NON SOLO SILVIO, CASINI HA INCASINATO L'ASSE PRODI-BERTINOTTI - UDC A NAPOLITANO: UN 'GOVERNO DI SALUTE PUBBLICA' - FASSINO: INTERESSATI A UN RAPPORTO CON UDC E LEGA - RIFONDAZIONE MOLLA VESPA - "REPUBBLICA" IN LOVE WITH MAX - LA VELTRONITE DI BALLARÒ.
1 - NON SOLO SILVIO, CASINI HA MESSO IN CRISI L'ASSE PRODI-BERTINOTTI
I sapientoni del Transatlantico sono quasi tutti d'accordo: il voto di ieri ha bocciato Berlusconi quanto Prodi. Il "sì" delle truppe cammellate di Casini ha messo in crisi l'asse di ferro Prodi-Bertinotti. Ora il pallino del Senato è nelle mani dei centristi, Rutelli e Mastella e soprattutto Marini. Tutti pronti a spedire Prodi a Bologna.
2 - CESA: UDC ANDRA' AL QUIRINALE. DOVEROSO CONFERIRE CON NAPOLITANO DOPO VOTO IERI A SENATO.
(Adnkronos) - "L'Udc ritiene doveroso conferire con il Presidente della Repubblica in ordine alla situazione che si e' determinata ieri al Senato durante il voto per il rifinanziamento delle missioni militari di pace". Lo annuncia in una nota il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, al termine dell'Ufficio Politico del partito.
3 - BACCINI (UDC): A NAPOLITANO CHIEDIAMO 'GOVERNO SALUTE PUBBLICA'.
(Asca) - ''Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano diremo che questo governo e' arrivato al suo esaurimento politico e che rischiamo di tenerlo in vita solo con il muro contro muro. Noi non pensiamo ad elezioni anticipate, pensiamo a mandare a casa questo governo e a fare un governo 'di salute pubblica'''. Lo dice il vicepresidente del Senato, Mario Baccini, al termine dell'ufficio politico del partito spiegando cosa l'Udc andra' a dire al Capo dello Stato al quale ha chiesto un colloquio. Baccini spiega che questo governo di 'salute pubblica' deve servire ''a fare la legge elettorale, per evitare che in Italia ci siano ancora 24 partiti, con una soglia di sbarramento del 5% di ispirazione proporzionale, che dia una mano alle opposizioni estreme di tornare alle opposizioni e che sia in un quadro bipolare''.
''Noi abbiamo da sempre portato avanti un discorso coerente - prosegue Baccini -. Abbiamo chiesto un colloquio a Napolitano per spiegare che il paese e' in grande difficolta' con questa maggioranza e questo governo, cosa da non confondere con la responsabilita' sui grandi temi come la politica estera. Diremo che siamo preoccupati, che il governo mortifica l'attivita' parlamentare, che chiede la fiducia quando ha una difficolta' e non intercetta la ripresa economica''. Tutto cio', secondo l'esponente centrista, porta il partito a considerare che ''questa fase di Prodi vada superata per il bene del Paese''. Baccini ribadisce che ''l'atteggiamento degli amici di Forza Italia e An'' rappresenta ''un errore politico e aritmetico'' ''il governo si puo' battere con la testa, con l'intelligenza, con la politica, con l'arte di far scoppiare le contraddizioni della maggioranza con le pallate. Sono due strade diverse da una parte c'e' all'interno della coalizione uno spostamento a destra sulla Lega - conclude Baccino - dall'altra chi avendo una vocazione di governo pensa che il governo si possa battere su queste considerazioni''.
4 - FASSINO: SIAMO INTERESSATI A RAPPORTO CON UDC E LEGA.
