cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

giorgia meloni e giancarlo giorgetti - question time alla camera

DAGOREPORT

A turbare il sonno della maggioranza di governo, da qui ai prossimi mesi, non ci sono solo le elezioni regionali d’autunno.

 

Al di là della propaganda a tv e giornali unificati, infatti, i dati economici del Paese sono più che preoccupanti. Il Paese non cresce, il Governo non ha i soldi per fare alcunché, e con i dazi di Trump e la fine del Pnrr che incombe la situazione non potrà che peggiorare.

 

I dati positivi sul potere d’acquisto riportati dall’Istat, un piccolo +0,9% nel primo trimestre del 2025, sono niente di fronte al tracollo della capacità di spesa degli italiani, gli unici in Europa ad avere uno stipendio più basso oggi rispetto al 1990, che hanno visto bruciare negli ultimi cinque anni il 20% del loro potere d’acquisto.

 

GLI ITALIANI GUADAGNANO MENO NEL 2024 CHE NEL 1990

L’incremento di ora, inoltre, è troppo esiguo per essere incisivo, di fronte al continuo aumento dei prezzi. L’inflazione, pur rientrata sotto controllo rispetto a un paio di anni fa, è tornata a crescere, passando dall’1,6%  all’1,7%. Soprattutto, è il carrello della spesa a riservare stangate: trainato da prodotti alimentari e bevande analcoliche, l’aumento dei prezzi sale dal +2,7% al +3,1%.

 

Come riepiloga oggi Paolo Baroni sulla “Stampa”, “per una famiglia italiana media l'aumento dei prezzi rilevato nel mese di giugno dall'Istat comporta un rialzo complessivo delle spese pari a 445 euro, 234 euro in più solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche.

 

LA GIORGIA DI LOTTA E QUELLA DI GOVERNO - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Per una coppia con due figli il rialzo complessivo è invece pari a 622 euro, con la spesa per cibo e bevande che lievita di ben 338 euro, 356 per il carrello della spesa”.

 

Quelle famiglie sono composte da elettori, e da persone sempre più preoccupate dal loro futuro: che succederà a Natale, quando si faranno sentire tutti insieme i riverberi dei dazi, con rischi seri per la tenuta dell’occupazione, e l’aumento dei prezzi? A quel punto Giorgia Meloni potrà fare tutte le smorfiette, gli occhioni e le faccine che vuole, ma saranno le tasche, vuote, a parlare.

 

RAFFAELE FITTO - GIORGIA MELONI

I primi effetti sul Pil già si sono visti: la crescita del prodotto interno lordo è praticamente nulla, e le stime sono state recentemente riviste al ribasso. Quest’anno l’economia italiana aumenterà soltanto dello 0,6% nel 2025 e dello 0,8 nel 2026.

 

Un dato ancora “truccato” dalla spinta del Pnrr, che però il prossimo anno verrà azzerato.

 

Alla faccia di Elly Schlein, che pensa che la priorità sia occuparsi degli omosessuali ungheresi, saranno i conti in rosso, eventualmente, a mutare lo scenario politico in Italia. La vera battaglia non si fa con le bandiere arcobaleno, ma sui salari fermi e le tasse che nel frattempo continuano ad aumentare. Se solo ci fosse un’opposizione…

 

ISTAT, SALE IL POTERE D’ACQUISTO DELLE FAMIGLIE (+0,9%)

elly schlein pride budapest

Da www.ilsole24ore.com

 

[…]

 

Secondo l’Istat il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è salito dell’1,8% rispetto al trimestre precedente in termini nominali, i consumi sono cresciuti dell’1,2%. La propensione al risparmio è stimata al 9,3%, in rialzo di 0,6 punti percentuali. Il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,9%, scontando un aumento dello 0,9% dei prezzi.

SALARI E POTERE D AQUISTO IN ITALIA

 

[…] Nel primo trimestre del 2025 il quadro di finanza pubblica registra un indebitamento maggiore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a causa di una crescita più marcata delle uscite rispetto alle entrate.

 

Secondo i dati Istat, nei primi tre mesi di quest’anno l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stimato al -8,5% (-8,2% nello stesso trimestre del 2024).

