"ANNAMO CICCIO?" - QUARTIERE PARIOLI, ALLA FERMATA DEL TRANS: CERCANDO QUELLO DELLA FOTO DI SIRCANA - A UN CERTO PUNTO SANDRA DICE: "SÌ SONO IO, SONO QUELLA SUI GIORNALI" - POI NEGA TUTTO - AI NOSTRI POLITICI IL TRANS PARIOLINO PIACE.
Giuseppe Grifeo per "Il Tempo"
È una notte diversa, fatta di tacchi alti, trucco pesante, seni al vento, nuvole di profumo, accenti stranieri. Tutto a pochi passi dai quotati ristoranti di viale Parioli dove ricche auto aspettano i propri padroni vip in doppia o tripla fila, sorvegliate da factotum allettati da ricche mance. La nostra auto invece gira con una fotografia sul cruscotto, quella che ritrae un transessuale vicino la macchina del portavoce di Prodi. Cerchiamo proprio lei, o lui, dipende dal punto di vista. Si va a curiosare fra i brasiliani all'ombra del quartiere Parioli, luogo dello scandalo. Lei, Sandra, non è facile da trovare.
È una vera caccia al tesoro. Percorriamo via dell'Agonistica e viale dei Campi Sportivi. Osserviamo, chiediamo: «Guarda questa foto, la conosci?». Poco prima delle rampe per via del Foro Italico, una piazzola è punto di concentrazione di alcune trans. Qui sorge il dubbio. Guardiamo ancora la foto, poi la strada. Sembra proprio la «nostra» Sandra. Top bianco che a fatica contiene il seno, giacchetta nera come gli stivali, ma a differenza dell'immagine finita sui giornali, i capelli sono raccolti in una coda.
«Annamo ciccio?» esordisce la trans in un accento romanesco-brasiliano stranamente poco sguaiato. Dopo un po' di conversazione, alla domanda «Sei tu qui nell'immagine?», lei risponde: «Si sono io, sono quella sui giornali». Basta chiedere però se si ricorda quando avvenne la cosa, il tipo di auto del personaggio ed ecco che il transessuale così disinvolto e ammiccante cambia atteggiamento.
Si blocca, arriva l'imbarazzo, forse la paura. Non basta spiegare che non siamo dei poliziotti. «No, non è vero, non sono io quella. Ho detto bugia - dice ridacchiando nervosa - È un'altra. Non la conosco». «Come si lavora qui? C'è molta gente che conta, con tanti soldi? Politici?» chiediamo. «Gente importante? Ne trovi tanti se vuoi, assieme agli altri - prosegue Sandra - Trovi anche politici. Ci vengono a volte con loro aiutanti, anzi questi vengono prima. Vai via, vattene, c'è i carabineros».
Un'auto dei militari si avvicina veloce e divide le nostre strade. Era lei quella giusta? Difficile dirlo fra quei corpi quasi uguali, scolpiti da ormoni, silicone e bisturi. Qui l'ambiente dei transessuali è particolare, diverso da altre zone romane. Qui c'è il denaro. I viados indossano pellicce, hanno un'auto, bei vestiti, profumi costosi. La successiva è una trans biondo platino, stivaloni bianchi di vernice con tacco vertiginoso e un visone che farebbe l'invidia di molte signore bene.
«Sì tesoro, ci sono uomini normali, ma qui di potenti e politici ne frequentiamo tanti - dice la bionda - L'importante è che il mio personaggio vip non mi faccia il cornino. Sai tesoro, sarebbe un guaio». Pronuncia queste parole sullo sportello dell'auto, riversando seno, trucco marcato e una chioma leonina nel piccolo schermo del finestrino che riesce a contenere a stento l'immagine un po' carnevalesca, un po' da film dell'orrore, di un uomo che non è più tale.
«No, non conosco la trans che è finita sui giornali, quella che stava per salire sulla macchina di quello lì con lo stesso nome di Berlusconi - conclude - Chiedi alle altre». «Tra la gente elevata, ci sono anche quelli che alla mattina portano una bella croce sul petto - aggiunge un'altra del gruppo - Uno passa qui quando non va al Campidoglio, a Monte Caprino, per cercare ragazzi. Ma c'è anche il maschio normale, quello che tutto è meno che ricco».
