UN "DUELLO" TRA WOODCOCK E L'AVV. BARDI DIETRO IL GIALLO (O IL BLUFF?) DELLO YACHT A LUCI ROSSE CON POLITICO - IN PROCURA C'È GIÀ CHI PRESAGISCE UN NUOVO FILONE D'INDAGINE SU UN TENTATO DEPISTAGGIO AI DANNI DI WOODCOCK - LA VIRZI' USATA COME ESCA.
Francesco Grignetti per "La Stampa"
Il giallo della crociera a luci rosse non è affatto risolto. L'attrice Leila Virzì l'altro giorno ha negato tutto, mai saputo di big della politica a bordo di yacht, e in pratica ha mollato l'avvocato che l'assisteva e che per primo aveva raccontato la storia.
L'esca - La Virzì ha dato l'impressione di essersi resa conto, a posteriori, che è stata usata come esca. «Ero a Potenza per un cambio di residenza e all'improvviso, uscita da una stanza dello studio Bardi, mi sono trovata di fronte a un gruppetto di giornalisti». Siccome non sapeva che dire, ha spiegato nell'interrogatorio, non ha detto nulla. Restano al centro del mistero, a questo punto, il suo ex legale, Piervito Bardi, un penalista molto noto a Potenza, e i tre giornalisti che per primi, sui giornali di sabato scorso, hanno raccontato dell'esistenza di questa fantomatica testimone.
Saranno interrogati prossimamente tutti e quattro. Gli investigatori intendono sviscerare i colloqui che sono intercorsi tra venerdì e sabato. E in Procura c'è già chi, al termine di quest'istruttoria, presagisce un nuovo filone d'indagine su un tentato depistaggio ai danni di Woodcock. Un depistaggio molto legato alla difficile situazione locale.
Woodcock e Bardi sono due nomi che tornano a intrecciarsi. Sulla ribalta nazionale si conosce il primo. Da ieri il magistrato anglonapoletano ha avuto anche il definitivo suggello dell'imitazione di Fiorello, a «Viva Rai Due», nell'esilarante galleria di personaggi italiani che va dal Presidente Napolitano al musicista Franco Battiato, allo scrittore Federico Moccia. Mancava un giudice nel carnet di Fiorello; ora c'è.
Patron del Potenza Calcio - Bardi, invece, gode di una notorietà più locale. Ma anche lui non scherza. E comunque le televisioni hanno cominciato a occuparsi di questo simpatico avvocato dagli occhi furbi, i baffetti da faina, le orecchie sempre in allerta. La vicenda ricorda il film «I duellanti». Perché le loro vite s'incontrano e si scontrano clamorosamente qualche anno fa. Bardi, che è stato patron del Potenza Calcio quando giocava in serie D, era presidente della Camera penale, l'associazione degli avvocati di Potenza. Woodcock era arrivato da poco in Basilicata. Si sono annusati. E non si sono piaciuti.
Fatto sta che Bardi finì in galera con l'accusa di favoreggiamento nei confronti di un mafioso: era stato intercettato mentre dava consigli a un indagato. Secondo il magistrato, siccome Bardi non figurava essere il suo difensore, quei consigli, e certi accenni alle inchieste in corso, erano un reato. Insorsero gli avvocati di tutt'Italia. Ci fu uno sciopero nelle aule di giustizia. Accorsero i big della categoria a Potenza.
E alla fine Bardi fu scarcerato con tante scuse. Secondo atto, fu Bardi a controdenunciare Woodcock. Presentò un esposto al Consiglio superiore della magistratura presentando un caso di intercettazioni ambientali nella sala-avvocati come una lesione dei diritti di difesa. E da allora pende sul capo del giovane pm un fascicolo disciplinare che ogni tanto viene rispolverato.
Da quel momento - Da quel momento in poi, però, ne sono successe di tutti i colori. Tralasciando gli episodi minori, si può ricordare che nel luglio scorso Bardi per 48 ore fu difensore di Vittorio Emanuele e approfittò per montare una canizza furibonda contro Woodcock che i legali storici del principe trovarono sbagliatissima sotto il profilo processuale e mediatico. Fu estromesso dal collegio di difesa e al suo posto arrivarono Coppi e la Bongiorno, i quali impostarono la difesa all'insegna del fair play.
Nei mesi seguenti, sul giornaletto «Controsenso», che ha la redazione presso lo studio Bardi, non sono mai mancate vignette e sfottò contro il pm. A dicembre su questo giornale compare il primo accenno a una crociera con donnine e uomo politico a bordo che sarebbe agli atti dell'inchiesta Vallettopoli. E ora il botto finale della Virzì, che tiene da una settimana il mondo politico con il fiato sospeso. Bardi ha ora avviato una rapida manovra di disimpegno. Ieri parlava di un «equivoco» che potrebbe essere insorto tra lui e i cronisti. Sta a vedere che sono sempre i giornalisti che capiscono male.
