LE REGALIE DA OVETTO KINDER DI FIORANI A FAZIO: UN TV DA 15 POLLICI (SCANDALO!)
SAREBBE BELLO APRIRE I COMPUTER DEI BANCHIERI E DEGLI INDUSTRIALI PER LEGGERE
LA LISTA DEI REGALI CHE FINO ALL'ANNO SCORSO HANNO MANDATO A VIA NAZIONALE.

1 - LE REGALIE DA UOVO DI PASQUA DI FIORANI A FAZIO
Solo una categoria grottesca (in senso letterario) come quella dei giornalisti può gridare allo scandalo di fronte all'elenco dei regali che il Fanfulla di Lodi, Giampiero Fiorani, ha fatto al pio Governatore. Anche se non lo scrivono i giornalisti rimpiangono l'epoca d'oro in cui viaggiavano intorno al mondo in top class e scendevano nei grandi alberghi accompagnati da Egidio Pedrini di Alitalia, Sasà Toriello di Finmeccanica, Alberto Zamorani di Italstat e dai Pr delle grandi società private. In realtà, la lista pubblicata nel libro dei colleghi Giuseppe Oddo e Giovanni Pons "L'intrigo. Banche e risparmiatori nell'era Fazio" (Feltrinelli), smentisce i sussurri che per mesi sono circolato su colossali regalie tra il banchiere di Lodi e la famiglia del Governatore.

Ma di che stiamo parlando?, di un televisore Sony da 15 pollici che probabilmente il pio Governatore ha regalato al becchino di Alvito che quest'estate lo ha nascosto nel carro funebre per sottrarlo alla curiosità della stampa; oppure di una cassa di Dom Perignon (champagne superato dal Crystal) che perfino gli operai della Fiat trovavano nei pacchi natalizi fino a quando Lapo-Lapo non ha alzato il "tiro" dei suoi gusti. Una collana di Pomellato? Un braccialetto d'oro? Una macchina fotografica digitale? Ma le troviamo nell'uova di Pasqua o sotto l'alberello di natale. Per quanto poi riguarda i volumi preziosi di San Tommaso e Sant'Agostino siamo sempre nel campo di una munificenza culturale che va incontro all'immensa fede di cui l'Italia di Ruini e di Fazio è profondamente intrisa. E poi sarebbe bello aprire i computer dei banchieri e degli industriali per leggere la lista dei regali che fino all'anno scorso hanno mandato a via Nazionale con camion e automobili protette. Ci vuol ben altro per mandare a casa il Governatore. Forse bastano cinque righe e un francobollo in partenza da Bruxelles, da Roma e da Milano.

2 - CARLETTO, DO YOU REMEMBER D'ALEMA?
Questa mattina Francesco Rutelli e VeltronJohn hanno aperto il "Corriere della Sera" e senza dare troppo nell'occhio ai loro figli si sono pudicamente toccati. L'intervista fiume di Dario Di Vico a Carletto De Benedetti li chiama in causa direttamente e dovrebbe rappresentare la benedizione ufficiale dei due leader sui quali l'Ingegnere punta per il futuro degli italiani e per il suo destino. "Veltroni è giovane, intelligente e moderno ed è un ottimo sindaco", dice De Benedetti che porta come esempio l'organizzazione dei funerali del Papa. "Rutelli è stato una sorpresa per tutti nel 2001, ma non per me...ha saputo mettere insieme ex sindacalisti, ex presidenti del Senato, ex repubblicani e ne ha fatto una formazione politica giovane, vivace, moderna". Entrambi, secondo l'Ingegnere settantenne, sono dei cinquantenni e ad essi si potrebbe aggiungere Mario Monti che non è più solo un tecnico.

Per quanto riguarda Luca di Montezemolo, Carletto non si spreca affatto, la vecchia ruggine torinese rimane, e l'Ingegnere lo snobba dicendo che il Presidente di Confindustria si è dovuto accontentare delle briciole del Governo. Quando De Benedetti scende in campo così la tappezzeria si stacca dalle pareti e il vasellame comincia a tremare, ma questo accade soltanto nelle case delle vecchie contesse del quartiere Crocetta di Torino dove Carletto è nato, perchè in realtà ogni volta che l'Ingegnere ha preso in mano la bandiera della politica e ha sponsorizzato personalmente qualcuno, questo qualcuno non è finito in gloria. Così è stato per quell'omino coi baffi che si chiama Massimo D'Alema di cui Carletto non parla come se fosse un reperto archeologico. Adesso gli piace cavalcare la rivolta dei cinquantenni, ma Rutelli e Veltroni pudicamente si toccano.



