DAGO BUSINESS - CHE BEL CONFLITTO DI INTERESSI HA L'AUTHORITY TLC: FENDI-TELEPIU'-ARNAULT-VIVENDI.

L'Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, che dovrà pronunciarsi sulla fusione Stream-Telepiù, starebbe valutando la possibilità di chiedere ad Alessandro Luciano, uno dei nove commissari dell'Autorità, di esimersi dal prendere delle decisioni in proposito.
Alessandro Luciano è sposato con una delle sorelle Fendi. La famiglia Fendi, a sua volta, ha ceduto il controllo della casa di moda romana (il 51% delle quote azionarie) da alcuni mesi, al gruppo francese LVMH marchio del lusso d'oltralpe, guidato da Bernard Arnault. Il magnate della moda siede, però, nel cda di Vivendi Universal (che in Italia controlla Telepiù). C'è dunque un evidente conflitto di interessi: uno dei commissari che deve giudicare sulla fusione Stream-Telepiù ha l'azienda di famiglia controllata da Arnault e potrebbe favorire gli interessi di quest'ultimo alleandosi con Telepiù.


CASO VIVENDI
Via Lescure. I dipendenti della rete però ne dicono di tutti i colori sul presidente e per di più in diretta tivù. Verso il cda

Da Il Foglio


Parigi. Sono stati talmente tanto tempo surplace, a guardarsi di sghembo, a scaldare muscoli e ad affilare canini, che quando Jean Marie Messier, detto J2M, presidente di Vivendi-Universal, uno dei grandi gruppi mondiali di telecomunicazioni e Pierre Lescure, patron, co-fondatore e anima della filiale Canal plus, sono andati al clash, l'onda ha squassato di tutto, dai media al cinema, dal mondo degli affari a quello della politica. Martedì pomeriggio, il potente Pierre Lescure viene convocato dal boss supremo che lo mette spalle al muro, lo costringe a rifiutare una proposta che non può accettare e poi lo getta via come un kleenex: tempo delle operazioni, meno di un quarto d'ora. Per Jean Marie Messier è il compimento di una strategia d'eliminazione la cui prima vittima era stata qualche giorno addietro il direttore generale Denis Olivennes. J2M è uomo da collere fredde e trattenute, non cede all'ira, ignora i colpi di testa.

Come far fuori il suo avversario e chiudere i conti con la vecchia guardia che aveva creato Canal Plus e il suo mito, se l'era studiato nei minimi dettagli. Aspettava solo il buon momento. E' stato costretto ad anticipare i tempi per proteggere le proprie terga. Da settimane la stampa americana, gli analisti di Wall Street, mostravano scetticismo e inquietudine sulla sua strategia industriale e sulle sue intenzioni. In un anno il titolo ha perso più della metà del suo valore da 86 a 40,6 euro. Alcuni grandi imprenditori francesi come Claude Bébéar di Axa stavano sul piede di guerra. Al momento delle distribuzioni delle stock options, due miliardi di euro, il Financial Times ne scrive con toni polemici. J2M promette che ci rinuncerà se il titolo VU non dovesse ritornare al livello massimo entro la fine dell'anno. Ma l'annuncio non basta a calmare il milieu degli affari.

Così in vista del consiglio d'amministrazione del prossimo 24 aprile, decide di tagliar teste dalle parti di Canal Plus che perde soldi dal 1998 e l'anno scorso s'è addirittura infilato in un buco da 500 milioni di euro, anche in parte per le disavventure della rete in Italia. Trasmissioni interrotte, va in onda lo scontro Ma neanche i grandi padroni sono perfetti. E J2M non poteva nemmeno lontanamente immaginare la piega degli avvenimenti. Mezz'ora dopo il licenziamento di Lescure, i dipendenti della rete si ribellano, interrompono le trasmissioni e si riuniscono in un'assemblea generale che viene trasmessa in diretta. Quattro milioni e mezzo di abbonati a quella che resta la più importante rete criptata europea si sono potuti godere un fior di spettacolo. Varie affettuosità a JM2 detto il "macellaio", il "delinquente", "colui che non abbiamo scelto e che si è bellamente comprato una televisione che noi ci spacchiamo la schiena a fare tutti i giorni".

Le immancabili dichiarazioni di solidarietà dei leader della sinistra dal primo ministro socialista Lionel Jospin al comunista Robert Hue, allarmati per i rischi che starebbero correndo la libertà d'informazione e la ben nota eccezione culturale francese, di cui Lescure sarebbe stato uno degli ultimi difensori e che Messier invece detesta cordialmente. La sortita di Jorge Semprun, il mitico Federico Sanchez della Guerra è finita, pronto a dimettersi dal consiglio di sorveglianza di Canal per difendere il cinema francese. E infine un Lescure sempre più esaltato e indignato che sale alla tribuna, accompagnato da una standing ovation, e si mette ad accusare il patron di Vivendi di essere un poco di buono che disprezza il mondo e ama sedersi con il suo rotondo "derrière" sugli accordi stipulati. A quel punto il povero Messier ha detto basta. Si è fatto invitare al telegiornale delle 20 di France 2 e ha risposto che non c'è mai stato un affaire Canal Plus, che è tutto un problema di gestione e che i cattivi manager se ne devono andare.

Ragionamento che molti cominciano a tenere anche nei confronti di J2M, fin qui considerato come una specie di mostro visionario, capace di passare da un gabinetto ministeriale alla testa di una sonnacchiosa compagnia di servizi per le collettività locali e trasformarla in una multinazionale con nome latino. J2M forse vincerà ma ha sottovalutato sicuramente quanto Canal plus abbia contato nella società francese degli ultimi vent'anni. Si parla infatti di generazione Canal, di tutti coloro che nel 1984 scoprirono grazie alla prima rete privata e criptata un altro modo di fare satira, informazione, cultura e raccontare lo sport. E dire che quando J2M se la comprò dieci anni dopo, trovò un alleato proprio in Lescure. Entrambi sognavano d'America. Uno dei due l'ha già pagata cara.


Dagospia.com 19 Aprile 2002