Dagospia 23 Marzo 2007
È una notte diversa, fatta di tacchi alti, trucco pesante, seni al vento, nuvole di profumo, accenti stranieri. Tutto a pochi passi dai quotati ristoranti di viale Parioli dove ricche auto aspettano i propri padroni vip in doppia o tripla fila, sorvegliate da factotum allettati da ricche mance. La nostra auto invece gira con una fotografia sul cruscotto, quella che ritrae un transessuale vicino la macchina del portavoce di Prodi. Cerchiamo proprio lei, o lui, dipende dal punto di vista. Si va a curiosare fra i brasiliani all'ombra del quartiere Parioli, luogo dello scandalo. Lei, Sandra, non è facile da trovare.
È una vera caccia al tesoro. Percorriamo via dell'Agonistica e viale dei Campi Sportivi. Osserviamo, chiediamo: «Guarda questa foto, la conosci?». Poco prima delle rampe per via del Foro Italico, una piazzola è punto di concentrazione di alcune trans. Qui sorge il dubbio. Guardiamo ancora la foto, poi la strada. Sembra proprio la «nostra» Sandra. Top bianco che a fatica contiene il seno, giacchetta nera come gli stivali, ma a differenza dell'immagine finita sui giornali, i capelli sono raccolti in una coda.
«Annamo ciccio?» esordisce la trans in un accento romanesco-brasiliano stranamente poco sguaiato. Dopo un po' di conversazione, alla domanda «Sei tu qui nell'immagine?», lei risponde: «Si sono io, sono quella sui giornali». Basta chiedere però se si ricorda quando avvenne la cosa, il tipo di auto del personaggio ed ecco che il transessuale così disinvolto e ammiccante cambia atteggiamento.
Si blocca, arriva l'imbarazzo, forse la paura. Non basta spiegare che non siamo dei poliziotti. «No, non è vero, non sono io quella. Ho detto bugia - dice ridacchiando nervosa - È un'altra. Non la conosco». «Come si lavora qui? C'è molta gente che conta, con tanti soldi? Politici?» chiediamo. «Gente importante? Ne trovi tanti se vuoi, assieme agli altri - prosegue Sandra - Trovi anche politici. Ci vengono a volte con loro aiutanti, anzi questi vengono prima. Vai via, vattene, c'è i carabineros».
Un'auto dei militari si avvicina veloce e divide le nostre strade. Era lei quella giusta? Difficile dirlo fra quei corpi quasi uguali, scolpiti da ormoni, silicone e bisturi. Qui l'ambiente dei transessuali è particolare, diverso da altre zone romane. Qui c'è il denaro. I viados indossano pellicce, hanno un'auto, bei vestiti, profumi costosi. La successiva è una trans biondo platino, stivaloni bianchi di vernice con tacco vertiginoso e un visone che farebbe l'invidia di molte signore bene.
«Sì tesoro, ci sono uomini normali, ma qui di potenti e politici ne frequentiamo tanti - dice la bionda - L'importante è che il mio personaggio vip non mi faccia il cornino. Sai tesoro, sarebbe un guaio». Pronuncia queste parole sullo sportello dell'auto, riversando seno, trucco marcato e una chioma leonina nel piccolo schermo del finestrino che riesce a contenere a stento l'immagine un po' carnevalesca, un po' da film dell'orrore, di un uomo che non è più tale.
«No, non conosco la trans che è finita sui giornali, quella che stava per salire sulla macchina di quello lì con lo stesso nome di Berlusconi - conclude - Chiedi alle altre». «Tra la gente elevata, ci sono anche quelli che alla mattina portano una bella croce sul petto - aggiunge un'altra del gruppo - Uno passa qui quando non va al Campidoglio, a Monte Caprino, per cercare ragazzi. Ma c'è anche il maschio normale, quello che tutto è meno che ricco».
Dagospia 23 Marzo 2007