Dagospia 30 Marzo 2007
Il giallo della crociera a luci rosse non è affatto risolto. L'attrice Leila Virzì l'altro giorno ha negato tutto, mai saputo di big della politica a bordo di yacht, e in pratica ha mollato l'avvocato che l'assisteva e che per primo aveva raccontato la storia.
L'esca - La Virzì ha dato l'impressione di essersi resa conto, a posteriori, che è stata usata come esca. «Ero a Potenza per un cambio di residenza e all'improvviso, uscita da una stanza dello studio Bardi, mi sono trovata di fronte a un gruppetto di giornalisti». Siccome non sapeva che dire, ha spiegato nell'interrogatorio, non ha detto nulla. Restano al centro del mistero, a questo punto, il suo ex legale, Piervito Bardi, un penalista molto noto a Potenza, e i tre giornalisti che per primi, sui giornali di sabato scorso, hanno raccontato dell'esistenza di questa fantomatica testimone.
Saranno interrogati prossimamente tutti e quattro. Gli investigatori intendono sviscerare i colloqui che sono intercorsi tra venerdì e sabato. E in Procura c'è già chi, al termine di quest'istruttoria, presagisce un nuovo filone d'indagine su un tentato depistaggio ai danni di Woodcock. Un depistaggio molto legato alla difficile situazione locale.
Woodcock e Bardi sono due nomi che tornano a intrecciarsi. Sulla ribalta nazionale si conosce il primo. Da ieri il magistrato anglonapoletano ha avuto anche il definitivo suggello dell'imitazione di Fiorello, a «Viva Rai Due», nell'esilarante galleria di personaggi italiani che va dal Presidente Napolitano al musicista Franco Battiato, allo scrittore Federico Moccia. Mancava un giudice nel carnet di Fiorello; ora c'è.
Patron del Potenza Calcio - Bardi, invece, gode di una notorietà più locale. Ma anche lui non scherza. E comunque le televisioni hanno cominciato a occuparsi di questo simpatico avvocato dagli occhi furbi, i baffetti da faina, le orecchie sempre in allerta. La vicenda ricorda il film «I duellanti». Perché le loro vite s'incontrano e si scontrano clamorosamente qualche anno fa. Bardi, che è stato patron del Potenza Calcio quando giocava in serie D, era presidente della Camera penale, l'associazione degli avvocati di Potenza. Woodcock era arrivato da poco in Basilicata. Si sono annusati. E non si sono piaciuti.
Fatto sta che Bardi finì in galera con l'accusa di favoreggiamento nei confronti di un mafioso: era stato intercettato mentre dava consigli a un indagato. Secondo il magistrato, siccome Bardi non figurava essere il suo difensore, quei consigli, e certi accenni alle inchieste in corso, erano un reato. Insorsero gli avvocati di tutt'Italia. Ci fu uno sciopero nelle aule di giustizia. Accorsero i big della categoria a Potenza.
E alla fine Bardi fu scarcerato con tante scuse. Secondo atto, fu Bardi a controdenunciare Woodcock. Presentò un esposto al Consiglio superiore della magistratura presentando un caso di intercettazioni ambientali nella sala-avvocati come una lesione dei diritti di difesa. E da allora pende sul capo del giovane pm un fascicolo disciplinare che ogni tanto viene rispolverato.
Da quel momento - Da quel momento in poi, però, ne sono successe di tutti i colori. Tralasciando gli episodi minori, si può ricordare che nel luglio scorso Bardi per 48 ore fu difensore di Vittorio Emanuele e approfittò per montare una canizza furibonda contro Woodcock che i legali storici del principe trovarono sbagliatissima sotto il profilo processuale e mediatico. Fu estromesso dal collegio di difesa e al suo posto arrivarono Coppi e la Bongiorno, i quali impostarono la difesa all'insegna del fair play.
Nei mesi seguenti, sul giornaletto «Controsenso», che ha la redazione presso lo studio Bardi, non sono mai mancate vignette e sfottò contro il pm. A dicembre su questo giornale compare il primo accenno a una crociera con donnine e uomo politico a bordo che sarebbe agli atti dell'inchiesta Vallettopoli. E ora il botto finale della Virzì, che tiene da una settimana il mondo politico con il fiato sospeso. Bardi ha ora avviato una rapida manovra di disimpegno. Ieri parlava di un «equivoco» che potrebbe essere insorto tra lui e i cronisti. Sta a vedere che sono sempre i giornalisti che capiscono male.
Dagospia 30 Marzo 2007