(Asca) - ''Noi siamo interessati ad un rapporto con l'Udc e la Lega che possa ampliare le dimensioni politiche della maggioranza''. Lo ha dichiarato in un'intervista all'Unita' il segretario dei Ds, Piero Fassino. ''Nessuno di noi vuole praticare la politica dei due fronti - avverte tuttavia Fassino - ma vogliamo determinare un percorso che possa consentire di allargare il centrosinistra, sempre nella logica della democrazia dell'alternanza. La conclusione della crisi politica dello scorso febbraio, tra l'altro, ha dimostrato che non c'e' altro governo se non quello fondato sulla maggioranza che ha vinto le elezioni. Il governo Prodi non e' transitorio. Non e' li' a tenere caldo il posto in attesa di qualcosa d'altro. E' l'unico che puo' governare il Paese. E noi, nei primi dieci mesi, abbiamo dimostrato di saper governare''. Fassino rileva la necessita' di avere un confronto tra maggioranza e opposizione sulla legge elettorale e sulle riforme istituzionali. ''Mi pare che si stia profilando una disponibilita' interessante della Lega e dell'Udc che noi intendiamo ulteriormente approfondire - prosegue Fassino - naturalmente ci auguriamo che Berlusconi e Fini non assumano sulla legge elettorale lo stesso atteggiamento di ostilita' pregiudiziale e ostruzionistica tenuto sull'Afghanistan e sul decreto Bersani''. ''Svilupperemo certamente il confronto con Udc e Lega continuando a ricercare uno spazio di ragionevole incontro anche con le altre forze politiche di opposizione'' conferma ancora il segretario dei Ds, che parla di un'iniziativa ''per rilanciare il governo'' e di una ''apertura di una stagione di confronto'.
5 - DOPO PRODI, ANCHE RIFONDAZIONE MOLLA VESPA
Dicono che Franco Giordano abbia lasciato ieri sera lo studio di "Porta a porta" infuriatissimo. Non solo lui, anche il dalemiano La Torre e il prodiano Santagata non facevano salti di gioia, ma il segretario di Rifondazione in particolare aveva un diavolo per capello. La gestione della puntata da parte di Bruno Vespa non gli è proprio andata giù. Per due ore i tre esponenti dell'Unione sono stati tenuti in pentola a discutere di questioni come "l'emendamento Matteoli", della possibilità o meno dei soldati italiani in Afghanistan di spostarsi di cento chilometri per le emergenze, dell'equipaggiamento dei nostri militari a Herat, addirittura della spaccatura del centrosinistra nel 1999 sulla missione in Kosovo.
Con il conduttore pronto a rilanciare in accoppiata con il generale Jean sul bisogno di più uomini per la missione ("me lo ha spiegato un alto generale dell'esercito in via confidenziale", si beava Bru-neo) e i due capigruppo della Cdl Schifani e Matteoli a imperversare. Poi basta dare un'occhiata alle prime pagine di oggi per capire qual è il dato politico emerso dal voto di ieri in Senato. Corriere della sera: "Sì alla missione, Polo spaccato. Prodi: svolta". La Stampa: "Il governo si salva, il Polo no". Il Messaggero: "Kabul, il governo tiene. La Cdl si spacca". Repubblica: "Afghanistan, vince l'Unione".
Insomma, nel giorno in cui il centrodestra si spacca a metà, An e Forza Italia votano contro le missioni militari e l'Udc incassa il dividendo di non essere stata decisiva per la sopravvivenza del governo, a Porta a porta si è pensato solo a infilzare noi della sinistra, che peraltro abbiamo correttamente sostenuto il decreto, è stato il ragionamento dei rifondaroli dopo la trasmissione. Sembrerebbe la solita polemica contro Brunello, accusato di essere sempre più contiguo alle bandiere azzurre. Ma per il conduttore che ha fatto fortuna negli anni dell'opposizione del centrosinistra grazie alle pluriospitate di Fausto Bertinotti perdere l'appoggio di Rifondazione Comunista, dopo che già Prodi evita accuratamente da mesi di timbrare il cartellino nel salotto di Via Teulada, rischia di diventare un problema serio.
6 - REPUBBLICA IN LOVE WITH D'ALEMA
Ma Gli Stati Uniti ce l'hanno con D'Alema o no? Perché da giorni su Repubblica compaiono articoli che spiegano quanto si amino Condy e Massimo (Mario Calabresi della settimana scorsa), che c'è stato "disgelo" con tanto di sbobinatura (a metà come ha scritto ieri Christian Rocca sul Foglio) dei briefing del portavoce della Rice, che non c'è "nessuna tensione tra Roma e Washington", come scrive oggi Alberto D'Argenio. Sugli altri giornali, però, nulla. Anzi. Oggi Maurizio Molinari verga sulla Stampa una informata cronaca da New York: "Nuovo gelo Usa-D'Alema per le frasi su Al Qaida". Le parole incriminate sono quelle dette a Firenze dal ministro degli Esterti: "Gheddafi mi disse che Washington finanziava Bin Laden". Per il ministro degli Esteri nulla da invidiare a Michael Moore.
