SARA', MA LA SARAS DELLA FAMIGLIA MORATTI HA UNO STRANO ANDAMENTO IN BORSA - ALCUNI PICCOLI INVESTITORI DENUNCIANO LA CADUTA COSTANTE DEL TITOLO DELLA SOCIETÀ PETROLIFERA E LE FIAMME GIALLE INDAGANO.
Paolo Colonnello per "La Stampa"
False comunicazioni al mercato. E' questa al momento l'ipotesi di reato «contro ignoti» su cui sta lavorando la Procura milanese per un'inchiesta aperta sul titolo Saras, la società petrolifera della famiglia Moratti.
Ieri gli uomini del nucleo provinciale della Finanza hanno perquisito sia la sede della società sia gli uffici della Caboto e della Morgan Stanley che si occuparono, nel maggio scorso, del collocamento in Borsa del titolo. A dare notizia delle perquisizioni è stata la stessa Saras in una nota nella quale ha spiegato che l'iniziativa giudiziaria aveva «oggetto le circostanze dell'Offerta pubblica di vendita e sottoscrizione delle azioni ordinarie» della società. «Le indagini - prosegue la nota - sono state avviate su denuncia di alcuni soggetti che hanno aderito all'Offerta. La società sta collaborando con piena disponibilità e trasparenza e intende assicurare i propri azionisti e il mercato quanto alla correttezza e conformità alle leggi del proprio operato in relazione all'Offerta».
L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Luigi Orsi, sarebbe partita poco prima di Natale in seguito a una denuncia presentata da alcuni piccoli investitori sentitisi danneggiati dalla caduta costante del titolo Saras. Collocate in Borsa il 18 maggio scorso al prezzo di 6 euro per azione, il giorno stesso le azioni crollarono dell'11,8% e attualmente, dopo cioè 8 mesi di oscillazioni, sono quotate a 3,89, avendo ceduto complessivamente il 26,4%.
È questo probabilmente il motivo per il quale alcuni piccoli investitori si sono sentiti danneggiati presentando l'esposto. Anche perchè, alla prima cessione, la società spiegò che la flessione era dovuta alle oscillazioni del greggio che però, dopo un breve periodo di calo, risalì ai suoi massimi storici, raggiunti il 14 luglio. Ora le Fiamme Gialle dovranno appurare se dietro questa cessione costante del titolo Saras si nascondano altri motivi oltre a quelli delle normali valutazioni di mercato. Dovranno vedere cioè a quanto le azioni vennero vendute agli investitori istituzionali e se il prezzo indicato nella collocazione, che già all'epoca venne giudicato "caro" per lo sfavorevole rapporto tra il suo costo e gli utili della società, fu in qualche modo "gonfiato". Infine se le comunicazioni ufficiali rispondevano al reale stato dei bilanci. In questo secondo caso potrebbe scattare anche l'accusa di aggiotaggio.
Di certo, confrontando l'andamento del titolo con quello di altre società del settore, non si notano particolari bizzarrie, riscontrando, ad esempio per la concorrente Erg, un andamento simile. Va poi rilevato che il petrolio, cui inevitabilmente il titolo Saras è legato, subì tra il maggio e il giugno scorso, cioè nel periodo della prima collocazione, un ritocco al ribasso scendendo sotto i 70 dollari al barile, per poi risalire, in luglio, fino a 77 dollari.
Dagospia 18 Gennaio 2007
False comunicazioni al mercato. E' questa al momento l'ipotesi di reato «contro ignoti» su cui sta lavorando la Procura milanese per un'inchiesta aperta sul titolo Saras, la società petrolifera della famiglia Moratti.
Ieri gli uomini del nucleo provinciale della Finanza hanno perquisito sia la sede della società sia gli uffici della Caboto e della Morgan Stanley che si occuparono, nel maggio scorso, del collocamento in Borsa del titolo. A dare notizia delle perquisizioni è stata la stessa Saras in una nota nella quale ha spiegato che l'iniziativa giudiziaria aveva «oggetto le circostanze dell'Offerta pubblica di vendita e sottoscrizione delle azioni ordinarie» della società. «Le indagini - prosegue la nota - sono state avviate su denuncia di alcuni soggetti che hanno aderito all'Offerta. La società sta collaborando con piena disponibilità e trasparenza e intende assicurare i propri azionisti e il mercato quanto alla correttezza e conformità alle leggi del proprio operato in relazione all'Offerta».
L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Luigi Orsi, sarebbe partita poco prima di Natale in seguito a una denuncia presentata da alcuni piccoli investitori sentitisi danneggiati dalla caduta costante del titolo Saras. Collocate in Borsa il 18 maggio scorso al prezzo di 6 euro per azione, il giorno stesso le azioni crollarono dell'11,8% e attualmente, dopo cioè 8 mesi di oscillazioni, sono quotate a 3,89, avendo ceduto complessivamente il 26,4%.
È questo probabilmente il motivo per il quale alcuni piccoli investitori si sono sentiti danneggiati presentando l'esposto. Anche perchè, alla prima cessione, la società spiegò che la flessione era dovuta alle oscillazioni del greggio che però, dopo un breve periodo di calo, risalì ai suoi massimi storici, raggiunti il 14 luglio. Ora le Fiamme Gialle dovranno appurare se dietro questa cessione costante del titolo Saras si nascondano altri motivi oltre a quelli delle normali valutazioni di mercato. Dovranno vedere cioè a quanto le azioni vennero vendute agli investitori istituzionali e se il prezzo indicato nella collocazione, che già all'epoca venne giudicato "caro" per lo sfavorevole rapporto tra il suo costo e gli utili della società, fu in qualche modo "gonfiato". Infine se le comunicazioni ufficiali rispondevano al reale stato dei bilanci. In questo secondo caso potrebbe scattare anche l'accusa di aggiotaggio.
Di certo, confrontando l'andamento del titolo con quello di altre società del settore, non si notano particolari bizzarrie, riscontrando, ad esempio per la concorrente Erg, un andamento simile. Va poi rilevato che il petrolio, cui inevitabilmente il titolo Saras è legato, subì tra il maggio e il giugno scorso, cioè nel periodo della prima collocazione, un ritocco al ribasso scendendo sotto i 70 dollari al barile, per poi risalire, in luglio, fino a 77 dollari.
Dagospia 18 Gennaio 2007