L'ULTIMO GIORNO DI CAPITALIA - GERONZI IL PREDESTINATO: NON HO BARATTATO LA FUSIONE CON UNICREDIT PER LA PRESIDENZA DI PIAZZETTA CUCCIA. FU VINCENZO MARANGHI, PRIMA DELLA MORTE, A DIRMI SE VOLEVO ESSERE PRESIDENTE DI MEDIOBANCA.
Da La Stampa
Le aspettative di Alessandro Profumo, che auspica per gruppo nato dalla fusione tra Unicredit e Capitalia di essere «il più agile tra i grandi». E i retroscena sulla rapidità di decisione svelati ieri davanti ai 3 mila dirigenti di Capitalia riuniti in convention nel giorno dell'integration day (ultimo atto prima del debutto, domani in Borsa, di Unicredit Group) da Cesare Geronzi: «Abbiamo cominciato a ragionare sulla fusione Unicredit-Capitalia il 4 maggio scorso e il 18 maggio l'abbiamo portata in consiglio». Fatto sta, ha aggiunto il vicepresidente di Unicredit Group, che questa fusione («Scelta obbligata per rispondere a una concorrenza che oggi si fa tra forti») ha «riequilibrato le forze in campo».
Tutti presenti, nell'ultimo giorno della storia autonoma di Capitalia, gli uomini di vertice di Unicredit. Oltre al vicepresidente vicario Geronzi e all'amministratore delegato Profumo, il presidente Dieter Rampl che ha voluto intervenire parlando in italiano e che, ricordando l'iter della fusione tra la sua Hvb e Unicredit, ha sottolineato che «ogni ansia e incertezza iniziali sono state superate rapidamente grazie al gioco di squadra e all'ambizioso obiettivo di dar vita alla prima vera banca europea». Concetto, questo del gioco di squadra, subito ripreso anche da Profumo («Non esiste più Unicredit, non esiste più Capitalia, esiste un unico nuovo grande gruppo»), il quale si è detto sicuro che la fusione tra Unicredit e Capitalia «sarà un'integrazione ma non un'omologazione».
Inevitabile un accenno a Mediobanca che proprio nel nuovo supergruppo bancario ha un suo grande azionista e in Cesare Geronzi il presidente. Rispondendo alla domanda di un dipendente Capitalia, Geronzi ha smentito (chiamando a testimone Profumo) d'aver dato via libera alla fusione con Unicredit in cambio della sua nomina al vertice di piazzetta Cuccia. «Noi, e men che meno io, non abbiamo mai pensato di vendere Capitalia per avere come contropartita la presidenza di Mediobanca - queste le parole di Geronzi - Non ho mai perseguito cariche ma ho sempre fatto quello che gli altri hanno voluto che facessi: se l'ho fatto è perche qualcuno ha pensato che fossi l'unico che potesse farlo».
E sempre su Mediobanca, dopo aver ricordato che sia lui che Profumo negli ultimi quattro anni hanno semmai concorso a «riportare la calma nella gestione del mondo Mediobanca», Geronzi ha voluto svelare un ultimo particolare: che fu Vincenzo Maranghi, prima della morte, a dirgli se voleva essere presidente di Mediobanca.
Dagospia 30 Settembre 2007
Le aspettative di Alessandro Profumo, che auspica per gruppo nato dalla fusione tra Unicredit e Capitalia di essere «il più agile tra i grandi». E i retroscena sulla rapidità di decisione svelati ieri davanti ai 3 mila dirigenti di Capitalia riuniti in convention nel giorno dell'integration day (ultimo atto prima del debutto, domani in Borsa, di Unicredit Group) da Cesare Geronzi: «Abbiamo cominciato a ragionare sulla fusione Unicredit-Capitalia il 4 maggio scorso e il 18 maggio l'abbiamo portata in consiglio». Fatto sta, ha aggiunto il vicepresidente di Unicredit Group, che questa fusione («Scelta obbligata per rispondere a una concorrenza che oggi si fa tra forti») ha «riequilibrato le forze in campo».
Tutti presenti, nell'ultimo giorno della storia autonoma di Capitalia, gli uomini di vertice di Unicredit. Oltre al vicepresidente vicario Geronzi e all'amministratore delegato Profumo, il presidente Dieter Rampl che ha voluto intervenire parlando in italiano e che, ricordando l'iter della fusione tra la sua Hvb e Unicredit, ha sottolineato che «ogni ansia e incertezza iniziali sono state superate rapidamente grazie al gioco di squadra e all'ambizioso obiettivo di dar vita alla prima vera banca europea». Concetto, questo del gioco di squadra, subito ripreso anche da Profumo («Non esiste più Unicredit, non esiste più Capitalia, esiste un unico nuovo grande gruppo»), il quale si è detto sicuro che la fusione tra Unicredit e Capitalia «sarà un'integrazione ma non un'omologazione».
Inevitabile un accenno a Mediobanca che proprio nel nuovo supergruppo bancario ha un suo grande azionista e in Cesare Geronzi il presidente. Rispondendo alla domanda di un dipendente Capitalia, Geronzi ha smentito (chiamando a testimone Profumo) d'aver dato via libera alla fusione con Unicredit in cambio della sua nomina al vertice di piazzetta Cuccia. «Noi, e men che meno io, non abbiamo mai pensato di vendere Capitalia per avere come contropartita la presidenza di Mediobanca - queste le parole di Geronzi - Non ho mai perseguito cariche ma ho sempre fatto quello che gli altri hanno voluto che facessi: se l'ho fatto è perche qualcuno ha pensato che fossi l'unico che potesse farlo».
E sempre su Mediobanca, dopo aver ricordato che sia lui che Profumo negli ultimi quattro anni hanno semmai concorso a «riportare la calma nella gestione del mondo Mediobanca», Geronzi ha voluto svelare un ultimo particolare: che fu Vincenzo Maranghi, prima della morte, a dirgli se voleva essere presidente di Mediobanca.
Dagospia 30 Settembre 2007