7 - SINISI, IL SENATO E' UNA ROTTURA DI SCACCHI
Il simbolo del voto di ieri a Palazzo Madama è il senatore dell'Ulivo Giannicola Sinisi, immortalato mentre gioca a scacchi col suo portatile dai banchi dell'aula durante il dibattito sull'Afghanistan. La foto è stata sparata in prima pagina dal manifesto di Gabriele Polo ed ha ricevuto l'onore si un sarcastico pezzullo sul Corriere della sera: "Sinisi prima ha acquistato un televisore sul sito di una nota marca giapponese, poi si è avventurato in una lunga partita a scacchi elettronici per gran parte della durata delle votazioni".
8 - MULTA A BALLARÒ PER VELTRONITE ACUTA
Oramai deve essere un riflesso pavloviano. Quando in ballo c'è un argomento negativo per Veltroni, scatta immediata la censura preventiva. Ieri sera Ballarò, nella puntata con Casini e Rutelli, ha dedicato un servizio alla mannaia delle multe con le quali i comuni tartassano i cittadini. Oltre un miliardo di euro all'anno: a tanto ammontano i ricavi che gli enti locali ricevono dalle contravvenzioni. Ecco come un'agenzia presentava una ricerca del Sole 24 Ore pubblicata qualche settimana fa proprio a questo proposito: "Fra le città Roma e Milano vantano il primato assoluto delle multe. Nel 2005 la Capitale ha registrato solo con le sanzioni 207 milioni di entrate, mentre a Milano le entrate sono state 81 milioni. Fra i comuni il primato va a Santa Luce, in provincia di Pisa, dove in 800 metri c'è il record italiano delle contravvenzioni: nel 2005 la macchinetta che rileva la velocità ha emesso accertamenti per circa 1,7 milioni di euro, cioè il 326% di quanto incassato lo stesso anno in imposte, per un valore di mille e cento euro ad abitante, il rapporto multe-cittadini più alto d'Italia". Ovviamente il giornalista di Floris è andato correttamente a Milano a sentire cosa avevano da dire al quartier generale della Municipale, è andato nel paesino in provincia di Pisa per mettere un po' di colore al servizio e poi. e poi? E poi basta. Di Roma neanche una citazione. La prima città per volume di multe, peraltro la città dove si trova la redazione del programma, non è stata considerata una notizia.
Dagospia 28 Marzo 2007
I sapientoni del Transatlantico sono quasi tutti d'accordo: il voto di ieri ha bocciato Berlusconi quanto Prodi. Il "sì" delle truppe cammellate di Casini ha messo in crisi l'asse di ferro Prodi-Bertinotti. Ora il pallino del Senato è nelle mani dei centristi, Rutelli e Mastella e soprattutto Marini. Tutti pronti a spedire Prodi a Bologna.
2 - CESA: UDC ANDRA' AL QUIRINALE. DOVEROSO CONFERIRE CON NAPOLITANO DOPO VOTO IERI A SENATO.
(Adnkronos) - "L'Udc ritiene doveroso conferire con il Presidente della Repubblica in ordine alla situazione che si e' determinata ieri al Senato durante il voto per il rifinanziamento delle missioni militari di pace". Lo annuncia in una nota il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, al termine dell'Ufficio Politico del partito.
3 - BACCINI (UDC): A NAPOLITANO CHIEDIAMO 'GOVERNO SALUTE PUBBLICA'.
(Asca) - ''Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano diremo che questo governo e' arrivato al suo esaurimento politico e che rischiamo di tenerlo in vita solo con il muro contro muro. Noi non pensiamo ad elezioni anticipate, pensiamo a mandare a casa questo governo e a fare un governo 'di salute pubblica'''. Lo dice il vicepresidente del Senato, Mario Baccini, al termine dell'ufficio politico del partito spiegando cosa l'Udc andra' a dire al Capo dello Stato al quale ha chiesto un colloquio. Baccini spiega che questo governo di 'salute pubblica' deve servire ''a fare la legge elettorale, per evitare che in Italia ci siano ancora 24 partiti, con una soglia di sbarramento del 5% di ispirazione proporzionale, che dia una mano alle opposizioni estreme di tornare alle opposizioni e che sia in un quadro bipolare''.
