DELL'UTRI SBERTUCCIA LA BRAMBILLONA: "I SUOI 5 MILA CIRCOLI NON ESISTONO"
L'ARTEFICE MAXIMO DI FORZA ITALIA SGONFIA COME UN PALLONCINO LA COCCA DI SILVIO
"THE GUARDIAN" SDOGANA: "AMBIZIOSA, SPIETATA, SORPRENDENTEMENTE NATURALE"
L'ARTEFICE MAXIMO DI FORZA ITALIA SGONFIA COME UN PALLONCINO LA COCCA DI SILVIO
"THE GUARDIAN" SDOGANA: "AMBIZIOSA, SPIETATA, SORPRENDENTEMENTE NATURALE"
1 - DELL'UTRI AFFONDA LA BRAMBILLA: "I SUOI 5 MILA CIRCOLI NON ESISTONO"
Vincenzo La Manna per "la Repubblica"
«Non capisco tanta agitazione, visto che lo sanno tutti: i 5.000 Circoli della Libertà in realtà non ci sono». Marcello Dell'Utri lo spiega a chiare lettere. E all'indomani dell'intervista di Michela Vittoria Brambilla a Repubblica, in cui la "rossa" presidentessa pronostica di raggiungere quota 9.000 a fine anno e annuncia un meeting nazionale ad ottobre, il senatore di Forza Italia, tra i fondatori del partito insieme a Silvio Berlusconi, sgombra il campo dagli equivoci.
«Per carità, non c'è niente di male», osserva, «ma basta cercarli in giro per l'Italia per verificare che al momento non esistono. Certo, se invece mi spiegano che si tratta di un progetto, di un obiettivo da raggiungere in futuro, allora va bene, posso crederci».
L'analisi di Dell'Utri non è pregiudiziale («non voglio apparire come un invidioso della Brambilla, non c'entra nulla»), ma è basata sull'esperienza diretta: «Ho impiegato nove anni per costituire i 3.500 Circoli del Buon governo, e sono convinto che non se ne possono creare 5.000 in pochi mesi. E poi, non basta registrarli, ma vanno animati di continuo. Insomma, è un lavoro pazzesco».
Detto questo, per Dell'Utri, che ieri sera ha aperto a Frascati i lavori della Summer school 2007 della Fondazione Magna Carta (martedì in programma una lectio magistralis del cardinale Camillo Ruini), la questione Brambilla si pone anche in questi termini: «Se va bene al presidente Berlusconi, allora va bene a tutti. Lui dice sempre che è bravissima, quindi vedremo». In effetti, nell'intervista a Repubblica, MVB era sembrata ottimista, dichiarando che «l'epoca dei sospetti e delle gelosie» dentro Forza Italia era stata superata.
Intanto, la forzista Isabella Bertolini giudica «molto costruttiva e proiettata verso il futuro» l'intervista della Brambilla, di cui la deputata apprezza «le qualità di grande organizzatrice». Il progetto dei Circoli «ben venga», aggiunge la Bertolini, perché può fornire «un grande contributo» per «intercettare nuovi consensi», purché non ci si dimentichi al contempo che «non si può fare a meno dei partiti».
Per Guido Crosetto la Brambilla «ha gettato acqua sul fuoco, ribadendo che il partito dei moderati esiste già ed è Forza Italia». Per l'azzurro «più gente lavora insieme per costruire un'alternativa a questo governo, meglio è». Nell'attesa, un commento sulla presidentessa dei Circoli della Libertà lo concede pure il ministro degli Esteri. «Mi sembra una donna forte, dinamica», dichiara Massimo D'Alema, che le consiglia però di compiere un «passo necessario», ovvero «emanciparsi dal suo sponsor».
Il problema, secondo il vicepremier, è che «appare come la proposta di Berlusconi, mentre per essere un autentico leader bisogna promuoversi in proprio». Ma la Brambilla non passa inosservata neanche in Inghilterra. Tanto che il quotidiano The Guardian le ha dedicato ieri un'intervista, dal titolo "La Forza sia con te", ammiccando a Guerre Stellari e Forza Italia, in cui viene definita «senza dubbio ambiziosa, probabilmente anche spietata, ma per il momento è anche sorprendentemente naturale».
2 - RITRATTIO DI CRUDELIA SALMON (CONIUGATA CON EROS)
Andrea Montanari per Milano Finanza
Vincenzo La Manna per "la Repubblica"
«Non capisco tanta agitazione, visto che lo sanno tutti: i 5.000 Circoli della Libertà in realtà non ci sono». Marcello Dell'Utri lo spiega a chiare lettere. E all'indomani dell'intervista di Michela Vittoria Brambilla a Repubblica, in cui la "rossa" presidentessa pronostica di raggiungere quota 9.000 a fine anno e annuncia un meeting nazionale ad ottobre, il senatore di Forza Italia, tra i fondatori del partito insieme a Silvio Berlusconi, sgombra il campo dagli equivoci.
«Per carità, non c'è niente di male», osserva, «ma basta cercarli in giro per l'Italia per verificare che al momento non esistono. Certo, se invece mi spiegano che si tratta di un progetto, di un obiettivo da raggiungere in futuro, allora va bene, posso crederci».
