IN ARRIVO IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI STATO (È UNO DEI CENTRI "VERI" DEL POTERE IN ITALIA) - IN BALLO: IL POETA EROTICO DELLE TLC CORRADO CALABRO' E IL CONSIGLIERE PAOLO SALVATORE - CHI VA ALL'AUTHORITY DELLE TLC?
Anche se non è noto al grande pubblico il Consiglio di Stato è uno dei centri "veri" del potere in Italia. Questo perché per legge deve esprimere pareri - in gran parte vincolanti - su tuttI i regolamenti e le norme del nostro strabenedetto paese.
In più, svolge funzioni di giudice di appello alle sentenze dei Tar, Lazio compreso, inoltre i consiglieri di stato rappresentano il 90% dei capi di gabinetto e dei capi legislativi di tutti i ministeri.
Negli ultimi tempi, questo governo non ha trattato il Consiglio di Stato con i guanti bianchi, avendo mandato come consigliere di nomina governativa personaggi di cui ci si vuole, per un motivo o per l'altro, liberare. E' il caso di Nicolò Pollari, dell'uscente segretario gen degli esteri Paolo Pucci di Benesichi, dell'ex segretario della Camera dei deputati Mauro Zampini.
Ora il governo ha avviato il procedimento di nomina del nuovo presidente del consiglio di Stato, visto che sta per andare in pensione, l'attuale presidente l'avv. Mario Egidio Schinaia. E' possibile che già entro il prossimo fine settimana il Consiglio di Presidenza esprima un parere sul nuovo candidato presidente. Ma chi sarà?
Qui la questione si fa complessa. Presidente aggiunto è attualmente il consigliere Paolo Salvatore, però il pres di sezione più anziano è invece il cons. Corrado Calabrò, attualmente pres. dell'Autorità delle TLC. Se Calabrò facesse domanda è molto probabile che potrebbe passare. Mentre invece se il poeta erotico Corradino decidesse di restare alle TLC, passerebbe appunto Salvatore, cosa che non entusiasma moltissimo vari ambienti della maggioranza, perché considerato un giurista di area AN.
Se uscisse Calabrò ci sarebbe da nominare il nuove pres delle TLC. Questione spinosissima, perché per quella nomina è necessario il parere vincolante (e sottolineo vincolante) delle competenti commissioni parlamentari di Camera e Senato, con un voto a due terzi.
In altre parole c'è bisogno dell'assenso esplicito della minoranza, vale a dire del Cavaliere di Mediaset. Così possibili candidati possono essere solo dei tecnici trasversali puri. Si fanno il nome di Franchino Bernabè (ex Iri, ex Eni, ex Telecom) e Mauro Masi (ex Bankitalia, ex Dini, ex Berlusconi, ora con D'Alema).
Dagospia 10 Luglio 2007
In più, svolge funzioni di giudice di appello alle sentenze dei Tar, Lazio compreso, inoltre i consiglieri di stato rappresentano il 90% dei capi di gabinetto e dei capi legislativi di tutti i ministeri.
Negli ultimi tempi, questo governo non ha trattato il Consiglio di Stato con i guanti bianchi, avendo mandato come consigliere di nomina governativa personaggi di cui ci si vuole, per un motivo o per l'altro, liberare. E' il caso di Nicolò Pollari, dell'uscente segretario gen degli esteri Paolo Pucci di Benesichi, dell'ex segretario della Camera dei deputati Mauro Zampini.
Ora il governo ha avviato il procedimento di nomina del nuovo presidente del consiglio di Stato, visto che sta per andare in pensione, l'attuale presidente l'avv. Mario Egidio Schinaia. E' possibile che già entro il prossimo fine settimana il Consiglio di Presidenza esprima un parere sul nuovo candidato presidente. Ma chi sarà?
Qui la questione si fa complessa. Presidente aggiunto è attualmente il consigliere Paolo Salvatore, però il pres di sezione più anziano è invece il cons. Corrado Calabrò, attualmente pres. dell'Autorità delle TLC. Se Calabrò facesse domanda è molto probabile che potrebbe passare. Mentre invece se il poeta erotico Corradino decidesse di restare alle TLC, passerebbe appunto Salvatore, cosa che non entusiasma moltissimo vari ambienti della maggioranza, perché considerato un giurista di area AN.
Se uscisse Calabrò ci sarebbe da nominare il nuove pres delle TLC. Questione spinosissima, perché per quella nomina è necessario il parere vincolante (e sottolineo vincolante) delle competenti commissioni parlamentari di Camera e Senato, con un voto a due terzi.
In altre parole c'è bisogno dell'assenso esplicito della minoranza, vale a dire del Cavaliere di Mediaset. Così possibili candidati possono essere solo dei tecnici trasversali puri. Si fanno il nome di Franchino Bernabè (ex Iri, ex Eni, ex Telecom) e Mauro Masi (ex Bankitalia, ex Dini, ex Berlusconi, ora con D'Alema).
Dagospia 10 Luglio 2007