A VOLTE RITORNANO - COSA SUCCEDERÀ AL PIANO EDITORIALE RAI CON IL RITORNO DI PETRONI? - IL VAFFA DI FABIANI A TPS: "DA QUESTA VICENDA MI SENTO FUORI" - CURZI: "DIMETTIAMOCI O TORNIAMO AL LAVORO".
Paolo Conti per il "Corriere della Sera"
Fabiano Fabiani, il consigliere «cancellato» dal Consiglio di Stato, dice addio senza rimpianti alla Rai: «Va benissimo così. Già mi sentivo fuori da questa vicenda dopo la sentenza del Tar. A maggior ragione mi ci sento ora. Per me tutto finisce qui». Naturalmente «tutto» è la sua tempestosa permanenza alla Rai, cominciata per volere di Tommaso Padoa-Schioppa il 10 settembre e ormai conclusa. Nessun commento nemmeno dal «rientrante» Angelo Maria Petroni: «È più opportuno tornare alla normalità senza ulteriori clamori».
IL PROSSIMO CDA - Dietro tanta formale tranquillità, la Rai inevitabilmente è in fermento. Il presidente Claudio Petruccioli punta a riavviare subito la macchina, convocando un Consiglio di amministrazione la settimana prossima, rispettando il rito del mercoledì. Il vero nodo sarà l'atteggiamento di Petroni rispetto alle decisioni votate da un cda composto anche da Fabiani (che dal 20 novembre non partecipa più ai Consigli dopo la sentenza del Tar).
Primo interrogativo, fondamentale: Petroni contesterà l'approvazione del piano industriale varato dal Cda del 24 ottobre a maggioranza (cinque contro quattro) e quindi col voto decisivo di Fabiani? Due ipotesi: potrebbe chiudere col passato oppure esigere di riesaminare il piano e rimettere in gioco la sua approvazione, visto il peso avuto da Fabiani.
Secondo punto: quale sarà l'atteggiamento del blocco del centrodestra verso il direttore generale Claudio Cappon, visto che col rientro di Petroni l'ago della bilancia torna a spostarsi verso l'area non governativa? Fino alla sostituzione di Petroni non era buono, come conferma il voto contrario al piano industriale. I consiglieri di centrodestra sono già sul piede di guerra. Giuliano Urbani: «A un ministro fuori legge si applica ancora l'istituto delle dimissioni spontanee, oppure è stato sostituito dalla faccia di bronzo?». Gennaro Malgieri: «Il Consiglio di Stato ha fugati tutti i dubbi sulla legittimità di Petroni». Marco Staderini: «Grande soddisfazione, ora possiamo riprendere a lavorare subito».
Terzo interrogativo: quando verrà approvato il piano editoriale che dovrebbe sconvolgere la Rai a partire dal settembre 2008 ricollocando in palinsesto la cultura, mettendo da parte i reality, cancellando le sovrapposizioni? Avviare un cambiamento così corposo richiede tempi lunghi e decisioni compatte.
Quarto: quando verranno votati i piani di produzione, i piani di budget per il 2008, gli stessi progetti di fiction, ovvero la «finanziaria» della Rai? Il ruolino di marcia segna un forte ritardo. La concorrenza Sky si fa sentire sempre più forte, Mediaset insidia ogni giorno di più il primato sul prime time, il pubblico della Rai invecchia e diventa sempre meno appetibile per la pubblicità, Cappon ha parlato giorni fa di una perdita di bilancio di 500 milioni di euro entro il 2010 se non ci sarà un quadro di certezze...
LO SFOGO DI CURZI - Nemmeno nel centrosinistra Rai si sta tranquilli. Si sfoga Sandro Curzi, area Rifondazione: «Prima bisognava nominare Alfredo Meocci direttore generale, costi quel che costi. E ci è costato... Poi hanno voluto sostituire Petroni, costi quel che costi... Tutto in una Rai bloccata». Prospettive? «Già l'ho detto. O ci dimettiamo tutti. O ci rimettiamo tutti al lavoro». Timori di una resa dei conti con Petroni? «E perché? Non ci sono problemi personali. L'essenziale è rimettere mano ai contenuti, subito. Sangue e delitti restano i piatti forti di un'offerta discutibile. Dobbiamo muoverci». Mercoledì si capirà se, e come.
