SABATO ORE 13: LETTA FESTEGGIA BETTINI - DUE ORE DOPO SILVIO FA LA FESTA A FINI
GOFFREDONE FA 55 E SI SCAPICOLLANO TUTTI: RUTELLI, CALTA, TOTI, VALORI, BONIFACI
CON UNA PAIO DI STIVALI DA STAR TEXANA MAMMA BETTINI RUBA LA SCENA A TUTTI
GOFFREDONE FA 55 E SI SCAPICOLLANO TUTTI: RUTELLI, CALTA, TOTI, VALORI, BONIFACI
CON UNA PAIO DI STIVALI DA STAR TEXANA MAMMA BETTINI RUBA LA SCENA A TUTTI
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
1 - BETTINI, COMPLEANNO ALLA CASA DEL JAZZ.
Roberta Petronio per "Il Messaggero"
E anche a tavola Goffredo Bettini prova a mettere d'accordo tutti. Post-festa di compleanno per il senatore ds, oggi totalmente dedicato al Partito Democratico. Pochi giorni dopo aver compiuto cinquantacinque anni, ha scelto un sabato mattina romano di sole e tramontana per invitare a colazione cento amici o poco più. Una tradizione da rispettare nonostante i lavori in corso nelle commissioni del Pd. Ieri a mezzogiorno, alla Casa del Jazz di viale di Porta Ardeatina, menu italo-asiatico con partecipazione di sapori mediorientali, napoletani e siciliani. Le lasagne al ragù meritano l'appellativo di "meravigliose", le ha preparate Anna, la moglie di Libero Bozza, autista storico di Bettini.
Le fanno concorrenza gli involtini primavera, opera invece della governante tailandese Geo, e poi il kebab, il barbecue con gli spiedini, il polpettone. Dulcis in fundo, babà, cassate e cannoli che fanno dimenticare la classica torta con le candeline. Un giro del mondo di sapori che il festeggiato ha gustato solo in parte, chiamato altrove dagli impegni politici. Giusto il tempo per sedersi a tavola, a buffet già aperto, con Francesco Gaetano Caltagirone, presidente dell'omonimo gruppo, accompagnato dalla moglie Luisa, e con Raffaele Ranucci.
Nel giardino, provvidenzialmente riscaldato, ci sono il vicepremier Francesco Rutelli con la moglie Barbara Palombelli, Gianni Letta, Enrico Gasbarra, Piero Marrazzo con Roberta Sardoz, numerosi assessori di Comune e Regione tra cui Giancarlo D'Alessandro, Daniela Valentini, Massimo Pompili e Michele Meta. Tra i colleghi del Partito Democratico ecco il capo segreteria di Veltroni al Pd Vinicio Peluffo, Nicola Zingaretti, Luigi Zanda. Nel ruolo di outsider del parterre dominato dalla politica, visti l'attore Giulio Scarpati, gli stilisti Stefano Dominella e Guillermo Mariotto, il portavoce della Comunità di Sant'Egidio Mario Marazziti, il presidente della Accademia Nazionale Santa Cecilia Bruno Cagli.
2 - ANCHE GIANNI LETTA ALLA FESTA DI BETTINI.
Goffredo De Marchis per "la Repubblica"
A una festa di compleanno non si parla di politica. Gianni Letta ha fatto un salto alla Casa del Jazz a Roma per fare gli auguri a Goffredo Bettini (55 anni), «amico di antichissima data». È stato venti minuti, ha salutato gli altri ospiti illustri (Francesco Rutelli con la moglie Barbara Palombelli, Piero Marrazzo, Enrico Gasbarra, l´imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone), poi ha lasciato i freddi giardini della struttura veltroniana.
Del resto, Letta, solo sei giorni fa, era stato l´invitato d´onore al Teatro Argentina per la presentazione del carteggio tra Bettini e Ingrao. Ma gli ambasciatori del Cavaliere e di Walter Veltroni hanno avuto nei giorni scorsi almeno un´altra occasione per vedersi a quattr´occhi. Bettini infatti ha consegnato personalmente a Letta la bozza di riforma elettorale firmata da Vassallo, Ceccanti e Chiaramonte e sottoscritta dal leader del Partito democratico. «Le ricostruzioni dei giornali sono incomplete - ha spiegato a Letta -. Dovete leggere il testo originale per farvi un´idea».
La risposta dell´ambasciatore di Berlusconi non è ancora arrivata e non solo perché l´occasione di ieri non era la più adatta. Ma è proprio la parola di Forza Italia e di Berlusconi quella attesa da Veltroni. Perché non si può immaginare una riforma elettorale (e costituzionale) senza la maggiore forza di opposizione. «E la bozza di Walter - ha detto Bettini a Letta in attesa del responso - favorisce i grandi partiti. Come il Pd e gli azzurri». Veltroni non si aspetta una risposta immediata. Sa che adesso Berlusconi si batterà per riaffermare la sua linea.
