BESTIARIO - FASSINO C'È ALTRA POSTA PER TE: LA FANTOZZIANA VERITÀ È CHE LA POLITICA ITALIANA È STATA MORSA DALLA TARANTOLA TELEVISIVA. SE NON VAI IN TIVÙ, NON ESISTI. SE NON TI OCCUPI DI TIVÙ, SEI UN POLITICO DI SERIE B.

Giampaolo Pansa per "L'espresso"

Illustre segretario dei Ds, c'è dell'altra posta per lei, dopo quella che l'ha condotta alla trasmissione della signora Maria De Filippi. Quasi tutte le lettere arrivate al Bestiario concordano su di un punto che anche a me sembra evidente. Ossia che lei, onorevole Piero Fassino, ha varcato il Rubicone e si è recato in quel salotto per rendere più popolare la propria immagine di leader freddo e poco incline alla politica spettacolo. Nessuno sembra credere alla spiegazione che lei ha dato qualche giorno dopo: trasmissioni come 'C'è posta per te' sono "uno strumento per conoscere meglio il Paese, il suo modo di pensare, di parlare e di guardare la vita". Sarebbe ben strano se un leader politico sperimentato, come lei è, avesse bisogno di un talk-show per sapere qualcosa di più dell'Italia. Dunque, non prendiamoci in giro, caro Fassino!

Secondo questi lettori, lei ha sbagliato ad andare dalla signora Maria. La sua immagine non ha bisogno di nessun ritocco televisivo. E lei non deve dimostrare d'essere un uomo come gli altri, capace di piangere e di ridere. Di leader politici che bramano le telecamere ne abbiamo fin troppi, a cominciare dal presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi vive di televisione e per la televisione. È la fonte della sua ricchezza e (così crede lui) del suo potere.

Oggi molti si chiedono: Fassino si appresta a diventare un simil-Berlusconi, ricchezza a parte? Io credo di no. E spero di no. Lo spero perché l'Italia è molto malata. E ha bisogno di medici severi. Uno è di certo Romano Prodi. L'altro, non da solo, è Fassino. Quando dico severi non mi riferisco soltanto alle loro ricette, ma al modo di mostrarsi agli elettori. Insieme alla sostanza, è urgente cambiare l'apparenza. La svolta tanto invocata esige politici di vita sobria, riservati, che non raccontano barzellette, che parlano poco ma lasciando il segno, lontani dal circo mediatico e, soprattutto, dalla televisione. Già le interviste a mezzo stampa sono diventate insopportabili: non le legge più nessuno e provocano soltanto un rifiuto astioso. Ma la tivù è peggio, molto peggio.

La tivù è un serpente boa che, quando ti è saltato addosso, non ti molla più. Abbandonarsi alle telecamere è come sniffare la cocaina. Cominci da una dose minima, poi hai bisogno di dosi sempre più forti e di sniffate sempre più frequenti. Con il rischio di ritrovarti in coma. Uno dei lettori si domanda: Fassino è apparso a 'C'è posta per te'? Bene, perché non dovrebbe provare anche l'esperienza dell''Isola dei Famosi'? Oltretutto, il fisico del naufrago ce l'ha.



La fantozziana verità è che la politica italiana, tutta, è stata morsa dalla tarantola televisiva. Se non vai in tivù, non esisti. Se non ti occupi di tivù, sei un politico di serie B. Se la tivù non è il primo dei tuoi pensieri, sei un 'piciu d'nata', come direbbero nella Torino fassiniana, ovvero un cazzone di sughero. Ma così facendo, anche il politico più solido distrugge la propria credibilità. Diventa un pupazzo qualsiasi. E rischia di sbagliare in modo grave, con danni irrimediabili.

Uno che sbaglia di continuo, e proprio sul terreno che dovrebbe conoscere meglio di tutti, è Berlusconi. Il suo ultimo elenco di comici televisivi che gli sono ostili ha subito trasformato in martiri dei teatranti, a volte bravi e a volte modesti. Dalla fatale domenica 23 ottobre, le Guzzanti, le Dandini, i Gene Gnocchi, sino ai Vergassola e ai Bertolino, sono diventati degli intoccabili. Ci sarà un Celentano anche per loro. E se mai tornerà in sella il centro-sinistra, ci verranno scodellati tutte le sere dalla tivù pubblica, con una monotonia da regime.

Se queste signore e signori gli davano tanto fastidio, il Cavaliere avrebbe dovuto seguire il sarcastico consiglio di Francesco Cossiga: "Noi vecchi politici facevamo le epurazioni e stavamo zitti. O ci dichiaravamo sdegnati perché qualcuno era stato cacciato". La verità è che Berlusconi non sa tenere a freno la lingua. Lui è uno specialista in boomerang. E la sua linea è quella del Tafazzi, la maschera che si dà le bottigliate sui santissimi.

Sul fronte opposto, caro Fassino, sbaglia anche il suo candidato premier, Prodi. Lui ha subito strillato: "Ricominciano le liste di proscrizione!". La verità è che questi presunti proscritti resteranno sulla scena fino alle elezioni del 2006 e anche oltre. Non chiedeteci firme di solidarietà per loro. Anche perché, mal che vada, un solido bunker ce l'hanno: è la Rete Tre della Rai.

Berlusconi ha ragione quando grida che tutto il palinsesto di Rai3 è contro di lui. Il Bestiario avrebbe detto di peggio: quella rete è contro chiunque non sia un devoto di Santa Sinistra. Lì si pratica il bigottismo più ottuso. Chi non osserva il catechismo dell'oppositore viene escluso. Ecco uno scandalo identico, ancorché contrario, a quello delle tivù lecchine di padron Silvio. Con l'aggravante che i custodi del santuario rosso ricevono lo stipendio dallo Stato.


Dagospia 31 Ottobre 2005