 

Il saldo primario delle Amministrazioni pubbliche (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -4,7% (-4,8% nel primo trimestre del 2024).

 

TASSE - PRESSIONE FISCALE

Pressione fiscale al 37,3%: sale di mezzo punto: è l’effetto dell’aumento delle entrate da tasse sui fondi pensione

 Sale la pressione fiscale nel primo trimestre dell’anno. Lo calcola l’Istat nelle stime del contro trimestrale della Pa secondo le quali è stata pari al 37,3%, in aumento di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La pressione fiscale nel trimestre è cresciuta per l’aumento di entrate delle tasse sui fondi pensione.

 

Nuovo calo dei profitti per le imprese nel primo trimestre

istat

Nel primo trimestre di quest’anno le imprese italiane hanno sperimentato una ulteriore caduta della quota di profitto che, seppure di lieve entità, fa seguito a sette trimestri di flessione congiunturale.

 

E’ quanto rileva l’Istat precisando che la quota di profitto delle società non finanziarie è stimata al 42,1%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie si è attestato al 22,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

 

Inflazione, in cinque anni, gli italiani hanno perso il 20% del potere d’acquisto

Mariangela Tessa per https://www.wallstreetitalia.com/

 

CETRIOLONI PER L ITALIA - MEME BY EDOARDO BARALDI

Negli ultimi cinque anni, l’inflazione ha avuto un impatto profondo e spesso sottovalutato sull’economia reale italiana. A sottolinearlo è Gabriel Debach, market analyst di eToro, che analizza con attenzione l’evoluzione dei prezzi al consumo e i suoi riflessi sul potere d’acquisto delle famiglie.

 

“Dal gennaio 2020 a oggi, l’indice generale dei prezzi al consumo in Italia è aumentato del 19,2% – osserva Debach –. Questo significa che 1.000 euro lasciati fermi sotto il materasso valgono oggi, in termini reali, poco più di 830 euro. Una perdita silenziosa e costante di valore che molti hanno subito senza piena consapevolezza”.

 

schlein pride budapest 34

La traiettoria 2025: stabilità apparente, tensioni profonde

L’analisi dei primi sei mesi del 2025 conferma che l’inflazione non segue una traiettoria uniforme. Secondo i dati diffusi dall’ISTAT, l’indice generale sembra muoversi con una certa stabilità, ma questa fotografia media nasconde dinamiche settoriali più frastagliate.

 

“Il carrello della spesa – spiega Debach – è cresciuto del +3,1% su base semestrale, contro un’inflazione headline che si attesta al +1,7%. Questo scarto crescente, passato da +0,2 a +1,4 punti percentuali tra gennaio e giugno, evidenzia un fenomeno importante: i beni di consumo quotidiano rincarano più della media”.

 

AUMENTI DELLA SPESA PER LE FAMIGLIE ITALIANE - GIUGNO 2025

Questa distanza tra indice generale e beni di prima necessità riflette una pressione inflazionistica strutturale, che si concentra su categorie di spesa ineludibili. Una dinamica confermata anche dalla mediana delle variazioni mensili:

 

[…]  Allungando l’orizzonte temporale, il quadro diventa ancora più netto. L’inflazione accumulata dal 2020 ad oggi equivale a una perdita di circa un quinto del potere d’acquisto originario.

 

“Chi non ha investito o messo a frutto la propria liquidità – osserva Debach – si ritrova oggi con un patrimonio reale fortemente ridotto. È un’erosione invisibile, ma concreta, che colpisce in modo trasversale”. […]

 

PREZZI BOLLENTI

Paolo Baroni per “la Stampa”

 

giorgia meloni in videocollegamento con il festival dell economia di trento 8

Per una famiglia italiana media l'aumento dei prezzi rilevato nel mese di giugno dall'Istat comporta un rialzo complessivo delle spese pari a 445 euro, 234 euro in più solo per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche. Per una coppia con due figli il rialzo complessivo è invece pari a 622 euro, con la spesa per cibo e bevande che lievita di ben 338 euro, 356 per il carrello della spesa.

 

«Dati allarmanti, una vera e propria stangata - commenta il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona - . Non è tanto per il rialzo dell'inflazione annua che passa da 1,6 a 1,7, quanto per il fatto che decolla il carrello della spesa, da +2,7 a +3,1%, trainato dai prodotti alimentari e bevande analcoliche, che segnano un balzo dal 3,2% di maggio al 3,7% di giugno.