E ai suoi fedelissimi il Cavaliere continua a ripetere: «Se apro il dialogo adesso, tolgo le castagne del fuoco al governo Prodi. Che, a dispetto del voto sulla Finanziaria, di fronti aperti ne ha ancora molti: Dini, il welfare, il decreto sicurezza». La tattica nell´immediato sembra quella precedente il voto al Senato: wait and see.
Un segnale potrebbe arrivare anche con tempi lunghi. Il vicesegretario del Pd Dario Franceschini è convinto che un vero tavolo «si aprirà solo dopo il 15 gennaio, quando avremo la decisione della consulta sul referendum Segni». Poco ma sicuro, quel giorno suonerà il gong delle schermaglie e i partiti dovranno scoprire le carte. E non è chiaro se Franceschini vuole dire che a gennaio Veltroni e Berlusconi avranno una linea coincidente. Ma non sul dialogo, bensì sul sostegno al quesito referendario.
Il tentativo del sindaco di Roma va avanti anche in queste ore. Puntando all´incontro con Gianfranco Fini e alla lunga con il Cavaliere. «L´uscita di Letta a favore delle riforme non è uscita per sbaglio qualche giorno fa - è l´analisi di Giorgio Tonini, molto vicino a Veltroni -. Non possiamo dare per scontato che da quella parte rimanga tutto chiuso. E sicuramente una trattativa separata solo con Udc e Lega non è all´altezza del compito delle riforme». In fondo, il seminario di Italianieuropei, l´altro ieri, ha certificato che nessuno nel Partito democratico, non D´Alema, non Veltroni, punta a un accordo che scavalchi di fatto Forza Italia e Berlusconi. Ma chi condurrebbe le danze tra i due di fronte a un´apertura?
È vero che i rapporti tra il ministro degli Esteri e il Cavaliere, con gli alti e i bassi di questi anni, sono più profondi, ma la solidità dell´amicizia tra Letta e Bettini è un ponte molto utile per il leader del Pd. Tanto più che Veltroni lascia molti margini al confronto. «Perché il Vassallum è solo un esempio di come si potrebbe realizzare un sistema su base proporzionale con effetti il più possibile maggioritari», dice Tonini.
Certo, Letta, da sempre ha il compito di mantenere aperti tutti i canali. Ma la fotografia del primo pomeriggio di ieri fa intravedere i contorni di un possibile doppio binario. Proprio mentre Berlusconi solcava il Tevere sul battello di Forza Italia confermando la porta sbarrata al dialogo, il suo primo "ambasciatore" festeggiava l´amico di antichissima data Bettini sì, ma anche il coordinatore del Pd e braccio destro di Veltroni
Dagospia 19 Novembre 2007
1 - BETTINI, COMPLEANNO ALLA CASA DEL JAZZ.
Roberta Petronio per "Il Messaggero"
E anche a tavola Goffredo Bettini prova a mettere d'accordo tutti. Post-festa di compleanno per il senatore ds, oggi totalmente dedicato al Partito Democratico. Pochi giorni dopo aver compiuto cinquantacinque anni, ha scelto un sabato mattina romano di sole e tramontana per invitare a colazione cento amici o poco più. Una tradizione da rispettare nonostante i lavori in corso nelle commissioni del Pd. Ieri a mezzogiorno, alla Casa del Jazz di viale di Porta Ardeatina, menu italo-asiatico con partecipazione di sapori mediorientali, napoletani e siciliani. Le lasagne al ragù meritano l'appellativo di "meravigliose", le ha preparate Anna, la moglie di Libero Bozza, autista storico di Bettini.
Le fanno concorrenza gli involtini primavera, opera invece della governante tailandese Geo, e poi il kebab, il barbecue con gli spiedini, il polpettone. Dulcis in fundo, babà, cassate e cannoli che fanno dimenticare la classica torta con le candeline. Un giro del mondo di sapori che il festeggiato ha gustato solo in parte, chiamato altrove dagli impegni politici. Giusto il tempo per sedersi a tavola, a buffet già aperto, con Francesco Gaetano Caltagirone, presidente dell'omonimo gruppo, accompagnato dalla moglie Luisa, e con Raffaele Ranucci.
Nel giardino, provvidenzialmente riscaldato, ci sono il vicepremier Francesco Rutelli con la moglie Barbara Palombelli, Gianni Letta, Enrico Gasbarra, Piero Marrazzo con Roberta Sardoz, numerosi assessori di Comune e Regione tra cui Giancarlo D'Alessandro, Daniela Valentini, Massimo Pompili e Michele Meta. Tra i colleghi del Partito Democratico ecco il capo segreteria di Veltroni al Pd Vinicio Peluffo, Nicola Zingaretti, Luigi Zanda. Nel ruolo di outsider del parterre dominato dalla politica, visti l'attore Giulio Scarpati, gli stilisti Stefano Dominella e Guillermo Mariotto, il portavoce della Comunità di Sant'Egidio Mario Marazziti, il presidente della Accademia Nazionale Santa Cecilia Bruno Cagli.