3 - ANTONVENETA, STA PER ARRIVARE UN PANETTONE GIUDIZIARIO
La saga infinita di Bnl e Antonveneta non è ancora conclusa e giustamente il quotidiano "MF" dice che sarebbe l'ora di mettere la parola fine almeno all'aspetto più delicato delle due vicende. "La magistratura milanese - scrive il giornale - sblocchi finalmente il sequestro delle quote Antonveneta della Lodi in modo che Abn possa dare di nuovo corso all'Opa ed entrare anche giuridicamente nel pieno possesso del capitale della banca padovana". Il giornale finanziario è solitamente bene informato; non a caso mesi fa l'Editore preannunciò le turbolenze giudiziarie, e forse anche in questo caso ha sentito i rumors che corrono per le strade di Milano a proposito dell'imminente chiusura delle istruttorie dei Pm del tribunale che avrebbero messo nelle mani del giudice Clementina Forleo le decisioni da prendere. Arriverà un panettone giudiziario?

4 - CI VUOLE FEDE PER POZZI E GAVIO
Ci risiamo. Rispuntano i nastri e le intercettazioni e questa volta chiamano in causa Marcellino Gavio, il massiccio imprenditore di Tortona e Emilio Fede, il direttore che batte la madre di Berlusconi nell'odio per i comunisti. Le registrazioni pubblicate dal "Corriere della Sera", appaiono nell'ambito di un'indagine che le Procure di Milano e di Torino stanno facendo sulle fortune del costruttore piemontese, e riguardano in particolare giochi e giochetti che sarebbero stati fatti d'intesa con il vertice dell'Anas guidato dal direttore "garibaldino" Vincenzo Pozzi. Gavio coinvolge Fede per salvare i poteri finanziari di Pozzi, minacciati dal Ministro del Tesoro Tremonti e l'11 marzo scorso alle ore 15,30 telefona al Direttore del Tg4 chiedendogli di andare ad Arcore a difendere la causa dell'amico che dirige l'Anas. Poi glielo passa al telefono, e qui Fede si diverte a sfottere Pozzi, mentre quest'ultimo si prostra in gentilezze. In un'altra telefonata Gavio dice a Fede: "tu manovri sempre in modo cauto, perchè poi ti parlo a voce...cauto, tu sei un maestro in materia". Fede ammette di aver parlato con Berlusconi e conferma umilmente di essere un maestro. Adesso i magistrati si stanno rompendo la testa su quei tre puntini sospensivi, mentre la barba garibaldina di Vincenzo Pozzi si tinge di grigio.

5 - PARCHEGGIO ZANICHELLI
Ce la sta mettendo tutta ma lo sbarramento è totale. Marco Zanichelli, ex Pr dell'Alitalia che ha vissuto pochi mesi di gloria come amministratore delegato della compagnia insieme al presidente Mengozzi, non ce la fa più a restare come un paggetto di terza fila nel coro che ogni giorno fa la riverenza e fa la penitenza davanti al comandante supremo di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. Da quando è stato parcheggiato in un appartamento vicino a piazza Monte Grappa dove ha sede il quartier generale di Finmeccanica, Zanichelli ha capito di essere stato messo ai margini del potere, un oggetto del desiderio che lo ha portato a passare disinvoltamente da Prodi ad Alleanza Nazionale. Nelle ultime settimane si è rimesso in pista per andare alle Poste dove sogna di diventare direttore generale. Ma come dicono a Roma "nun je la fà" e Prodi non vuole sentire nemmeno il suo nome.

6 - PARISI, RI-CITY MANAGER
Back to the past, ritorno al passato per Stefano Parisi, l'amministratore delegato di Fastweb che dopo aver diretto la Confindustria cercava il futuro nelle meraviglie di Fastweb. La notizia che circola a Milano e che viene ripresa oggi da "MF" è che Parisi ritornerebbe a fare il city manager del Comune insieme al nuovo Sindaco Letizia Moratti di Rivombrosa, la donna vestita da Carlyle e profumata di petrolio. Parisi sta per restare solo dentro Fastweb sul quale stanno mettendo gli occhi grandi gruppi della telefonia (Deutsche Telecom, British e per ultimo Swisscom e Sky di Murdoch).


Dagospia 02 Dicembre 2005