L'INFERNO DI CHRISTILLIN - TROMBATA A CHI? FURIBONDA LETTERA DI EVELINA ALL'"ESPRESSO" - "TRALASCIO LA QUESTIONE RELATIVA ALLA MIA PRESUNTA SEPARAZIONE, CHE È LA PIÙ DISGUSTOSA DI TUTTE; PERCHÉ NON C'ENTRA NIENTE COL PEZZO E PERCHÉ È DEL TUTTO INESATTA"..
Lettera di Evelina Christillin a "L'espresso"
Leggo ('Colpo di teatro per Evelina' 'L'espresso' n. 23) di aver passato 'brutti momenti' e di aver rischiato di 'restare a piedi'. Ora, i brutti momenti li ho passati solo per via della morte di mio padre e di una rapina in casa mia, mentre il restare a piedi può forse essere imputato a qualche guasto della mia auto, visto che, lavorativamente, ho un impegno all'università sia come professore sia come consulente in staff al rettore, sono consigliere d'amministrazione del Teatro Regio di Torino e della Saes Getters di Milano, nonché responsabile del programma culturale della Juventus, presidente dell'Orchestra Filarmonica del teatro Regio, delle associazioni Asset, Prato, e Turkana.
Come si vede, anche prima del 'pennacchio presidenziale' allo Stabile di Torino il da fare non mi mancava. Quello che invece è assolutamente falso, è che io abbia mai, dico mai, avuto anche solo un contatto, una telefonata, un accenno seppure vaghissimo, con la Juventus (come Presidente) o con la Cassa di Risparmio. Siamo nel mondo delle favole, e chiunque di questi due soggetti tirati in causa come miei 'wishful thinkings' glielo potrebbe tranquillamente confermare. Sì, certo, a tutti piacerebbe fare il Presidente della Repubblica, il Papa o la top model; ma da lì a farci una storia di trombature derivata direttamente dal libro dei sogni mi sembra davvero arbitrario e scorretto.
I pettegolezzi e le cattiverie possono anche avere un senso, e perfino un senso giornalistico; ma solo quando sono suffragati perlomeno da un fondo di notizia controllata e di verità accertata. Da lì in poi ogni interpretazione è legittima; in caso contrario, è spazzatura. Tralascio poi la questione relativa alla mia presunta separazione, che è la più disgustosa di tutte; perché non c'entra niente col pezzo e perché è del tutto inesatta.
Dagospia 22 Giugno 2007
Leggo ('Colpo di teatro per Evelina' 'L'espresso' n. 23) di aver passato 'brutti momenti' e di aver rischiato di 'restare a piedi'. Ora, i brutti momenti li ho passati solo per via della morte di mio padre e di una rapina in casa mia, mentre il restare a piedi può forse essere imputato a qualche guasto della mia auto, visto che, lavorativamente, ho un impegno all'università sia come professore sia come consulente in staff al rettore, sono consigliere d'amministrazione del Teatro Regio di Torino e della Saes Getters di Milano, nonché responsabile del programma culturale della Juventus, presidente dell'Orchestra Filarmonica del teatro Regio, delle associazioni Asset, Prato, e Turkana.
Come si vede, anche prima del 'pennacchio presidenziale' allo Stabile di Torino il da fare non mi mancava. Quello che invece è assolutamente falso, è che io abbia mai, dico mai, avuto anche solo un contatto, una telefonata, un accenno seppure vaghissimo, con la Juventus (come Presidente) o con la Cassa di Risparmio. Siamo nel mondo delle favole, e chiunque di questi due soggetti tirati in causa come miei 'wishful thinkings' glielo potrebbe tranquillamente confermare. Sì, certo, a tutti piacerebbe fare il Presidente della Repubblica, il Papa o la top model; ma da lì a farci una storia di trombature derivata direttamente dal libro dei sogni mi sembra davvero arbitrario e scorretto.
I pettegolezzi e le cattiverie possono anche avere un senso, e perfino un senso giornalistico; ma solo quando sono suffragati perlomeno da un fondo di notizia controllata e di verità accertata. Da lì in poi ogni interpretazione è legittima; in caso contrario, è spazzatura. Tralascio poi la questione relativa alla mia presunta separazione, che è la più disgustosa di tutte; perché non c'entra niente col pezzo e perché è del tutto inesatta.
Dagospia 22 Giugno 2007