MOGGI E FIGLIO VERSO IL RINVIO A GIUDIZIO - ARCHIVIAZIONE PER DE MITA JR. E LA GERONZINA - PER I PM ROMANI LA GEA ESERCITAVA UNA FUNZIONE DOMINANTE NEL MONDO DEL CALCIO - PRESSIONI ANCHE SU CALCIATORI E SOCIETÀ.
(Ansa) - Dominio sul mercato dei calciatori e condizionamento delle scelte di alcuni club. Quanto denunciato da 'mosche bianche' in varie epoche e troppo spesso sottovalutato da addetti ai lavori, e non solo, e' messo adesso 'nero su bianco', su fogli di carta della procura di Roma. E tra non molto i responsabili della Gea World, societa' di procure sportive detestata da numerosi agenti di calciatori, potrebbero finire sul banco degli imputati in un processo. I pm romani Maria Cristina Palaia e Luca Palamara hanno concluso gli accertamenti nei confronti di otto indagati e depositato gli atti. Procedura, questa, che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio dei destinatari dell' avviso di chiusura delle indagini.
Si tratta di Luciano Moggi, ex dg della Juventus, il figlio Alessandro, gia' presidente Gea, Franco Zavaglia, ex ad, Riccardo Calleri, ex socio, Davide Lippi, procuratore sportivo, Luciano Gaucci, ex patron del Perugia, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo, collaboratori dei Moggi. Escono di scena, invece, altri tre indagati: Chiara Geronzi, ex socia Gea, Giuseppe De Mita e Tommaso Cellini, questi ultimi ex dipendenti della societa'. Nei loro confronti non sono emersi fatti penalmente rilevanti (erano coinvolti in relazione al passaggio di Alessandro Nesta alla Gea) e per loro ci sara' una richiesta di archiviazione.
Pesanti le accuse: associazione per delinquere finalizzata all' illecita concorrenza mediante minacce o violenza per tutti ad eccezione di Gaucci per il quale e' ipotizzata solo l'illecita concorrenza. A Zavaglia si contesta anche la violazione fiscale in relazione alla contraffazione di fatture emesse dalla societa' Eugenio Marinella per l' acquisto fittizio di migliaia di cravatte. Il tutto per evadere le imposte nel periodo 2002-2005 degli elementi passivi fittizi. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sono passate le pressioni esercitate su numerosi calciatori affinche' rinnegassero i loro procuratori per affidarsi alla Gea. Il tutto per ottenere maggiori tutele in sede di rinnovo contrattuale o di trasferimento a club blasonati. In un caso, a Giorgio Chiellini, fu prospettata anche la convocazione in Nazionale grazie a Davide Lippi, figlio dell' ex ct campione del mondo.
Tra le posizioni esaminate anche quelle di David Trezeguet, Nicola Amoruso, Davide Baiocco e Giovanni Tedesco. Per i pm romani Luciano e Alessandro Moggi, nonche' Franco Zavaglia, sarebbero stati promotori del sistema di potere che avrebbe portato la Gea World ad esercitare una funzione dominante nel mondo del calcio. I tre - e' detto nell' avviso di chiusura indagine - avrebbero creato la Gea al fine di 'acquisire il maggior numero di procure sportive e, tramite esse, ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico per condizionare la gestione dei calciatori e, di riflesso, quella di svariate squadre del campionato di calcio'.
Tra queste - si legge nel capo di imputazione - Siena, Reggina, Messina, Crotone e Avellino. Personaggio chiave - per gli inquirenti - era quello di Luciano Moggi il quale poteva sfruttare il 'potere e la forza di intimidazione derivantegli dai metodi usati nella sua ultratrentennale esperienza nel mondo del calcio e la capacita' di sopraffazione che sempre piu' aveva acquisito sui giocatori, su taluni dirigenti delle societa' di calcio nonche' sugli organi preposti al controllo dell' attivita' degli agenti dei calciatori e, quindi, anche nei confronti dell' attivita' svolta dalla stessa Gea'. L' inchiesta della procura non si e' esaurita con la definizione del capo di imputazione riguardante l' illecita acquisizione di procure sportive. Al vaglio dei pm ci sono altri filoni di indagine. Da quello sugli accertamenti patrimoniali, alla cosiddetta 'combriccola di arbitri romani' per finire alle presunte omissioni degli organi di controllo.