 

Insomma, sono le spese obbligate a fare da volano all'inflazione, colpendo soprattutto le fasce meno abbienti della popolazione».

aumento prezzi spesa 10

 

Oltre al carrello della spesa a pesare sui bilanci delle famiglie sono i costi relativi ai servizi ricettivi e di ristorazione (+3,4%), le spese per l'istruzione (+3), le bevande alcoliche ed i tabacchi (+2,2), le spese per abitazione, acqua ed energia (+2).

 

In calo rispetto ad un anno fa solo due voci, i trasporti (-0,9) e le spese relative alle comunicazioni (canoni telefonici, web, ecc.) scesi del 4,1%, che sommate tra loro ad una famiglia media fanno risparmiare poco meno d 70 euro.

 

GIORGIA MELONI FOTO LAPRESSE

[…] Se si guarda ai rialzi di giugno balza all'occhio il cosiddetto effetto vacanze. Nella top ten dei rialzi mensili, infatti, stando all'analisi fatta dall'Unc, i primi tre posti sono infatti occupati dai voli nazionali, con un inaccettabile +32,1% in un solo mese (ed un +38,1% rispetto a giugno 2024), dai villaggi vacanze, campeggi e ostelli (+15,7%) e dal noleggio dei mezzi di trasporto, affitto garage e posti auto (+6%).

 

Oltre a questo i pacchetti vacanze nazionali risultano in aumento del 3,8%, i trasporti marittimi del 3%, i voli internazionali del 2,1% come pure alberghi, motel e pensioni. Rispetto ad un anno fa alle spalle dei voli nazionali i rincari maggiori ricadono sul caffè (+25%), la gioielleria (+22,5), il cacao ed il cioccolato in polvere (21,4), il burro (+19,9), il trasporto marittimo (+19,9), il cioccolato (+13%), le bevande analcoliche (+10,4), gli apparecchi elettrici per la cura della persona (+9,9), i libri di narrativa (+9,6) ed i pacchetti vacanza nazionali (+8,7). […]

 

INFLAZIONE

A seconda della tipologia delle famiglie l'aumento del 3,1% del cosiddetto carrello della spesa, secondo le stime dell'Unione consumatori, determina un incremento del costo della vita che oscilla tra i 142 euro in più di un single under 35 ai 380 euro in più di una famiglia con 3 figli e più.

 

Un pensionato è invece chiamato a sborsare 161 euro in più, 254 un monogenitore con un figlio. Una famiglia media, scorrendo le principali voci, spenderà 234 euro in più per mangiare, 81 euro in più per l'abitazione e energia, 67 euro in più per beni e servizi vari e 63 euro alberghi e ristoranti.

 

aumento prezzi spesa 8

L'inflazione all'1,7% spalmata su tutte le voci comporta un rialzo di 650 euro per le famiglie più numerose (3 e più figli) , di 561 euro per una coppia con un figlio, di 472/491 euro per le coppie senza figli a seconda che siano under 35 o più maturi. Pesante, pensando all'importo medio di tante pensioni, anche l'aggravio di spesa del single che non lavora più: +286 euro, compresi 153 euro in più di prodotti alimentari.

 

[…]

 

Questi rincari, denuncia Federconsumatori, «renderanno sempre più marcate ed evidenti le disuguaglianze e le disparità anche in tema di consumi alimentari, con una crescita delle famiglie costrette a tagli e rinunce».

 

ITALIANI PIU' POVERI

L'Osservatorio Nazionale Federconsumatori da tempo denuncia la riduzione del consumo di carne e pesce (-16,9%, con uno spostamento anche verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati); l'incremento della tendenza a ricercare offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza (abitudine adottata dal 51% dei cittadini); l'aumento della spesa presso i discount (+12,1%). «Tendenze che si aggraveranno - segnala l'Onf - se il Governo non avvierà provvedimenti urgenti per arginare i rincari, sostenere il potere di acquisto delle famiglie e colpire l'insorgere di fenomeni speculativi a partire dalla rimodulazione dell'Iva sui generi di largo consumo».

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