DI(ZION)ARIO EROTICO - PERCHE' LA GOLA DELLA DONNA E' L'ORIFIZIO DELLA MASSIMA PROFANAZIONE
Da "Di(zion)ario erotico" di Massimo Fini, pubblicato da Marsilio nell'aprile 2000.
Gambe
Nessuno crederà seriamente che, nelle donne, servano per camminare. Sono due puri strumenti di lussuria creati per la dannazione dell'uomo. Se fossero fatte per quel che si dice, le donne non porterebbero scarpe con i tacchi, che valorizzano le linee del polpaccio e della coscia, alzano il culo, aiutano la statura, ma le costringono a procedere sulle uova, ondeggianti come barche all'ormeggio, intensificando così anche quel movimento ondulatorio delle anche e delle chiappe che costituisce una provocazione permanente e impunita. Cosa sono realmente le gambe lo sapevano bene in epoca vittoriana quando, con opportuna pudicizia, coprivano anche quelle delle sedie.
Gola (La)
È ferina. Insieme al ventre è la parte più molle, delicata, vulnerabile dei mammiferi. Il lupo offre la gola in segno di resa al rivale vincitore. Lo stesso significato ha l'esposizione della gola da parte della donna. La gola è anche un orifìzio collegato, attraverso l'esofago, lo stomaco, gli intestini, con quelli del basso ventre. Normalmente è considerata il foro d'entrata ma, guardando le cose dall'altra parte, può essere vista anche come quello d'uscita. Frasi come «Te lo faccio sentire fino in gola», «Vorrei che mi arrivasse in gola», abituali nel rapporto sessuale, esprimono, nell'eterno pendolo del gioco sadomasochista, il desiderio del maschio di trafìggere per intero, da una parte all'altra, il corpo della donna e quello di lei di essere trafitta.
In quanto orifìzio la gola, nella donna, è alternativa naturale, agli altri due. Col vantaggio di trovarsi nella parte alta, intellettuale, spirituale del corpo, là dove si forma la parola, per cui la profanazione, la trasgressione, il disordine sono massimi. C'è a chi piace masturbarsi su di lei, stesa a terra a bocca aperta, e dall'alto versarle il seme in gola, usandola come un ricettacolo. Ma abitualmente l'uso sessuale della gola si esercita con la pratica del pompino che ha anche il vantaggio di tapparle la bocca, togliendole la parola e riconducendola senza possibilità di obiezioni («without arguments») alla sua condizione animale.
Il bagliore degli orecchini così come il contrasto fra la delicatezza delle labbra e degli altri tratti del viso con la laidezza dell'organo maschile rendono ancor più sensibile la degradazione. E la donna, che tutto sa e nulla ignora, con la mano libera si scosta, in un gesto pieno di grazia, i capelli perché l'amante possa vedere meglio. In gola ci sono i denti che hanno - soprattutto quelli più nascosti, i molari - una funzione prettamente animale essendo destinati in modo esclusivo al compito fondamentale di triturare il cibo. E quindi, per il solito gioco dei contrasti, hanno un valore erotico. Guardare in bocca a una donna o a un uomo è uno degli atti più intrusivi e indecenti, come sa chiunque abbia esperienza di dentista. Un tempo, sui mercati d'Oriente, le schiave, a volte nobili dame europee cadute in mano ai pirati, come si racconta in Angelica, il best seller di Anne e Serge Golon, venivano esposte nude ai compratori che guardavano loro in bocca e in mezzo alle natiche per sincerarsi che fossero sane e trattare il prezzo.
II cibo stesso, come tutto ciò che si lega in modo evidente alla corporeità, ha, com'è noto, un significato sessuale. Parecchi registi hanno trattato questo aspetto. Oltre La grande abbuffata di Marco Ferreri si può ricordare Tom Jones, un film di Tony Richardson (il capofila, insieme a Osborne, degli "arrabbiati" inglesi degli anni Sessanta) ambientato nel '700, dove due personaggi, Toni e la signora Walters (Albert Finney e Joyce Redman), in una scena diventata celeberrima, divorano l'uno di fronte all'altra la selvaggina portata nei loro piatti mimando e pregustando l'atto sessuale.
