LA BARESANI FA TIC (A COSSIGA), MANNHEIMER FA TAC (ALLE UNGHIE)
ROMA E MILANO IN POMPA MAGNA-MAGNA CON COLAO, PALOMBELLI, MAGLIE, SOTIS
ALLUPATO SHOW-LIVE DEI NUOVI MOSTRI PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DEI "T.I.C"

Reportage di Umberto Pizzi da Zagarolo




In prima fila tre moschettieri si presentavano come cugini della Baresani. Biondo al centro con capelli lunghi, Giovanni Parapini, probabilmente era l'unico autentico, gli altri due, Benedetto Marcucci e Peter Glydewell, erano più abusivi dei capelli di Berlusconi. Ma per Camilla Baresani, soprannominata da Francesco Cossiga "l'istitutrice bresciana", da Dagospia nomignolata "Santa Maria Godetti", i bei ragazzi non sono mai troppi. Persino nella sede un po' decotta della Stampa Estera, via dell'Umiltà non lontano da Forza Italia, per la presentazione di "Tic, tipi italiani contemporanei", edito da Bompiani, scritto dalla Baresani insieme a Renato Mannheimer.

Cominciamo dai decotti in sala: Toni Concina, già Rcs, già uomo di grandi salotti e lussi romitiani, pianista brillante e sciupafemmine senza sosta; Paolo Giaccio, Raisat Cinema, ostentava una frattura al polso con trazione esterna tipo mitragliatrice, very sado-maso tendenza bondage; l'urlatore Pasqualone Chessa, allupato sardo-logorroico, in veste di badante di Cossiga; Stefano Bonilli, gran patron del Gambero Rosso, amico-nemico della Baresani quando l'incantevole Camilla si trasforma in Barilla, perfido critico enogastronomico del Sole 24 Ore - il primo TIC del libro è il gourmet-scuotitor di vini..

Per Mannheimer, ansiogeno e nevrotico sondaggista di Bru-neo Vespa, Maria Giovanna Maglie, in veste di inarrestabile presentatrice, ha coniato il termine di "sociologo spiritoso". Anche perché quando lo ha conosciuto era reduce da un dibattito tv con Nando Dalla Chiesa, ha spiegato. E perché nel libro ha scritto che se c'è una cosa che gli fa paura sono le cinquantenni divorziate.

Comunque: durante la presentazione la Baresani è stata prudentemente messa al capo opposto del tavolo, lontana dalle sgrinfie di Mannheimer. Lui tutto il tempo s'è tenuto sotto il naso un telefonino che scaricava la posta elettronica, forse sperando in messaggi di ragazze che va perseguitando alla ricerca d'amore. Ma non era l'unico, in quello stato. Anche Toni Concina ne ha approfittato per tentare di lanciarsi sulla bella Carolina Terzi (comunicazione Luce), e oggi continua a chiamarla tentando di strapparle un appuntamento. E' venuto Bonilli: il primo TIC è il gourmet-scuotitor di vini. In generale era pieno di vecchi simpaticamente allupati: Mannheimer, Concina, il buon Cossiga a modo suo, e Chessa.

Presiedeva il decano dei giornalisti tedeschi, Erich Kusch. A un Edoardo Camurri un po' emozionato, forse dalla presenza in prima fila del presidente emerito Francesco Cossiga, forse dallo spirito aleggiante del suo nuovo direttore Giuliano Ferrara, faceva da contrappunto una Maglie con occhiali vintage da strega cattiva, accompagnata in platea dalla graziosa Angela Feo della Bompiani. Tra una botta a Dalla Chiesa, un'altra agli scrittori e saggisti che parlano solo di sé, una battuta scambiata con Cossiga, Mgm strizzava l'occhio a Barbara Palombelli, in seconda fila con mammà, spiegando che purtroppo "Camomilla" è una brava scrittrice ma è una vera moralista del Nordest, e non è neanche femminista.

Mannheimer, un po' sofferente del successone della Baresani, si guardava le unghie, verificandone la pulizia, dichiarava che tutto il merito è della coautrice, snocciolava qualche dato a conferma che i Tic sono i nuovi mostri della commedia all'italiana. Così Bonilli ne approfittava per rivelare delle sue gran magnate in compagnia del Gatto Sardo Cossiga. Che sprizzava gioia da tutti gli artigli: il momento clou della presentazione è stato infatti la sua riconciliazione con Barbara Palombelli, dopo screzi e incomprensioni.

Il momento più eccitante per tutti è stata la cena offerta dalla deliziosa Isabella D'Amico di Bompiani al Bolognese di Alfredo Tomaselli. Decollato per Linate Mannheimer, la tavolata ha goduto di un solo menù: Cossiga monologante, in tutte le salse e toni, da Andreotti-Craxi fatti fuori dagli americani per la loro politica pro-araba agli aneddoti su Paolo Guzzanti e Livio Zanetti, fino al duo gran barbarico Bignardi-Sofri.

Ieri sera si è replicato a Milano, con Daria Bignardi e il suo bignardao, Pigi Battista e il suo mielato, al posto del duo Maglie-Camurri. E l'uomo gode, soprattutto se al Circolo della Stampa scodella in prima fila Colao Meravigliao, Elisabetta Sgarbi e il bonazzo Carlo Fornaro che consultavano freneticamente i Blackberry e rispondevano a e.mail. Alle 18 e 30, a Milano, si lavora. Sempre in prima fila Lina Sotis e Marco Romano, vestiti di rosso. Di bianco vestita, invece, Noris Morano, più capelluta che mai. La presenza di Beppe Severgnini ha fatto impazzire le signore, e quella di Bignardi i fotografi: "Daria qui Daria lì Daria voltati...".

Ma il più contento d'esser flashato era Pigi Battista ("Finiremo su Dagospia!"). Mannheimer che è arrivato con un quarto d'ora di ritardo (ha sostenuto che il taxista non sapeva dove fosse corso Venezia), cercando invece di sfuggire ai fotografi ha aperto una porta e si è ritrovato nel ripostiglio delle scope. Il pittore ottimo Luigi Serafini è stato molto corteggiato da un'avvenente signora bruna, di cui non ha voluto rivelare il nome (era la bella Valeria Benatti). Tra i presenti Rosellina Archinto, Chiara Beria d'Argentine, Antonella Camerana, Maria Luisa Agnese, Riccardo Chiaberge, Paola Calvetti, Annamaria Bernardini de Pace, Paola Bottelli, Giulio Lattanzi...

Dopo la messa cantata, Mannheimer ha buttato la pasta. Tutti a casa del sondaggista a prolungare il libro dei TIC con un nuovo e inedito capitolo, colto dal vivo, quello sui TAC, tipi allupati contemporanei.


Dagospia 08 Giugno 2006