Dagospia 05 Dicembre 2007
Fabiano Fabiani, il consigliere «cancellato» dal Consiglio di Stato, dice addio senza rimpianti alla Rai: «Va benissimo così. Già mi sentivo fuori da questa vicenda dopo la sentenza del Tar. A maggior ragione mi ci sento ora. Per me tutto finisce qui». Naturalmente «tutto» è la sua tempestosa permanenza alla Rai, cominciata per volere di Tommaso Padoa-Schioppa il 10 settembre e ormai conclusa. Nessun commento nemmeno dal «rientrante» Angelo Maria Petroni: «È più opportuno tornare alla normalità senza ulteriori clamori».
IL PROSSIMO CDA - Dietro tanta formale tranquillità, la Rai inevitabilmente è in fermento. Il presidente Claudio Petruccioli punta a riavviare subito la macchina, convocando un Consiglio di amministrazione la settimana prossima, rispettando il rito del mercoledì. Il vero nodo sarà l'atteggiamento di Petroni rispetto alle decisioni votate da un cda composto anche da Fabiani (che dal 20 novembre non partecipa più ai Consigli dopo la sentenza del Tar).
Primo interrogativo, fondamentale: Petroni contesterà l'approvazione del piano industriale varato dal Cda del 24 ottobre a maggioranza (cinque contro quattro) e quindi col voto decisivo di Fabiani? Due ipotesi: potrebbe chiudere col passato oppure esigere di riesaminare il piano e rimettere in gioco la sua approvazione, visto il peso avuto da Fabiani.
Secondo punto: quale sarà l'atteggiamento del blocco del centrodestra verso il direttore generale Claudio Cappon, visto che col rientro di Petroni l'ago della bilancia torna a spostarsi verso l'area non governativa? Fino alla sostituzione di Petroni non era buono, come conferma il voto contrario al piano industriale. I consiglieri di centrodestra sono già sul piede di guerra. Giuliano Urbani: «A un ministro fuori legge si applica ancora l'istituto delle dimissioni spontanee, oppure è stato sostituito dalla faccia di bronzo?». Gennaro Malgieri: «Il Consiglio di Stato ha fugati tutti i dubbi sulla legittimità di Petroni». Marco Staderini: «Grande soddisfazione, ora possiamo riprendere a lavorare subito».
Terzo interrogativo: quando verrà approvato il piano editoriale che dovrebbe sconvolgere la Rai a partire dal settembre 2008 ricollocando in palinsesto la cultura, mettendo da parte i reality, cancellando le sovrapposizioni? Avviare un cambiamento così corposo richiede tempi lunghi e decisioni compatte.
Quarto: quando verranno votati i piani di produzione, i piani di budget per il 2008, gli stessi progetti di fiction, ovvero la «finanziaria» della Rai? Il ruolino di marcia segna un forte ritardo. La concorrenza Sky si fa sentire sempre più forte, Mediaset insidia ogni giorno di più il primato sul prime time, il pubblico della Rai invecchia e diventa sempre meno appetibile per la pubblicità, Cappon ha parlato giorni fa di una perdita di bilancio di 500 milioni di euro entro il 2010 se non ci sarà un quadro di certezze...
LO SFOGO DI CURZI - Nemmeno nel centrosinistra Rai si sta tranquilli. Si sfoga Sandro Curzi, area Rifondazione: «Prima bisognava nominare Alfredo Meocci direttore generale, costi quel che costi. E ci è costato... Poi hanno voluto sostituire Petroni, costi quel che costi... Tutto in una Rai bloccata». Prospettive? «Già l'ho detto. O ci dimettiamo tutti. O ci rimettiamo tutti al lavoro». Timori di una resa dei conti con Petroni? «E perché? Non ci sono problemi personali. L'essenziale è rimettere mano ai contenuti, subito. Sangue e delitti restano i piatti forti di un'offerta discutibile. Dobbiamo muoverci». Mercoledì si capirà se, e come.
Dagospia 05 Dicembre 2007