''Noi abbiamo da sempre portato avanti un discorso coerente - prosegue Baccini -. Abbiamo chiesto un colloquio a Napolitano per spiegare che il paese e' in grande difficolta' con questa maggioranza e questo governo, cosa da non confondere con la responsabilita' sui grandi temi come la politica estera. Diremo che siamo preoccupati, che il governo mortifica l'attivita' parlamentare, che chiede la fiducia quando ha una difficolta' e non intercetta la ripresa economica''. Tutto cio', secondo l'esponente centrista, porta il partito a considerare che ''questa fase di Prodi vada superata per il bene del Paese''. Baccini ribadisce che ''l'atteggiamento degli amici di Forza Italia e An'' rappresenta ''un errore politico e aritmetico'' ''il governo si puo' battere con la testa, con l'intelligenza, con la politica, con l'arte di far scoppiare le contraddizioni della maggioranza con le pallate. Sono due strade diverse da una parte c'e' all'interno della coalizione uno spostamento a destra sulla Lega - conclude Baccino - dall'altra chi avendo una vocazione di governo pensa che il governo si possa battere su queste considerazioni''.
4 - FASSINO: SIAMO INTERESSATI A RAPPORTO CON UDC E LEGA.
(Asca) - ''Noi siamo interessati ad un rapporto con l'Udc e la Lega che possa ampliare le dimensioni politiche della maggioranza''. Lo ha dichiarato in un'intervista all'Unita' il segretario dei Ds, Piero Fassino. ''Nessuno di noi vuole praticare la politica dei due fronti - avverte tuttavia Fassino - ma vogliamo determinare un percorso che possa consentire di allargare il centrosinistra, sempre nella logica della democrazia dell'alternanza. La conclusione della crisi politica dello scorso febbraio, tra l'altro, ha dimostrato che non c'e' altro governo se non quello fondato sulla maggioranza che ha vinto le elezioni. Il governo Prodi non e' transitorio. Non e' li' a tenere caldo il posto in attesa di qualcosa d'altro. E' l'unico che puo' governare il Paese. E noi, nei primi dieci mesi, abbiamo dimostrato di saper governare''. Fassino rileva la necessita' di avere un confronto tra maggioranza e opposizione sulla legge elettorale e sulle riforme istituzionali. ''Mi pare che si stia profilando una disponibilita' interessante della Lega e dell'Udc che noi intendiamo ulteriormente approfondire - prosegue Fassino - naturalmente ci auguriamo che Berlusconi e Fini non assumano sulla legge elettorale lo stesso atteggiamento di ostilita' pregiudiziale e ostruzionistica tenuto sull'Afghanistan e sul decreto Bersani''. ''Svilupperemo certamente il confronto con Udc e Lega continuando a ricercare uno spazio di ragionevole incontro anche con le altre forze politiche di opposizione'' conferma ancora il segretario dei Ds, che parla di un'iniziativa ''per rilanciare il governo'' e di una ''apertura di una stagione di confronto'.
5 - DOPO PRODI, ANCHE RIFONDAZIONE MOLLA VESPA
Dicono che Franco Giordano abbia lasciato ieri sera lo studio di "Porta a porta" infuriatissimo. Non solo lui, anche il dalemiano La Torre e il prodiano Santagata non facevano salti di gioia, ma il segretario di Rifondazione in particolare aveva un diavolo per capello. La gestione della puntata da parte di Bruno Vespa non gli è proprio andata giù. Per due ore i tre esponenti dell'Unione sono stati tenuti in pentola a discutere di questioni come "l'emendamento Matteoli", della possibilità o meno dei soldati italiani in Afghanistan di spostarsi di cento chilometri per le emergenze, dell'equipaggiamento dei nostri militari a Herat, addirittura della spaccatura del centrosinistra nel 1999 sulla missione in Kosovo.
Con il conduttore pronto a rilanciare in accoppiata con il generale Jean sul bisogno di più uomini per la missione ("me lo ha spiegato un alto generale dell'esercito in via confidenziale", si beava Bru-neo) e i due capigruppo della Cdl Schifani e Matteoli a imperversare. Poi basta dare un'occhiata alle prime pagine di oggi per capire qual è il dato politico emerso dal voto di ieri in Senato. Corriere della sera: "Sì alla missione, Polo spaccato. Prodi: svolta". La Stampa: "Il governo si salva, il Polo no". Il Messaggero: "Kabul, il governo tiene. La Cdl si spacca". Repubblica: "Afghanistan, vince l'Unione".