L'analisi di Dell'Utri non è pregiudiziale («non voglio apparire come un invidioso della Brambilla, non c'entra nulla»), ma è basata sull'esperienza diretta: «Ho impiegato nove anni per costituire i 3.500 Circoli del Buon governo, e sono convinto che non se ne possono creare 5.000 in pochi mesi. E poi, non basta registrarli, ma vanno animati di continuo. Insomma, è un lavoro pazzesco».
Detto questo, per Dell'Utri, che ieri sera ha aperto a Frascati i lavori della Summer school 2007 della Fondazione Magna Carta (martedì in programma una lectio magistralis del cardinale Camillo Ruini), la questione Brambilla si pone anche in questi termini: «Se va bene al presidente Berlusconi, allora va bene a tutti. Lui dice sempre che è bravissima, quindi vedremo». In effetti, nell'intervista a Repubblica, MVB era sembrata ottimista, dichiarando che «l'epoca dei sospetti e delle gelosie» dentro Forza Italia era stata superata.
Intanto, la forzista Isabella Bertolini giudica «molto costruttiva e proiettata verso il futuro» l'intervista della Brambilla, di cui la deputata apprezza «le qualità di grande organizzatrice». Il progetto dei Circoli «ben venga», aggiunge la Bertolini, perché può fornire «un grande contributo» per «intercettare nuovi consensi», purché non ci si dimentichi al contempo che «non si può fare a meno dei partiti».
Per Guido Crosetto la Brambilla «ha gettato acqua sul fuoco, ribadendo che il partito dei moderati esiste già ed è Forza Italia». Per l'azzurro «più gente lavora insieme per costruire un'alternativa a questo governo, meglio è». Nell'attesa, un commento sulla presidentessa dei Circoli della Libertà lo concede pure il ministro degli Esteri. «Mi sembra una donna forte, dinamica», dichiara Massimo D'Alema, che le consiglia però di compiere un «passo necessario», ovvero «emanciparsi dal suo sponsor».
Il problema, secondo il vicepremier, è che «appare come la proposta di Berlusconi, mentre per essere un autentico leader bisogna promuoversi in proprio». Ma la Brambilla non passa inosservata neanche in Inghilterra. Tanto che il quotidiano The Guardian le ha dedicato ieri un'intervista, dal titolo "La Forza sia con te", ammiccando a Guerre Stellari e Forza Italia, in cui viene definita «senza dubbio ambiziosa, probabilmente anche spietata, ma per il momento è anche sorprendentemente naturale».
2 - RITRATTIO DI CRUDELIA SALMON (CONIUGATA CON EROS)
Andrea Montanari per Milano Finanza
Qual è il vero volto di Michela Vittoria Brambilla, la figura che fa traballare gli equilibri in seno a Forza Italia, An, Lega Nord e Udc, nonché l'erede in pectore del gran capo di Forza Italia e della Cdl, Silvio Berlusconi? Il suo curriculum non suscita particolari emozioni. Reginetta di bellezza a Miss Eleganza 1986 prima. E poi aspirante giornalista che abbandona la tv (Rete4, Mediaset) per darsi all'imprenditoria e all'editoria con un uomo Fininvest, Salvatore Sciascia. La rossa che ha incantato il Cavaliere ha potuto coltivare i suoi interessi e le sue passioni protetta dalla spalle grosse di papà Vittorio, proprietario di una delle più importanti trafilerie della Lombardia.
L'ombelico del mondo della signora Brambilla è un paesotto tra Lecco e Bergamo, Calolziocorte. Con qualche propaggine a Merate, sempre nella Brianza lecchese, e in pieno centro a Milano, in via Torino. Ma è difficile scoprire che lavoro faccia davvero la signora. Affidate alle sue cure ci sono un paio di aziende attive nel settore alimentare-ittico e un ruolo di secondo piano nell'azienda di famiglia. Si può davvero definire la leader dei giovani imprenditori di Confcommercio, con la passione degli animali, una vera business-woman? Sia chiaro, per ottenere l'imprimatur di donna-simbolo del nascente Partito della Libertà nell'opinione pubblica e soprattutto tra i potenziali elettori non basteranno le 10-azioni-10 detenute nel capitale della storica Trafilerie Brambilla. Né il commercio e l'import-export di salmoni, gamberi, foie gras e cibo per animali, suo core business nonché l'attività che le ha consentito di battersi per il vertice di Confcommercio.
Quanto all'impegno nell'azienda di famiglia, è lecito sollevare qualche dubbio. Anche perché, secondo quanto appreso da Milano Finanza, dal 20 aprile la dottoressa in filosofia ed ex modella per il calzaturificio Omsa non ha più quel peso che aveva prima nelle Trafilerie. Le resta sì il ruolo di consigliere delegato, ma ora le sue deleghe sono limitate alla comunicazione e alle relazioni sindacali. Nessuna responsabilità strategica, che resta salda nelle mani di papà, classe 1941. Nell'ultimo cda dell'azienda che produce e lavora fili trafilati per molle in acciaio e inox, e che fattura 42,3 milioni di euro con un utile netto di 236 mila euro, sono state riviste le deleghe dei tre amministratori.