2 - ANCHE GIANNI LETTA ALLA FESTA DI BETTINI.
Goffredo De Marchis per "la Repubblica"
A una festa di compleanno non si parla di politica. Gianni Letta ha fatto un salto alla Casa del Jazz a Roma per fare gli auguri a Goffredo Bettini (55 anni), «amico di antichissima data». È stato venti minuti, ha salutato gli altri ospiti illustri (Francesco Rutelli con la moglie Barbara Palombelli, Piero Marrazzo, Enrico Gasbarra, l´imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone), poi ha lasciato i freddi giardini della struttura veltroniana.
Del resto, Letta, solo sei giorni fa, era stato l´invitato d´onore al Teatro Argentina per la presentazione del carteggio tra Bettini e Ingrao. Ma gli ambasciatori del Cavaliere e di Walter Veltroni hanno avuto nei giorni scorsi almeno un´altra occasione per vedersi a quattr´occhi. Bettini infatti ha consegnato personalmente a Letta la bozza di riforma elettorale firmata da Vassallo, Ceccanti e Chiaramonte e sottoscritta dal leader del Partito democratico. «Le ricostruzioni dei giornali sono incomplete - ha spiegato a Letta -. Dovete leggere il testo originale per farvi un´idea».
La risposta dell´ambasciatore di Berlusconi non è ancora arrivata e non solo perché l´occasione di ieri non era la più adatta. Ma è proprio la parola di Forza Italia e di Berlusconi quella attesa da Veltroni. Perché non si può immaginare una riforma elettorale (e costituzionale) senza la maggiore forza di opposizione. «E la bozza di Walter - ha detto Bettini a Letta in attesa del responso - favorisce i grandi partiti. Come il Pd e gli azzurri». Veltroni non si aspetta una risposta immediata. Sa che adesso Berlusconi si batterà per riaffermare la sua linea.
E ai suoi fedelissimi il Cavaliere continua a ripetere: «Se apro il dialogo adesso, tolgo le castagne del fuoco al governo Prodi. Che, a dispetto del voto sulla Finanziaria, di fronti aperti ne ha ancora molti: Dini, il welfare, il decreto sicurezza». La tattica nell´immediato sembra quella precedente il voto al Senato: wait and see.
Un segnale potrebbe arrivare anche con tempi lunghi. Il vicesegretario del Pd Dario Franceschini è convinto che un vero tavolo «si aprirà solo dopo il 15 gennaio, quando avremo la decisione della consulta sul referendum Segni». Poco ma sicuro, quel giorno suonerà il gong delle schermaglie e i partiti dovranno scoprire le carte. E non è chiaro se Franceschini vuole dire che a gennaio Veltroni e Berlusconi avranno una linea coincidente. Ma non sul dialogo, bensì sul sostegno al quesito referendario.
Il tentativo del sindaco di Roma va avanti anche in queste ore. Puntando all´incontro con Gianfranco Fini e alla lunga con il Cavaliere. «L´uscita di Letta a favore delle riforme non è uscita per sbaglio qualche giorno fa - è l´analisi di Giorgio Tonini, molto vicino a Veltroni -. Non possiamo dare per scontato che da quella parte rimanga tutto chiuso. E sicuramente una trattativa separata solo con Udc e Lega non è all´altezza del compito delle riforme». In fondo, il seminario di Italianieuropei, l´altro ieri, ha certificato che nessuno nel Partito democratico, non D´Alema, non Veltroni, punta a un accordo che scavalchi di fatto Forza Italia e Berlusconi. Ma chi condurrebbe le danze tra i due di fronte a un´apertura?
È vero che i rapporti tra il ministro degli Esteri e il Cavaliere, con gli alti e i bassi di questi anni, sono più profondi, ma la solidità dell´amicizia tra Letta e Bettini è un ponte molto utile per il leader del Pd. Tanto più che Veltroni lascia molti margini al confronto. «Perché il Vassallum è solo un esempio di come si potrebbe realizzare un sistema su base proporzionale con effetti il più possibile maggioritari», dice Tonini.
Certo, Letta, da sempre ha il compito di mantenere aperti tutti i canali. Ma la fotografia del primo pomeriggio di ieri fa intravedere i contorni di un possibile doppio binario. Proprio mentre Berlusconi solcava il Tevere sul battello di Forza Italia confermando la porta sbarrata al dialogo, il suo primo "ambasciatore" festeggiava l´amico di antichissima data Bettini sì, ma anche il coordinatore del Pd e braccio destro di Veltroni
Dagospia 19 Novembre 2007