sawiris vuole portare a casa questa importante commessa per piantare la prima grossa grassa bandierina della nuova gestione.
6 - LE AMBIZIONI SBAGLIATE DI LAMBERTO DINI
È patetica l'insistenza con cui Lamberto Dini ritorna a parlare oggi della Banca d'Italia dove è stato Direttore Generale per quindici anni e dove ritornerebbe con immensa gioia. Nello spazio di venti giorni Lambertuccio ha sparato tre interviste piene di nostalgia e di distinguo sottili nei confronti del Governatore che gli soffiò il posto tredici anni fa per una "congiura cattolica" mai digerita. Raggiunto al telefono mentre si trova in vacanza sull'Atlantico con la moglie Donatella (che sarebbe un'ottima Governatora), Dini ricorda con nostalgia il periodo 1979-1994 quando ogni giorno, alle sei del pomeriggio, c'era una riunione del Governatore con i membri del Direttorio. "Quel Governatore era Carlo Azeglio Ciampi". Purtroppo per lui la lista dei candidati è lunga, l'accordo tra i poteri politici difficile, e Fazio resta a galla. Una lista che comincia con il ciampissimo-Ds Padoa Schioppa, e continua con Quadro Curzio, quindi il pupillo del Vaticano Pellegrino Capaldo e (forse) con il centrista-doc Mario Monti.
Dagospia 23 Agosto 2005