Il presidente rimane papà Vittorio Brambilla (socio al 50%, con un 20% in pegno alla Popolare di Sondrio), mentre Alessandro Valsecchi è l'altro consigliere delegato dell'industria, che ha debiti per 38 milioni e che scommette sull'esportazione della produzione in particolare in Germania, dove è stato trovato un nuovo partner, la Interkabel. E Michela Vittoria? Dovrà «organizzare fiere ed eventi, sviluppare politiche di marketing operativo e strategico e selezionare personale specificatamente per l'area public relation». Un ruolo assai più defilato rispetto a quando i siti internet la celebravano nel ruolo di amministratore delegato.
Gli impegni. Certo, forse non tutto il male viene per nuocere. Da una parte l'imprenditore brianzolo per tradizione pretende tantissimo dai rampolli che decidono (magari anche controvoglia) di entrare nell'azienda di famiglia: non perdona loro il minimo errore, gli fa sudare lo stipendio (spesso più basso della media perché «tanto un giorno tutto questo sarà tuo») e, se si tratta di figlie femmine, diventa ancora più esigente.
Dall'altro lato, il ruolo più di immagine che operativo all'interno delle Trafilerie consente alla Brambilla di dedicarsi ai suoi nuovi impegni, sorta di hobby trasformati in business, primo fra tutti la neonata Vittoria Media Partners, società proprietaria del Giornale della Libertà il cui direttore responsabile è Marco Barbieri, ex Punto.Com, Provincia di Varese e Provincia di Lecco.
La newco è stata fondata a giugno con un partner come Salvatore Sciascia, che le cronache giudiziarie di Tangentopoli ricordano quale direttore di servizi fiscali di Fininvest. Sciascia è l'uomo di fiducia del Cavaliere: confessò di aver versato tre tangenti alla Guardia di finanza in relazione alle verifiche sui conti di Videotime (1989), Mondadori (1991) e Mediolanum (1992). Tangenti che portarono, il 21 novembre 1994, all'invio del tanto discusso avviso di garanzia a Berlusconi premier.
È insomma Sciascia il trait d'union tra la Brambilla e il capo di Forza Italia, ed è presidente della Holding Italiana Quattordicesima, vicepresidente di Immobiliare Idra e consigliere di Fininvest.
È insomma Sciascia il trait d'union tra la Brambilla e il capo di Forza Italia, ed è presidente della Holding Italiana Quattordicesima, vicepresidente di Immobiliare Idra e consigliere di Fininvest.
Cani, gatti e pesci. C'è poi l'impegno nel sociale grazie all'amore incondizionato per gli animali. Sicché la signora è anche presidente della Lega nazionale per la difesa del cane, gestisce il canile provinciale, dirige il trimestrale Il Corriere a 4 zampe e cura un rubrica fissa, Cani, gatti & co, sulla Provincia di Lecco. Inoltre, nella bellissima (e monumentale) villa di famiglia, con un parco di 10 mila metri quadrati di verde, trovano ricovero 23 cani, 14 gatti, quattro cavalli, tre capre e un asino.
Ha a che fare con gli animali anche l'altra attività di Michela Vittoria. Con l'onnipresente papà (che ha il 60% del capitale), la signora della Casa delle Libertà guida il piccolo gruppo Sal e la Sotra Coast International, con la quale, come amministratore unico (e socio al 40%), nel 2006 si è assicurata uno stipendio di 125 mila euro.
Ha a che fare con gli animali anche l'altra attività di Michela Vittoria. Con l'onnipresente papà (che ha il 60% del capitale), la signora della Casa delle Libertà guida il piccolo gruppo Sal e la Sotra Coast International, con la quale, come amministratore unico (e socio al 40%), nel 2006 si è assicurata uno stipendio di 125 mila euro.
Il business è quello dell'importazione, esportazione e vendita di prodotti ittici, freschi, congelati e surgelati. Le aziende funzionano, crescono, garantiscono utili ma non dividendi. Il polo ittico assicura alla Brambilla un giro d'affari di 20 milioni e utili per 330 mila euro. Un piccolo universo, fatto di prodotti importati da Scozia, Norvegia, Canada e Spagna, che ha trovato il sostegno di catene quali Carrefour e Coop.
Sì, proprio le odiate (da Silvio) cooperative rosse, di sinistra. E siccome il business «è in fase crescente», anche grazie all'accordo di vendita con l'austriaca Rewe-Billa-Standa (che ironia della sorte fu proprio di Berlusconi), l'anno scorso la Sal ha investito 3 milioni per comprare, con un leasing di Banca Italease, la nuova sede a Brivio, nel Lecchese. Infine Brambilla e il compagno Eros Maggioni si sono lanciati nel business del mattone: a febbraio hanno costituito, a Cusano Milanino, la Bruijta, per ora inattiva. Questo, dunque, il ritratto un po' impietoso della signora Brambilla, candidata (forse) a guidare il centro-destra in Italia dopo Berlusconi.
Dagospia 03 Settembre 2007
Dagospia 03 Settembre 2007