GALLETTI DI FRANCIA - QUEL MANIACO SESSUALE DI CHIRAC: UNA GIORNALISTA DA DIVIDERE CON MITTERRAND - GLI SCOPPIETTANTI RETROSCENA DELLA VITA PRIVATA DEL FUTURO PRESIDENTE NICOLAS SARKOZY - USCIRA' MAI UN "SEXUS POLITICUS" ALL'ITALIANA?...

Domenico Quirico per "La Stampa"


Notte del 31 agosto 1997, notte drammatica, quella in cui Diana morì in un incidente sotto il tunnel dell'Alma. Alle 7 del mattino Bernadette Chirac si raccoglie commossa davanti alle spoglie della principessa. Sola. Del marito, il presidente che tiene in tasca le chiavi dell'atomica force de frappe, nessuna notizia. Solo una persona sapeva dove aveva passato la notte, perché aveva da 25 anni la mappa del suo planetario amoroso: Jean Claude Laumond, né segretario né ministro, autista personale del presidente. A lui Bernadette ogni volta si rivolgeva con questa frase: «Ma insomma signor Laumond dov'è mio marito questa notte?». Per 25 anni la sua discrezione solida come una cassaforte ha evitato i giornalisti, quando lo hanno licenziato (e lui è certo che sia stata una vendetta della prima signora di Francia) ha cominciato a frequentarli con passione.

Due di loro, Christophe Delaire e Christophe Dubois, penne di Le Point e di Le Parisien aspirano evidentemente al martirio. Scrivere un libro come «Sexus politicus» dove raccontano gli indissociabili amori tra il sesso e la politica francese, con i nomi di presidenti e ministri passati presenti e soprattutto futuri e delle loro morbide favorite, è come affiggere alle porte del Palazzo la versione sexy delle 95 tesi di Lutero.

Pazienza per Mitterrand e le sue due mogli, Rocard e Giscard, ormai sono archeologia del sentimento amoroso. Ma le notti indimenticabili e gli straziami ma di baci saziami di Chirac e Sarkozy sono materiale infiammabile. Siamo in campagna per la candidatura, diamine, scoperchiare libertinaggi e presidenze falliche è quasi un attentato alla sicurezza nazionale. Anche perché non si descrivono cose di tipo gozzaniano ma aggressività priapiche. La Quinta Repubblica, dove si sa tutto ma c'è l'obbligo di sussurrarlo e non scriverlo, assomiglia pericolosamente ai tempi della Maintenon e della Pompadour, dove una carezza decideva la politica della nazione. Con un aggravante: in Francia un generale, Boulanger, rinunciò per amore al potere, come nei libretti d'opera. Oggi tutti si tengono allegramente amante e potere.



Nel libro, cattivissimo, galoppa un protagonista assoluto: Chirac. Sindaco, ministro, presidente, da Chatelet a all'Eliseo, si descrivono le sue ciclopiche passioni. Secondo i due Saint Simon repubblicani è seduttore insaziabile e implacabile. Fissa le sue prede come un pitone la colomba, aggirando le lacrime e i mugugni di quella che, si riferisce, in assenza chiama «mamam» e in presenza «bichette». Lei, Bernadette, bisogna dire che occupa sempre saldamente il lussuoso fortilizio casalingo e si limita a parafrasare la frase dell'imperatrice Eugenia: «Napoleone viene da me come si va a vedere un quinto atto!». Alla fine sa che le altre svaniscono.

Secondo il libro solo una volta, ma erano gli Anni Settanta, per una giornalista ha quasi rinunciato alla politica. «Sexus politicus» riferisce che le aveva arredato un appartamento nel chicchissimo Settimo e le regalava la stessa lingerie che il raffinato Giscard forniva alla sua amante. Una galante citazione! Ma alla fine l'ha lasciata: naturalmente nell'interesse della Francia. A questa donna innominata il libro appiccica una delle sue rare riservatezze: pare che lei dividesse i suoi voluttuosi minuti con Mitterrand.

I due impavidi autori si sono calati nella polveriera più pericolosa, quella che custodisce la vita privata del futuro presidente Nicolas Sarkozy. Esercizio da sminatori visto il destino di una biografia dedicata alle recenti e superate turbolenze con la moglie Cécilia, per ornare le librerie ha dovuto assumere i toni assai meno drastici del romanzo. Deloire e Dubois raccontano presunti e scoppiettanti retroscena.

Per esempio che nei giorni in cui Cècilia era partita per l'America, il potente ministro già serpeggiava giulivo attorno a una bella giornalista de Le Figaro. Come si vede la categoria intriga. Per alcuni mesi la donna, grande inviata del quotidiano governativo, si accomoda a place Beauveau, assiste alle riunioni, insomma è già in carica. Dicembre 2005. I due sono in vacanza in Marocco quando Cécilia telefona: torno. Sarko trepidante la aspetta ai piedi dell'aereo. E l'altra? Una telefonata: «Non sono riuscito a chiudere una pagina della mia vita». Poi più nulla.


Dagospia 04 Settembre 2006