Dagospia.com 29 Novembre 2001
Gambe
Nessuno crederà seriamente che, nelle donne, servano per camminare. Sono due puri strumenti di lussuria creati per la dannazione dell'uomo. Se fossero fatte per quel che si dice, le donne non porterebbero scarpe con i tacchi, che valorizzano le linee del polpaccio e della coscia, alzano il culo, aiutano la statura, ma le costringono a procedere sulle uova, ondeggianti come barche all'ormeggio, intensificando così anche quel movimento ondulatorio delle anche e delle chiappe che costituisce una provocazione permanente e impunita. Cosa sono realmente le gambe lo sapevano bene in epoca vittoriana quando, con opportuna pudicizia, coprivano anche quelle delle sedie.
Gola (La)
È ferina. Insieme al ventre è la parte più molle, delicata, vulnerabile dei mammiferi. Il lupo offre la gola in segno di resa al rivale vincitore. Lo stesso significato ha l'esposizione della gola da parte della donna. La gola è anche un orifìzio collegato, attraverso l'esofago, lo stomaco, gli intestini, con quelli del basso ventre. Normalmente è considerata il foro d'entrata ma, guardando le cose dall'altra parte, può essere vista anche come quello d'uscita. Frasi come «Te lo faccio sentire fino in gola», «Vorrei che mi arrivasse in gola», abituali nel rapporto sessuale, esprimono, nell'eterno pendolo del gioco sadomasochista, il desiderio del maschio di trafìggere per intero, da una parte all'altra, il corpo della donna e quello di lei di essere trafitta.
In quanto orifìzio la gola, nella donna, è alternativa naturale, agli altri due. Col vantaggio di trovarsi nella parte alta, intellettuale, spirituale del corpo, là dove si forma la parola, per cui la profanazione, la trasgressione, il disordine sono massimi. C'è a chi piace masturbarsi su di lei, stesa a terra a bocca aperta, e dall'alto versarle il seme in gola, usandola come un ricettacolo. Ma abitualmente l'uso sessuale della gola si esercita con la pratica del pompino che ha anche il vantaggio di tapparle la bocca, togliendole la parola e riconducendola senza possibilità di obiezioni («without arguments») alla sua condizione animale.
Il bagliore degli orecchini così come il contrasto fra la delicatezza delle labbra e degli altri tratti del viso con la laidezza dell'organo maschile rendono ancor più sensibile la degradazione. E la donna, che tutto sa e nulla ignora, con la mano libera si scosta, in un gesto pieno di grazia, i capelli perché l'amante possa vedere meglio. In gola ci sono i denti che hanno - soprattutto quelli più nascosti, i molari - una funzione prettamente animale essendo destinati in modo esclusivo al compito fondamentale di triturare il cibo. E quindi, per il solito gioco dei contrasti, hanno un valore erotico. Guardare in bocca a una donna o a un uomo è uno degli atti più intrusivi e indecenti, come sa chiunque abbia esperienza di dentista. Un tempo, sui mercati d'Oriente, le schiave, a volte nobili dame europee cadute in mano ai pirati, come si racconta in Angelica, il best seller di Anne e Serge Golon, venivano esposte nude ai compratori che guardavano loro in bocca e in mezzo alle natiche per sincerarsi che fossero sane e trattare il prezzo.
II cibo stesso, come tutto ciò che si lega in modo evidente alla corporeità, ha, com'è noto, un significato sessuale. Parecchi registi hanno trattato questo aspetto. Oltre La grande abbuffata di Marco Ferreri si può ricordare Tom Jones, un film di Tony Richardson (il capofila, insieme a Osborne, degli "arrabbiati" inglesi degli anni Sessanta) ambientato nel '700, dove due personaggi, Toni e la signora Walters (Albert Finney e Joyce Redman), in una scena diventata celeberrima, divorano l'uno di fronte all'altra la selvaggina portata nei loro piatti mimando e pregustando l'atto sessuale.
Dagospia.com 29 Novembre 2001