Insomma, nel giorno in cui il centrodestra si spacca a metà, An e Forza Italia votano contro le missioni militari e l'Udc incassa il dividendo di non essere stata decisiva per la sopravvivenza del governo, a Porta a porta si è pensato solo a infilzare noi della sinistra, che peraltro abbiamo correttamente sostenuto il decreto, è stato il ragionamento dei rifondaroli dopo la trasmissione. Sembrerebbe la solita polemica contro Brunello, accusato di essere sempre più contiguo alle bandiere azzurre. Ma per il conduttore che ha fatto fortuna negli anni dell'opposizione del centrosinistra grazie alle pluriospitate di Fausto Bertinotti perdere l'appoggio di Rifondazione Comunista, dopo che già Prodi evita accuratamente da mesi di timbrare il cartellino nel salotto di Via Teulada, rischia di diventare un problema serio.
6 - REPUBBLICA IN LOVE WITH D'ALEMA
Ma Gli Stati Uniti ce l'hanno con D'Alema o no? Perché da giorni su Repubblica compaiono articoli che spiegano quanto si amino Condy e Massimo (Mario Calabresi della settimana scorsa), che c'è stato "disgelo" con tanto di sbobinatura (a metà come ha scritto ieri Christian Rocca sul Foglio) dei briefing del portavoce della Rice, che non c'è "nessuna tensione tra Roma e Washington", come scrive oggi Alberto D'Argenio. Sugli altri giornali, però, nulla. Anzi. Oggi Maurizio Molinari verga sulla Stampa una informata cronaca da New York: "Nuovo gelo Usa-D'Alema per le frasi su Al Qaida". Le parole incriminate sono quelle dette a Firenze dal ministro degli Esterti: "Gheddafi mi disse che Washington finanziava Bin Laden". Per il ministro degli Esteri nulla da invidiare a Michael Moore.
7 - SINISI, IL SENATO E' UNA ROTTURA DI SCACCHI
Il simbolo del voto di ieri a Palazzo Madama è il senatore dell'Ulivo Giannicola Sinisi, immortalato mentre gioca a scacchi col suo portatile dai banchi dell'aula durante il dibattito sull'Afghanistan. La foto è stata sparata in prima pagina dal manifesto di Gabriele Polo ed ha ricevuto l'onore si un sarcastico pezzullo sul Corriere della sera: "Sinisi prima ha acquistato un televisore sul sito di una nota marca giapponese, poi si è avventurato in una lunga partita a scacchi elettronici per gran parte della durata delle votazioni".
8 - MULTA A BALLARÒ PER VELTRONITE ACUTA
Oramai deve essere un riflesso pavloviano. Quando in ballo c'è un argomento negativo per Veltroni, scatta immediata la censura preventiva. Ieri sera Ballarò, nella puntata con Casini e Rutelli, ha dedicato un servizio alla mannaia delle multe con le quali i comuni tartassano i cittadini. Oltre un miliardo di euro all'anno: a tanto ammontano i ricavi che gli enti locali ricevono dalle contravvenzioni. Ecco come un'agenzia presentava una ricerca del Sole 24 Ore pubblicata qualche settimana fa proprio a questo proposito: "Fra le città Roma e Milano vantano il primato assoluto delle multe. Nel 2005 la Capitale ha registrato solo con le sanzioni 207 milioni di entrate, mentre a Milano le entrate sono state 81 milioni. Fra i comuni il primato va a Santa Luce, in provincia di Pisa, dove in 800 metri c'è il record italiano delle contravvenzioni: nel 2005 la macchinetta che rileva la velocità ha emesso accertamenti per circa 1,7 milioni di euro, cioè il 326% di quanto incassato lo stesso anno in imposte, per un valore di mille e cento euro ad abitante, il rapporto multe-cittadini più alto d'Italia". Ovviamente il giornalista di Floris è andato correttamente a Milano a sentire cosa avevano da dire al quartier generale della Municipale, è andato nel paesino in provincia di Pisa per mettere un po' di colore al servizio e poi. e poi? E poi basta. Di Roma neanche una citazione. La prima città per volume di multe, peraltro la città dove si trova la redazione del programma, non è stata considerata una notizia.
Dagospia 28 Marzo 2007