Dagospia 20 Novembre 2006
Si tratta di Luciano Moggi, ex dg della Juventus, il figlio Alessandro, gia' presidente Gea, Franco Zavaglia, ex ad, Riccardo Calleri, ex socio, Davide Lippi, procuratore sportivo, Luciano Gaucci, ex patron del Perugia, Francesco Ceravolo e Pasquale Gallo, collaboratori dei Moggi. Escono di scena, invece, altri tre indagati: Chiara Geronzi, ex socia Gea, Giuseppe De Mita e Tommaso Cellini, questi ultimi ex dipendenti della societa'. Nei loro confronti non sono emersi fatti penalmente rilevanti (erano coinvolti in relazione al passaggio di Alessandro Nesta alla Gea) e per loro ci sara' una richiesta di archiviazione.
Pesanti le accuse: associazione per delinquere finalizzata all' illecita concorrenza mediante minacce o violenza per tutti ad eccezione di Gaucci per il quale e' ipotizzata solo l'illecita concorrenza. A Zavaglia si contesta anche la violazione fiscale in relazione alla contraffazione di fatture emesse dalla societa' Eugenio Marinella per l' acquisto fittizio di migliaia di cravatte. Il tutto per evadere le imposte nel periodo 2002-2005 degli elementi passivi fittizi. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sono passate le pressioni esercitate su numerosi calciatori affinche' rinnegassero i loro procuratori per affidarsi alla Gea. Il tutto per ottenere maggiori tutele in sede di rinnovo contrattuale o di trasferimento a club blasonati. In un caso, a Giorgio Chiellini, fu prospettata anche la convocazione in Nazionale grazie a Davide Lippi, figlio dell' ex ct campione del mondo.
Tra le posizioni esaminate anche quelle di David Trezeguet, Nicola Amoruso, Davide Baiocco e Giovanni Tedesco. Per i pm romani Luciano e Alessandro Moggi, nonche' Franco Zavaglia, sarebbero stati promotori del sistema di potere che avrebbe portato la Gea World ad esercitare una funzione dominante nel mondo del calcio. I tre - e' detto nell' avviso di chiusura indagine - avrebbero creato la Gea al fine di 'acquisire il maggior numero di procure sportive e, tramite esse, ottenere un potere contrattuale in grado di incidere in maniera determinante sul mercato calcistico per condizionare la gestione dei calciatori e, di riflesso, quella di svariate squadre del campionato di calcio'.
Tra queste - si legge nel capo di imputazione - Siena, Reggina, Messina, Crotone e Avellino. Personaggio chiave - per gli inquirenti - era quello di Luciano Moggi il quale poteva sfruttare il 'potere e la forza di intimidazione derivantegli dai metodi usati nella sua ultratrentennale esperienza nel mondo del calcio e la capacita' di sopraffazione che sempre piu' aveva acquisito sui giocatori, su taluni dirigenti delle societa' di calcio nonche' sugli organi preposti al controllo dell' attivita' degli agenti dei calciatori e, quindi, anche nei confronti dell' attivita' svolta dalla stessa Gea'. L' inchiesta della procura non si e' esaurita con la definizione del capo di imputazione riguardante l' illecita acquisizione di procure sportive. Al vaglio dei pm ci sono altri filoni di indagine. Da quello sugli accertamenti patrimoniali, alla cosiddetta 'combriccola di arbitri romani' per finire alle presunte omissioni degli organi di controllo.
Dagospia 20 Novembre 2006