LONDON SPY - IL FUTURO DI BLAIR: LASCIA DOWNING STREET SODDISFATTO, CONTOLLA ANCORA IL PARTITO E IL GRIGIO BROWN RISCHIA DI GOVERNARE CON LE MANI LEGATE - PUÒ LAVORARE PER I BUSH E MURDOCH, FARE CONFERENZE STRAPAGATE E LA SOLITA AUTOBIOGRAFIA.

Il Primo Ministro Tony Blair ha annunciato che il 27 giugno se ne va da Downing Street. Il suo amico-rivale Gordon Brown è felice. Già annuncia che cambierà politiche, specialmente quella estera, per quanto concerne il rapporto con la America di George W. Bush e lascia presumere un ritiro delle truppe britanniche dall'Iraq. Ma non è stupido. Si rende conto che Blair non ha alcuna intenzione di lasciargli guidare il Regno Unito.

Cercherà di fare come fece Margaret Thatcher una quindicina di anni fa, quando la definirono la "passeggera seduta dietro l'autista ma con il controllo dei freni e del volante". E' vero che questa posizione di privilegio fu debellata dal suo astuto successore John Major, ma per fare una simile manovra Gordon Brown dovrà rendersi conto che Tony, anche se non più primo ministro, resta molto potente.

Ha dalla sua parte la maggioranza dei parlamentari laburisti che si rendono conto della sua abilità di uomo politico e della sua capacità di dibattere qualsiasi tema, in qualsiasi momento; qualità considerate infinitamente superiori a quelle del noioso successore che, malgrado la fuga di notizie sul suo massiccio uso di Grecian 2000 per tingere di nero i capelli ormai diventati grigi, non riesce ad interpretare il personaggio politico sciolto e giovanile che va oggi di moda. Inoltre, se l'economia mondiale muoverà verso la recessione o verso tendenze troppo inflazionistiche, il "successore" rischia il conflitto con la City per le misure impopolari che potrebbe essere costretto a varare.

Tony, intanto, ha già fatto sapere che rimarrà in Parlamento, sia pure senza cariche di governo, almeno fino alle prossime elezioni politiche. In questo modo sarà in continuo contatto con i deputati suoi amici e specialmente con i suoi più fidi alleati - come l'uscente ministro degli Interni John Reid - che sono anche i più decisi avversari di Brown. Quindi il "disimpegno" dalla stretta alleanza con l'amministrazione Bush e il ritiro delle truppe britanniche dall'Iraq in un prossimo futuro, o il ritorno alla classica politica economica laburista della alta tassazione (tax and spend) non potranno essere facilmente varate.



Non è un segreto che Blair non si fidi di Brown e che ritenga il leader conservatore David Cameron il suo erede naturale, capace di portare avanti le sue riforme, proprio come avveniva dieci anni fa quando la super-conservatrice Margaret Thatcher non faceva mistero di preferire lo stesso Tony Blair al suo successore conservatore John Major.

A differenza della Thatcher, che lasciò il numero 10 di Downing Street sconfitta da una congiura dei suoi parlamentari con le lacrime agli occhi, Tony appare allegro e soddisfatto. Pensa di poter continuare ad esercitare, magari indirettamente, il potere politico ed al tempo stesso di diventare ricco. Anzi ricchissimo. E lo sarebbe stato ancora di più se il suo amico Lord Browne di Madingley non fosse stato tradito dal suo amante marchettaro e costretto a dimettersi.

Il Lord era presidente della British Petroleum ed un posto nel consiglio di amministrazione della super multinazionale sarebbe stato sicuro per Tony. Ma ci sono sempre possibilità di nomine ben pagate nelle aziende della famiglia Bush, di quelle di Murdoch nel settore editoriale, c'è una serie di conferenze retribuite a colpi di centinaia di migliaia di dollari ciascuna, e ovviamente un compenso miliardario per le sue memorie nelle quali narrerà anche le sue serate ad accompagnare con la chitarra le canzoni di Silvio Berlusconi.

I leader europei lo vorrebbero Presidente della Comunità al termine del mandato di Barroso, ma per Tony accettare questa offerta sarebbe un sacrificio economico, e la politica interna inglese gli piace di più di quella europea.


Dagospia 14 Maggio 2007