PAPARAZZOPOLI - IN FEDE INTERVIEW: "SIAMO TUTTI COLPEVOLI" - E POI PARLA DI BERLUSCONI: "HO VISTO COSE INCREDIBILI: ALLA FINE DI OGNI PASSEGGIATA LUI VUOTA LE TASCHE DELLA GIACCA E SONO PIENE DI BIGLIETTINI, GLIELI INFILANO MENTRE CAMMINA".

Stefania Miretti per "La Stampa"


Direttore, qui se lo chiedono in tanti: dove finisce una ragazza-immagine e comincia una prostituta?
La domanda è di quelle che non si dovrebbero fare a una persona che sta mangiando, ma Emilio Fede è alle prese con un semplice riso bianco scondito e risponde: «Brava, questo è il punto. Me lo sono chiesto anch'io».

E come s'è risposto?
«Vede, lo scorso luglio mi è capitato di avere dei sospetti. Avevo mandato un inviato a fare dei servizi di costume in Costa Azzurra, e ho colto alcune situazioni in cui erano coinvolte delle ragazze... Cose che lasciavano pensare... Di più non posso dirle, se non che ho chiamato la Questura, ho incontrato un funzionario e gli ho espresso le mie sensazioni».

Ah. E lui?
«Credo che i miei dubbi abbiano incrociato un filone di indagini già avviate».

Per questo è stato sentito a Potenza?
«Con Woodcock c'è stato un colloquio cordialissimo, il cui contenuto fa parte del segreto istruttorio».

Ovvio. Ma almeno questo limite di cui si parlava prima, siamo in grado di fissarlo?
«Credo che sia necessario dimostrare che la Tale si fa pagare mille da Tizio e una parte di quel denaro, poniamo 200, lo passa a Caio. Ma questo è compito dei magistrati. Vede, io sono indignato con chi fa uso di povere ragazze deboli e sbandate. Non mi stanco mai di metterle in guardia».

Certo, ne sono passate di belle ragazze da questi uffici. Un bell'osservatorio sulla «Repubblica delle Veline», il suo.
«Sa quante lettere con fotografia cestino? E quanti agenti mi contattano? Tempo fa arriva uno, non faccio nomi, con una ragazzetta mezza nuda, e mi fa: Emilio, vieni a mangiare un'insalata con noi che poi parliamo un po' di lei... Figurarsi, io con una vestita così non attraverso neppure la strada! Le ho fatto portare una felpa col cappuccio».

Una vera battaglia per rivestirle tutte, la sua! Ardua, però. A meno di non tornare ai colonnelli, per il meteo...
«Sono un po' l'uomo del pudore. Se le ricorda le gemelline? Io mi raccomandavo che fossero vestite in modo adeguato, poi quelle un attimo prima di andare in onda trac, si toglievano tutto. Adesso le mie ragazze, qui, sono perfette. C'è Lucia Galeone, elegantissima. C'è Dora... Dora ha avuto una vita dura, non è giusto lasciarla sola. E c'è Raffaella, inappuntabile»



Ecco, Raffaella Zardo. Siete sempre insieme. Che rapporto è?
«La Zardo è una ragazza che dieci anni fa è stata massacrata da un giudice. Un giorno è venuta da me, ha pianto. Le ho offerto una chance professionale e la proteggerò fino alla fine dei miei giorni, perché se lo merita. Non c'è altro».

Lodo, Santarelli, Pedron... Ma lei non ha mai provato per queste ragazze un sentimento, diciamo... un po' alla Nabokov?
«Ma no! Io le ascolto, ne raccolgo le confidenze, sapesse le ore al telefono con la Lodo... Siamo una strana grande famiglia, sarebbe un incesto. Però le consiglio. Un lavoro da meteorina, quando può durare? Sa invece cosa mi spiace? Vedere quante ragazze inseguono miti impossibili, ma la colpa è di tutti noi, facciamo sognare qualcosa che non c'è, mica possono diventare tutte artiste; allora dico studiate, magari tra un po' potete diventare giornaliste».

Scusi Fede, ma non possiamo neppure farle diventare tutte giornaliste... E poi, non ci sarà un po' di responsabilità di Berlusconi, del modello proposto dalle sue tv, se migliaia di ragazze inseguono sogni assurdi?
«Ho lavorato 27 anni in Rai».

Ricevuto. Poi quest'estate la paparazzavano al Billionaire con una dottoressa.
«Simpatica. L'ho conosciuta in barca con Briatore. Quest'estate non ho fatto le vacanze col Cavaliere, avevo voglia di mare, con lui invece si cammina per ore . La dottoressa? Certo, le donne mi piacciono e io piaccio a loro. Quasi come Berlusconi».

Lui di più!
«Ho visto cose incredibili: alla fine di ogni passeggiata lui vuota le tasche della giacca e sono piene di bigliettini, glieli infilano mentre cammina, una cosa pazzesca»

Ah. E cosa c'è su quei bigliettini?
«Numeri di telefono».

Un'ultima domanda, al direttore: qual è il titolo di questa intervista?
«Siamo tutti colpevoli. Le piace?».

Insomma...
«Io lo farei».


Dagospia 07 Dicembre 2006