MEDIA WAR - SI ACCENDE LA LOTTA PER IL "WALL STREET JOURNAL", CONTRO MURDOCH SPUNTA BRAD GREENSPAN - LO SQUALO GLI SOFFIÒ LA SUA CREATURA, MYSPACE, E OGGI CERCA VENDETTA IN CORDATA CON BURKLE (IL RE DEI SUPERMERCATI).
Corinna De Cesare per il "Corriere della Sera"
Si incontrano di nuovo come se si fossero dati appuntamento. Un rendez vous forse poco gradito da Rupert Murdoch al contrario di Brad Greenspan, al quale quel boccone amaro datato 2005 pare proprio non esser andato giù. La storia dell'acquisizione di Intermix Media, società fondata da Greenspan che deteneva il controllo di Myspace, comprata da Murdoch nel 2005 per circa 580 milioni di dollari in contanti, non sembra ancora digerita dal giovane rampante, formatosi all'Università della California.
Due anni fa aveva accusato la News Corporation, la holding di Murdoch, di avere acquisito la società ad un prezzo nettamente inferiore rispetto al suo valore di mercato, defraudando gli azionisti grazie all'appoggio di Richard Rosenblatt, l'ex Chief executive officer di Intermix. Per questo motivo Greenspan aveva intentato un'azione legale contro Murdoch, rigettata però dai giudici di Los Angeles.
Ora i due tornano di nuovo in rotta di collisione per l'acquisto della Dow Jones, la società che detiene il controllo del Wall Street Journal.
Sarebbe fino al 50% di Dow Jones & Co al prezzo di 60 dollari per azione («per mantenere l'indipendenza del WSj») l'offerta del trentaquattrenne Greenspan, che con l'ex presidente della Federal reserve, il più conosciuto e carismatico Alan, non ha nulla a che vedere.
Fiutato l'affare Dow Jones, l' «altro» Greenspan si prepara a scendere in campo come capofila di un gruppo di investitori (tra cui EchoStar Communications e la divisione investimenti della Intel) per l'offerta d'acquisto sul gruppo che controlla il quotidiano economico- finanziario più influente d'America. L'ideatore di una delle più note comunità virtuali ha incontrato Ron Burkle (magnate dei supermercati Usa e consulente del sindacato dei dipendenti Dow Jones) per contrapporsi all'allettante proposta da 5 miliardi di dollari avanzata dal suo «amico» Murdoch. Non solo. Pare che Greenspan abbia avuto un incontro con i membri di un comitato ad hoc costituito dal board della famiglia Bancroft, per trattare la cessione del quotidiano.
Ma l'offerta dell'editore australiano di News Corporation (60 dollari per azione, ma sul 65%) sembrerebbe difficile da battere. E non si esclude a questo punto, che la questione per il giovane Greenspan sia diventata del tutto personale. Una rivalsa contro il Gigante dell'editoria Murdoch contro cui pare non riservare alcun tipo di imbarazzo. È frustato invece, per sua stessa ammissione, il magnate australiano, che si prepara a lanciare il canale di informazione finanziaria Fox Business Network. «Continuano a cambiare idea», avrebbe detto nel corso di una conferenza stampa con esponenti del mondo dei media tenutasi a Sun Valley, in Idaho, riferendosi alla posizione della famiglia Bancroft, che nel mese di maggio aveva rigettato l'offerta di Murdoch salvo poi tornare indietro. Nessun commento invece del numero uno di News Corp sul fondatore di MySpace.
Dagospia 13 Luglio 2007
Si incontrano di nuovo come se si fossero dati appuntamento. Un rendez vous forse poco gradito da Rupert Murdoch al contrario di Brad Greenspan, al quale quel boccone amaro datato 2005 pare proprio non esser andato giù. La storia dell'acquisizione di Intermix Media, società fondata da Greenspan che deteneva il controllo di Myspace, comprata da Murdoch nel 2005 per circa 580 milioni di dollari in contanti, non sembra ancora digerita dal giovane rampante, formatosi all'Università della California.
Due anni fa aveva accusato la News Corporation, la holding di Murdoch, di avere acquisito la società ad un prezzo nettamente inferiore rispetto al suo valore di mercato, defraudando gli azionisti grazie all'appoggio di Richard Rosenblatt, l'ex Chief executive officer di Intermix. Per questo motivo Greenspan aveva intentato un'azione legale contro Murdoch, rigettata però dai giudici di Los Angeles.
Ora i due tornano di nuovo in rotta di collisione per l'acquisto della Dow Jones, la società che detiene il controllo del Wall Street Journal.
Sarebbe fino al 50% di Dow Jones & Co al prezzo di 60 dollari per azione («per mantenere l'indipendenza del WSj») l'offerta del trentaquattrenne Greenspan, che con l'ex presidente della Federal reserve, il più conosciuto e carismatico Alan, non ha nulla a che vedere.
Fiutato l'affare Dow Jones, l' «altro» Greenspan si prepara a scendere in campo come capofila di un gruppo di investitori (tra cui EchoStar Communications e la divisione investimenti della Intel) per l'offerta d'acquisto sul gruppo che controlla il quotidiano economico- finanziario più influente d'America. L'ideatore di una delle più note comunità virtuali ha incontrato Ron Burkle (magnate dei supermercati Usa e consulente del sindacato dei dipendenti Dow Jones) per contrapporsi all'allettante proposta da 5 miliardi di dollari avanzata dal suo «amico» Murdoch. Non solo. Pare che Greenspan abbia avuto un incontro con i membri di un comitato ad hoc costituito dal board della famiglia Bancroft, per trattare la cessione del quotidiano.
Ma l'offerta dell'editore australiano di News Corporation (60 dollari per azione, ma sul 65%) sembrerebbe difficile da battere. E non si esclude a questo punto, che la questione per il giovane Greenspan sia diventata del tutto personale. Una rivalsa contro il Gigante dell'editoria Murdoch contro cui pare non riservare alcun tipo di imbarazzo. È frustato invece, per sua stessa ammissione, il magnate australiano, che si prepara a lanciare il canale di informazione finanziaria Fox Business Network. «Continuano a cambiare idea», avrebbe detto nel corso di una conferenza stampa con esponenti del mondo dei media tenutasi a Sun Valley, in Idaho, riferendosi alla posizione della famiglia Bancroft, che nel mese di maggio aveva rigettato l'offerta di Murdoch salvo poi tornare indietro. Nessun commento invece del numero uno di News Corp sul fondatore di MySpace.
Dagospia 13 Luglio 2007